Negli anni Sessanta e Settanta, il genere western era senza dubbio molto diffuso non solo nella produzione fumettistica italiana (basti pensare ai bonelliani Tex, Storia del West, Piccolo Ranger, Ken Parker…) ma anche in quella franco-belga: oltre ai fumetti di cui ho parlato nell’altro articolo intitolato Western a volontà, dedicato alle BD, sarebbero come minimo da segnalare anche Jerry Spring e (nell’ambito del “West umoristico”) Lucky Luke.
Inevitabile, quindi, che – come già accennato in numerosi articoli di questa rubrica – il western fosse molto diffuso anche sulle pagine dei settimanali Eura sin dall’inizio: dopo un “libero” di incerta attribuzione (forse un Repetto ancora acerbo?) apparso sul n° 0 di Lanciostory, sul n° 1 debuttano la miniserie Reno Reagan, disegnata da Ernesto “Rudesindo” Garcia Seijas, ma soprattutto Il Cobra, scritta da Ray Collins e disegnata da Arturo Del Castillo per alcuni episodi, prima di passare i pennelli a Miguel Angel Repetto. Sono western ultra-tradizionali, con pistoleri infallibili in cerca di vendette personali oppure “raddrizzatorti” che compaiono in scena, puniscono il cattivo di turno e se ne vanno in cerca di nuove cause da difendere nell’episodio successivo.
Questi tre disegnatori argentini sono quasi “specializzati” nel genere e, spesso e volentieri, vengono anche omaggiati in copertina, dove il western è uno dei soggetti privilegiati. Garcia Seijas è anche ai pennelli per L’uomo di Richmond (che debutta già nel n° 2 di Lanciostory) e, negli anni successivi, per Gli avventurieri e Mandy Riley. Da parte sua Del Castillo, una volta abbandonato Il Cobra, disegna per Lanciostory Laggiù nell’Ovest e Navajo (oltre a numerosi liberi di ambientazione western) e, per Skorpio, Bannister. Anche Repetto disegna numerosi liberi oltre a portare avanti per molti anni Il Cobra e passare poi a Conrack, che ne riprende in buona parte tematiche e stilemi.
(Facendo un salto temporale, è curioso notare che il talento western di Garcia Seijas e Repetto verrà ulteriormente consacrato quando, molti anni più tardi, entreranno in pianta stabile nel team di disegnatori del western italiano per antonomasia: Tex.)
Naturalmente i western sulle pagine dei settimanali Eura non sono confinati a questi tre disegnatori: restando nell’ambito delle historietas basti pensare, ad esempio, a Watami e I professionisti di Jorge Moliterni, oppure agli atipici Canada Joe e Wakantanka (che, a essere precisi, sarebbe più un eastern – ma di questa serie parlerò presto in un apposito articolo). E in attesa dei western della scuola franco-belga, che esordiranno numerosi sulle pagine targate Eura a fine anni Settanta (Comanche, Blueberry ecc.), un ampio contributo viene da alcune serie Made in Italy: a far compagnia ad Alamo Kid (“il primo play-boy del West“, caspiterina…), pubblicato dal n° 16 della I annata di Lanciostory, arrivano pochi mesi dopo Biondo e Rampino e soprattutto le Storie del West di Paolo Eleuteri Serpieri, seguìte da Welcome to Springville (di Berardi, Calegari & Milazzo) nella prima annata di Skorpio. Tutto questo senza dimenticare i liberi western di altri autori…
Ma l’ampia ribalta dedicata a questo genere è percepibile, oltre che dalle serie sopra citate (e sicuramente ne sto dimenticando qualcuna, a distanza di quarant’anni…) o dalle copertine, anche dal risalto che gli viene dato nei cicli di poster allegati nel 1976 e 1977 a Lanciostory: nel primo ciclo, ben dodici raffigurano personaggi delle serie western, mentre un secondo ciclo di otto poster è intitolato Il West visto da José Luis Salinas con gli splendidi disegni del padre di Alberto Salinas (il disegnatore di Dago).
Quando poi, nel 1981, Skorpio inaugura gli inserti da staccare e conservare, lo fa ristampando le serie più apprezzate dai lettori: e indovinate un po’? La prima è Wakantanka e la seconda è L’uomo di Richmond… e in séguito verranno ristampati anche Il Cobra e Laggiù nell’Ovest. Gli inserti di Lanciostory, invece, saranno dedicati a serie inedite: da cosa iniziare? Da quel Conrack di cui parlavamo poco fa, ennesimo esempio di pistolero infallibile raddrizzatorti solitario e malinconico… con trame un po’ ripetitive, per usare un eufemismo.
Il segnale che il genere stesse diventando un po’ inflazionato fu che questa serie non proseguì, nonostante che – sulla copertina dell’inserto – si leggesse distintamente “Volume 1”: dalla seconda metà degli anni Ottanta, la presenza dei western sulle pagine di Lanciostory e Skorpio andò scemando, di pari passo con l’aumento delle serie di Robin Wood che non frequentava molto questo genere (il suo Jackaroe, western scritto negli anni Sessanta, avrebbe visto la luce su Lanciostory solo nel 2002…). Scemando ma non esaurendo, naturalmente: appariranno altre serie western anche negli anni successivi – tra cui le BD Durango e Jim Cutlass, per limitarci a due esempi – ma mai più con la stessa frequenza di quei primi dieci anni di pubblicazioni dei settimanali Eura.
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