Comanche

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Vacanze di Natale 1979. Nel numero 51 della V annata di Lanciostory (curiosamente, lo stesso albo in cui termina il “libero” intitolato Testimonianza KR 816 che mi ha dato lo spunto per un articolo della rubrica Benemerita Eura) viene pubblicato il primo episodio di una nuova BD western, intitolata Comanche e opera di una coppia già affiatata: si tratta infatti di Greg (pseudonimo di Michel Regnier) per i testi e di Hermann (pseudonimo di Hermann Huppen) per i disegni, già visti all’opera per Bernard Prince.

Comanche è la proprietaria del Ranch 666 e ha come unico aiutante un vecchio chiamato Ten Gallons. I due vengono affiancati dal pistolero Red Dust che li aiuta a sventare un complotto mirato a impadronirsi del ranch, che acquisirà grande valore quando vi transiterà una ferrovia di prossima costruzione. Questo trio di “interpreti principali” verrà poi integrato dagli altri componenti del Ranch 666 che – secondo la dichiarazione programmatica che conclude il secondo episodio – daranno vita a un vero e proprio western corale, in cui “…cheyenne, soldati, contadini, neri e bianchi […] formavano quelle strane comunità che sorgevano spontaneamente sotto i cieli del West […]. Il 666 […] era di più che un semplice pugno di uomini… erano giganti intenti a costruire un nuovo mondo“.

Come già successo per altre BD di Greg apparse a fine anni ’60, Comanche viene pubblicata – dal 1969 – sulle pagine della rivista Tintin per essere poi serializzata solo in un secondo tempo nei classici albi cartonati alla francese, pubblicati dalle Éditions du Lombard in Belgio e da Dargaud in Francia a partire dal 1972. Lanciostory pubblica in poco meno di dieci mesi le prime 8 avventure di Comanche, suddivise come di consueto in tre episodi settimanali consecutivi, per poi proporre anche gli ultimi due cartonati disegnati da Hermann (pubblicati nel frattempo in Francia) nel 1981 e nel 1983.
Dopo l’abbandono del disegnatore, impegnatissimo con il suo Jeremiah, Comanche riappare negli anni ’90 con i disegni di Michel Rouge in cinque nuovi albi cartonati, sempre scritti da Greg compreso l’inizio dell’ultima storia, Red Dust express, rimasta a lungo incompiuta per la morte dell’autore nel 1999 (l’albo verrà poi completato da Rodolphe e pubblicato nel 2002). I lettori italiani riusciranno a leggere la saga completa nella Collana Western venduta in allegato con la Gazzetta dello Sport, che nel 2015 ristampa la serie – con numerazione autonoma – negli albi da 27 a 34, con alcuni interessanti editoriali nell’ultimo volume.

Western corale, dicevamo: è però innegabile che, nonostante la serie sia intitolata alla protagonista femminile, le avventure ruotino in gran parte intorno alla figura di Red Dust: pistolero praticamente infallibile ma di grande dirittura morale, è spesso al centro dell’azione e, soprattutto, grazie alla sua abilità con la pistola risolve le situazioni più complicate fin dal primo episodio, oltre a diventare protagonista in solitaria nella minisaga in cui insegue e uccide il malvagio Russ Dobbs, per poi essere incarcerato alla fine del quarto episodio. Il mio episodio preferito è quello successivo, Le desert sans lumière (ristampato nel numero 3 della Collana Western), in cui Red Dust esce di prigione e viene messo a dura prova nel suo percorso di riabilitazione agli occhi di alcuni inesorabili tutori della legge e anche, con grande realismo, dei suoi compagni di vita e d’avventura.

Un piccolo appunto finale: secondo un’intervista a Hermann contenuta nell’ultimo albo della Collana Western, Red è innamorato di Comanche ma senza che questo venga mai reso esplicito da Greg, tanto da far sospettare che la “svolta romantica” con cui si conclude l’intera serie sia tutta farina del sacco di Rodolphe per una sorta di fan service offerto ai lettori di cui, personalmente, non sentivo affatto la necessità.

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