Abbiamo già accennato alla diversa considerazione di cui gode il fumetto in Francia: studi e cattedre universitarie, valorizzazione museale (ne abbiamo parlato qui e qui).
Ulteriore tassello di un riconoscimento patrimoniale comunque acquisito, la Bibliothèque Nationale de France pubblica un “appello a dono” (esentasse) per l’acquisto delle tavole originali de La Bête est morte! La guerre mondiale chez les animaux (La Bestia è morta! La guerra mondiale degli animali), scritto dall’editore Victor Dancette insieme al giornalista Jacques Zimmermann e disegnato da François-Edmond Calvo, valutate a 875.000 €.
Il fumetto, sconosciuto in Italia come i suoi autori, è eccezionale per almeno un paio di motivi.
Innanzitutto dal punto di vista grafico: non a torto, Calvo è soprannominato il “Disney” francese. Al pari, ad esempio, di Lino Landolfi, il cui Procopio (1951-1968) mostra inizialmente tutta l’influenza del vecchio Walt, anche Calvo ne assimila forme e tipologie – la morbidezza del tratto, le gouaches e gli aquarelli, l’antropomorfismo animale – rinnovandone però i contenuti in maniera drammaticamente premonitrice : i Francesi sono ritratti come conigli o scoiattoli, i Tedeschi sono dei lupi, gli Italiani iene, e già si fa cenno ai campi di concentramento (e il pensiero va ovviamente a Maus di Art Spiegelman, ammiratore dell’opera).
Dal punto di vista storico, La Bête est morte! rappresenta un atto di resistenza partigiana. Le due parti che compongono la storia furono infatti realizzate ed edite rispettivamente nell’agosto 1944 – «nell’antro della Bestia», mentre ancora si combatteva nelle strade di Parigi – e nel giugno 1945, a guerra finita.
Un fumetto attuale, un’operazione lodevole e un’assenza ingiustificata sugli scaffali italiani.