Come accennato in vari articoli precedenti, il western è stato uno dei generi predominanti – se non quello predominante tout court – dei primi anni di pubblicazione dei settimanali Eura e presto ne parlerò in un articolo della relativa rubrica. E quando le BD sbarcano in forze sulle pagine di Lanciostory e Skorpio, a partire da metà 1979 per poi dilagare nei primi anni Ottanta, lo fanno a loro volta con varie serie western.
Se di Comanche e Buddy Longway ho già parlato negli articoli a loro dedicati, ecco una breve panoramica delle altre BD western apparse in quegli anni.
La prima BD in assoluto pubblicata da Lanciostory nel n° 23 della V annata (1979) è La leggenda di Mac Coy, che prende il nome dal primo episodio di una famosa serie western (originariamente intitolata, semplicemente, Mac Coy) scritta da Jean-Pierre Gourmelen e disegnata da Antonio Hernandez Palacios.
Ogni avventura apparsa nei classici albi cartonati viene suddivisa in quattro episodi, alternando pagine a colori ad altre in bianco e nero (la formula “tuttocolore”, che avrebbe reso maggiore giustizia alle BD originali, verrà adottata solo negli anni successivi).
Lanciostory pubblica i sette albi francesi apparsi fino a quel momento – l’ultimo episodio è contenuto nel n° 10 della VI annata – senza poi riprendere le pubblicazioni in seguito (in Francia, la serie di Mac Coy arriverà a 21 albi in totale).
La serie è ambientata alla fine della guerra di secessione. Alexis Mac Coy è un sergente maggiore, tratteggiato sulle sembianze di Robert Redford: un militare molto sui generis, anticonvenzionale, ben poco ligio alla disciplina, protagonista di avventure in cui predomina il carattere grottesco delle situazioni, carattere che viene reso perfettamente dai disegni di Gourmelen.
Nel frattempo, Skorpio non sta con le mani in mano. Nel n° 2 della IV annata (1980) debutta infatti un vero e proprio classico della BD western: Blueberry, scritto da Jean-Michel Charlier e disegnato da Jean “Moebius” Giraud.
Anche in questo caso, ogni avventura viene suddivisa in quattro episodi ma senza alternarli ad altre serie (come era invece successo a Mac Coy i cui episodi, per alcune settimane, si erano alternati con quelli di Comanche): Skorpio pubblica infatti i 19 albi apparsi fino a quel momento in Francia per 76 – SETTANTASEI! – settimane consecutive, con l’ultimo episodio contenuto nel n° 25 della V annata.
È da notare che, nel 2012, Skorpio riprenderà la serie da dove era stata interrotta, pubblicando i 9 albi conclusivi della collana francese seguiti dagli spin off Marshall Blueberry e La gioventù di Blueberry. Non solo: i 28 albi della “serie classica” di Blueberry vengono anche ristampati nel 2013 – due per volume – in un’apposita collana mensile dell’Editoriale Aurea.
Tutti segnali dell’immenso successo di questo personaggio, tratteggiato sulle sembianze di Jean-Paul Belmondo, che meriterebbe un articolo a parte… ma non contate su di me, perché confesso (ohibò!) che non è mai stato tra i miei preferiti.
Prima di nascondermi da qualche parte a espiare la confessione di cui sopra, passo a un’altra BD western che fa il suo esordio nel n° 51 della VI annata di Lanciostory (1980) con il titolo Trapper: si tratta di Jonathan Cartland, serie scritta da Laurence Harlé e disegnata da Michel Blanc-Dumont.
Lanciostory pubblica soltanto quattro dei cinque albi apparsi in Francia fino a quel momento (alternando gli episodi a quelli di un’altra famosa BD, Bernard Prince), con l’ultimo episodio contenuto nel n° 16 della VI annata. Riprenderà poi le pubblicazioni nel 1989, proponendo gli altri cinque albi francesi usciti nel frattempo, senza però mai proporre il decimo e ultimo albo che completa la serie nel 1995.
Se le storie di Mac Coy virano spesso verso il grottesco e il personaggio di Blueberry è talvolta scanzonato, le avventure di Jonathan Cartland sono invece dure e cupe, grazie anche alla perfetta resa dei disegni di Dumont: il trapper, dopo la barbara uccisione della moglie indiana, cerca di dimenticare quell’evento senza riuscirci.
Emblematico l’albo con cui vengono sospese le pubblicazioni nel 1981, annunciato al tempo come l’ultimo della serie e che ne costituisce una degna fine (seppur temporanea – ma questo lo avremmo scoperto anni dopo), con Jonathan che cerca invano di redimere la protagonista di quella storia, sprofondata nella droga e nella prostituzione: temi estremamente forti e realistici per un fumetto dell’epoca e ancora di più per un western.
Lode alla Gazzetta dello Sport che, a partire dall’agosto 2014, pubblica in un apposito collaterale (Collana Western) le cinque BD descritte in questo articolo: una collana imperdibile di cui parleremo a tempo debito.
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