Nathan Never n.400
“I padroni dei sogni”

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Un numero celebrativo per una storia non celebrativa. Questa in (estrema) sintesi la “catchphrase” da apporre sulla torta con le prime 400 candeline per l’ormai Direttore Alfa.

Nei precedenti centenari, tutti a firma di Bepi Vigna, quest’ultimo aveva puntato sempre – in un modo o nell’altro – su una lettura se possibile ancor più personale dell’eroe eponimo della testata, portandolo a confrontarsi con differenti versioni di sé (nel n.100, tema poi magistralmente ripreso da Medda a breve distanza), con ulteriori storie di un futuro passato (nel n.200, in cui ricomparivano dopo diversi anni i cerchi Shanachies della setta Yakumono), e addirittura con il (probabile) tessuto stesso della realtà in pieno stile Matrix (nel n.300, che in qualche modo pone alcune delle basi del Vigna-verso che sta attualmente attraversando la serie, e il cui ultimo rigurgito in ordine di tempo è dato dal ritorno di Edward Reiser nel n.398).

Michele Medda invece costruisce una – come sempre solida – storia dal tono complottistico, la quale comunque parte con una sequenza che riguarda Nathan da vicino. Va detto che l’autore è sempre stato quello che, nel trio sardo, ha maggiormente posto l’accento sui risvolti sociali e geopolitici della società del futuro in cui Nathan vive e agisce (pur contaminandoli con altri aspetti), dall’iniziale problema degli emarginati dei livelli inferiori, ai dietro le quinte della politica cittadina (cfr. ad esempio qui e qui), fino all’attuale scala di profilazione che introduce il concetto di soggetto “nolens”. Quest’ultimo è uno dei punti su cui poggia la strategia in base alla quale tutte le pedine vengono, con la dovuta pazienza, messe sul tavolo, per poi essere allineate nella fase finale allo scopo di scoprire il vero elemento portante di tutta la vicenda.

Da un punto di vista tecnico, il cosiddetto “disvelamento delle carte” avviene forse un pelo troppo in zona Cesarini, ma in questo caso è evidente la bravura di Medda nel ricondurre al giusto equilibrio tutte le fasi in cui si articola il racconto, gestendo al meglio le pagine a disposizione e azzerando le eventuali sbavature che sarebbero derivate da una non corretta ritmica narrativa. In più, un certo qual legame si crea anche con il numero precedente, che vedeva l’ingresso di una nuova giovane agente speciale (evento sempre troppo raro per una testata che parla di un’agenzia di investigazione di portata globale), tale Erika Tanner, dallo spiccato senso naturalistico/ecologista, e anche lei corredata dalla sua brava backstory – che forse tornerà utile agli sceneggiatori più in là. Forse è proprio per compensare i lentissimi turnover dell’Alfa che Medda mette sin da subito in seri rischi la povera Erika. Di certo, un enorme tallone d’Achille che la testata si porta dietro da molto tempo è proprio la scomparsa di quella vocazione “corale” con la quale era pur stata presentata illo tempore al pubblico. Il succedersi delle fasi storiche, che fa il paio con l’avvicendarsi degli showrunner – giusto per rendere meglio l’idea della presenza di autori che più di altri hanno condizionato il succedersi degli eventi per Nathan e soci in un dato periodo – ha lasciato sul campo proprio la citata vocazione come vittima d’eccezione, ed un suo opportuno ripristino continua ad essere auspicato dai lettori.

L’operato di Rosario Raho, coadiuvato ai colori da Elisa Sguanci e Daniele Rudoni – già visti all’opera su un analogo anniversario – conferma l’impressione già avuta ai tempi delle NAC del BVZM, vale a dire eleganza mista a staticità. Le tavole traboccano di gradevoli istantanee, ma continua a mancare un compiuto senso di dinamismo, come se l’estetica prevalesse eccessivamente sulla cinèsi – tra l’altro, simili osservazioni sono spesso state rivolte anche all’indirizzo di Claudio Castellini. È pur vero che spesso e volentieri è proprio il panneggio cromatico ad “appesantire” le vignette – e questo fa non poca differenza, specialmente nel caso di un tratto che non lavora per sottrazione, ma anzi punta molto sulla cura del particolare.

Poco altro rimane da dire, se non un piccolo plauso alla “killer application” operata in sede di programmazione per avere due numeri consecutivi che vedono l’apporto di una nuova Agente Alfa, nell’augurio che a ciò non segua un prolungato periodo di oblìo come accaduto per altri agenti. La penna di Medda continua fortunatamente a non deludere, sebbene lo slot rimanga un po’ sprecato. Non rimane quindi che convincersi di aver letto il pre-antipasto del fortemente sbandierato cross-over con Martin Mystère, per il quale bisogna ancora attendere un altro numero di “preparazione” (l’antipasto) e augurandosi di non arrivare al dunque già con la pancia relativamente piena.

Nathan Never
n.400 “I padroni dei sogni”
di Michele Medda e Rosario Raho, Daniele Rudoni e Elisa Sguanci
16x21cm, 96 pagine, b/n, 4,90€
Sergio Bonelli Editore, Settembre 2024

Oscar Tamburis

Da sempre convinto sostenitore della massima mysteriana "L'importante non è sapere le cose, ma fare finta di averle sempre sapute"

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