“Teenage Mutant Ninja Turtles” #5 di Aaron, Robertson, Rapmund & Avina

Si iniziano a vedere i primi personaggi oltre le TMNT: Casey Jones e Hieronymus Hale

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6/10

Il fatto che la Panini Comics abbia aumentato di 1€ il costo di questo spillato da 24 pagine ha dell’incredibile! La differenza con altre case editrici e la gestione della “corposità” dell’albo non regge il confronto con i costi. Da aprile 2025 infatti, gli aumenti sono stati plasmati rispetto alla foliazione dei diversi comics.

Dopo questo doveroso cappello introduttivo, parliamo di questo albetto che continua la serie Ritorno a New York, parte cinque: La legge del Piede e ci porta direttamente nella Grande Mela per raccontarci dell’ascesa al potere di Hieronymus Hale, personaggio che diverrà importante per la struttura narrativa della storia.
Per la prima volta, dopo i quattro numeri introduttivi dedicati alle diverse Tartarughe Ninja (e non solo), abbiamo una sorta di “pausa” dai personaggi principali. Infatti, in questa nuova avventura, i 4 fratelli si vedono solo in due tavole – un flashback – che sono propedeutiche all’introduzione di Casey Jones, personaggio che già in altre serie abbiamo conosciuto, e che qui entra in scena quando le TMNT non sono ancora totalmente attive per difendere la città. Lui, sfruttando questo vuoto, si prodigherà per salvaguardare le persone non solo dal Clan del Piede ma, soprattutto, dal loro comandante: il Procuratore Hale.

Asceso al potere e ricco di un passato da uomo anonimo, Hale percorre una carriera in solitaria per arrivare a diventare il politico che ha sempre voluto essere.
Jason Aaron ci racconta del personaggio – sia nel momento presente, sia in lunghi e affascinanti flashback – per svelare come Hieronymus Hale è divenuto il cattivo che è.
È importante ricordare come nei numeri precedenti (fin dal primo albo) la scrittura di Aaron sia stata disseminata da dettagli importanti su questo personaggio, dandoci la sensazione che, oltre alle TMNT, ci fosse dell’altro nascosto e pronto ad emergere e prendere una posizione rilevante. E così è stato!

I disegni di Darick Robertson, accompagnato alle chine da Norm Rapmund, sono puliti e funzionali, spesso con layout semplici rispetto alle strutture più dinamiche ed estrose dei comics statunitensi – come equilibrati e chiari risultano i colori di Tony Avina che creano una buona osmosi con tutto il reparto grafico.

Un numero, questo, che vive nella sua stasi narrativa e che sicuramente non emerge rispetto a quelli incontrati finora, ma risulta un tassello fondamentale per il prosieguo della serie.

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Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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