Asterix (Gruppo RCS)

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In occasione dell’imminente uscita, in Francia, del 40° albo di Asterix, L’iris blanc (di cui vi parleremo presto con una Short Review del nostro corrispondente oltralpe), ecco una nuova puntata della rubrica Collaterali in edicola.


Se dovessi scegliere un aggettivo per il mio rapporto con Asterix, avrei pochi dubbi e opterei per “altalenante”. Quando infatti l’ho scoperto – a metà anni Settanta – sulle pagine dell’Oscar Mondadori n° 687, il mio giudizio era più che mai ondivago: da una parte mi piaceva la storia e l’incantevole caratterizzazione della bisbetica Cleopatra (“che nasino…”), dall’altra l’espediente della pozione magica che risolveva tutto mi sembrava troppo semplicistico; inoltre non mi entusiasmava l’insolito formato “orizzontale”, ma avrei scoperto soltanto eoni dopo che le BD nascevano in tutt’altro formato – e soprattutto a colori e non certo in bianco e nero…

Gli albi successivi che riuscii a procurarmi consolidarono, da una parte, la mia “avversione” per le continue vittorie dei Galli contro i Romani grazie all’immancabile pozione, dall’altra il gradimento per alcune storie azzeccate grazie, soprattutto, alla fantasia verbale che impreziosiva le trame. Fondamentale, sotto questo aspetto, era il lavoro del traduttore storico di Asterix in Italia, Marcello Marchesi, che – come avrei scoperto anni dopo – riusciva spesso a rendere comprensibili e divertenti i continui giochi di parole del testo originale*… ma il personaggio, nel complesso, continuava a non convincermi completamente.

Quando, a fine anni Ottanta, mi trasferii in Francia come assistente di lingua, saccheggiai la biblioteca della scuola in cui lavoravo per leggere finalmente Asterix in lingua: fu a quel punto che mi accorsi che il piacere della lettura scaturiva non tanto dalle trame dei singoli episodi quanto dall’irrefrenabile fantasia verbale dei protagonisti e dalla ripetizione farsesca delle situazioni con varianti minime (i tentativi – inutili – con cui Obelix cerca di bere la pozione, la nave dei pirati continuamente colata a picco, il bardo Assurancetourix sempre ridotto al silenzio, le gag tra il capo del villaggio Abraracourcix e sua moglie…). Era un fumetto sciovinista, “100% francese”? Sì, ma questo particolare finì per pesare sempre meno nella mia valutazione. Certo, preferivo gli albi scritti da René Goscinny e disegnati da Albert Uderzo, ma con il tempo ho finito per apprezzare anche quelli in cui Uderzo (dopo la scomparsa dello sceneggiatore avvenuta nel 1977) ha scritto in prima persona i testi.

Alla fine del 2014, i quotidiani del Gruppo RCS si sono lanciati in un collaterale dedicato ad Asterix composto da 35 volumi settimanali, ciascuno dei quali contenente un albo originale e diverse pagine di approfondimento. All’inizio del 2019, in occasione del suo 60° anniversario (Asterix debuttò sulle pagine della rivista Pilote nel 1959), il collaterale viene riproposto da Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport in una versione dal formato più snello ma che presenta tre albi in più rispetto a cinque anni prima: in particolare, la collana debutta con l’albo più recente, Asterix e la corsa d’Italia (il terzo, all’epoca, scritto da Jean-Yves Ferri e disegnato da Didier Conrad, gli autori che avevano “ereditato” la gestione del personaggio) e include il prequel della serie – Come fu che Obelix cadde da piccolo nel paiolo del druido – in cui viene ampliato l’episodio continuamente citato dal druido Panoramix, che evita sempre di somministrare la pozione al gigantesco amico del protagonista tranne rarissime eccezioni (tra cui quella che ho mostrato in precedenza, per uscire dalla piramide in Asterix e Cleopatra). Si tratta, come dicevo, di una versione più “snella” e meno approfondita di quella precedente dal punto di vista editoriale, ma sicuramente imperdibile per chi volesse procurarsi tutti gli albi della collana a un prezzo contenuto, sebbene – ahimè – non presentati nell’ordine di pubblicazione originale.

*Dopo aver dedicato nuovamente il giusto tributo (soprattutto dopo essere diventato traduttore a mia volta) alla bravura di Marcello Marchesi, chiudo con un piccolo aneddoto… Quando arrivai in Francia e presi in mano il mio primo albo di Asterix, cercai spasmodicamente la prima occorrenza della sempiterna battuta “Sono Pazzi Questi Romani” per scoprire quale fosse il testo originale, mirabilmente tradotto in modo da adeguarlo all’abbreviazione “SPQR”: e mi resi conto che – in mezzo alle infinite e geniali invenzioni di Marchesi – questa NON era tale, perché i Galli si limitano a dire “Ils sont fous, ces Romains”… di cui “sono pazzi questi romani” è semplicemente la traduzione letterale.

ASTERIX
Gazzetta dello Sport
38 uscite settimanali
2 gennaio 2019 – 19 settembre 2019

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