In questo numero di Lanciostory debuttava un’ennesima serie western, una delle tante di quel periodo iniziale (come spiegavo in questo articolo), dal semplice titolo Storie del West. Però mi colpì più di altre grazie alla bravura del disegnatore – Paolo Eleuteri Serpieri – e al contenuto antirazzista di quel primo episodio, Una stella da Sioux, sceneggiato da Raffaele Ambrosio.
Il segno di Eleuteri Serpieri, autore anche della copertina, mi aveva già attirato nei pochi liberi che aveva realizzato per la prima annata del settimanale, in cui venne “arruolato” grazie all’intuizione di Filippo Ciolfi (uno dei co-fondatori dell’Eura Editoriale, insieme a Michele Mercurio e Stelio Rizzo), che lo descrisse così: “era un cultore della storia, insieme epica e umana, della grande frontiera. Un cultore e un conoscitore profondo. […] A convincere Paolo [a collaborare con noi] era stata la possibilità di realizzare storie western”.
La serie proseguì per qualche anno con una frequenza che definire irregolare è un eufemismo, con tematiche sempre molto interessanti e impegnate come nel memorabile episodio Battere il colpo (apparso nel n.16 del 1978), in cui veniva spiegata questa usanza dei Cheyenne all’interno di una cruda storia di vendetta. Temi – e disegni – decisamente adulti rispetto ad altri western più “edulcorati”, diciamo così, proposti a quel tempo dall’Eura.
Negli anni successivi Eleuteri Serpieri ampliò la sua produzione ad altri àmbiti, a iniziare da eros e fantascienza che abbinò a metà anni Ottanta – da autore completo – per creare il suo personaggio più famoso, Druuna.
Ma tornando al West, i lettori di Tex lo ricordano soprattutto per il suo controverso L’eroe e la leggenda, in cui fa compiere al protagonista un gesto decisamente “fuori dal canone” – scalpare un indiano sconfitto – e tuttavia da apprezzare per il coraggio dell’autore, vedendo quanti albi bonelliani “speciali” abbiano ormai ben poco di speciale.
