Festival International de la Bande Dessinée 52e édition: Palmarès 2025

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Si è conclusa domenica 2 febbraio la 52a edizione del Festival International de la Bande dessinée di Angoulême, il più prestigioso festival di fumetti, almeno in Europa e a dispetto del primato cronologico che spetta a Lucca (che a comics, in inglese, ha affiancato games, sempre in inglese, come se i primi non bastassero).

Cosa resta, dopo quattro giorni di polemiche sul management illecito e coercitivo della società che gestisce l’evento, Art9+, polemiche innescate in seguito al licenziamento giudicato abusivo di una impiegata che ha denunciato un collega per stupro, ma anche quattro giorni nei quali, come sempre, uno stupore infantile ha colto chiunque si trovasse davanti ad un autore che gli disegna una dedica, autore finalmente remunerato dalle case editrici con un ‘obolo’ giornaliero garantito per legge, perché le vendite dei fumetti, bédé, comics o manga che siano, trainano da sole tutta l’editoria francese, con cifre da capogiro che solo l’anno scorso hanno raggiunto le 68 milioni di copie?

Oltre alla nota del Ministero della Cultura, che doverosamente segue da vicino le vicende giudiziarie sopra indicate, restano i fumetti appunto, per i quali si rimanda i più fortunati alle mostre ancora in corso (come Herself dedicata a Posy Simmonds, Grand Prix dell’anno scorso, o ancora quella consacrata all’Uomo d’acciaio: Superman. Le héros aux mille-et-une vies), e tutti al palmarès dei vincitori dei vari premi annessi, il cui elenco si può trovare QUI, e tra i quali si segnala almeno il premio del miglior album (Fauve d’or) assegnato quest’anno a Luz, Deux filles nues, ovverosia la storia dell’ascensione del nazismo vista dal quadro dipinto nel 1919 da Otto Müller e oggi conservato al Ludwig Museum di Colonia (di Luz si può leggere in italiano Catharsis del 2015, ritorno alla vita dopo l’eccidio di Charlie Hebdo cui Luz sfuggì per un ritardo – membro della redazione, era andato a comprare dei dolcetti per tutti ; e Testosterror del 2023) ; Méteores di Tommy Redolfi e Jean-Christophe Deveney, premio speciale della giuria (ex-æquo con En territoire ennemi di Carole Lobel), cronaca malinconica di un’America sul bordo del precipizio raccontata dal bancone di un bar, in un formato orizzontale che altrimenti esplora le possibilità temporali del fumetto; Au revoir Comanche di Roman Renard (Fauve polar SNCF, del quale abbiamo parlato qui e la cui lettura si consiglia a tutti, non solo agli appassionati della serie omonima di Hermann e Greg); Impenetrable di Alix Garin, Prix du public France Televisions, tempestivamente e meritoriamente tradotto dai tipi di BAO Publishing (così come il precedente, commovente Non mi dimenticare), racconto in prima persona della riappropriazione del proprio corpo e dei propri desideri a partire dal momento in cui s’è dato un nome alla malattia di cui soffriva l’autrice.

Il premio Patrimoine assegnato quest’anno a Come over come over di Lynda Barry, una delle grandi voci del fumetto alternativo (ma non solo) americano, oggi professoressa d’arte all’Università di Wisconsin, Madison, entrata nel 2016 nella Hall of Fame degli Eisner Awards e praticamente sconosciuta in Italia. 

Tutti, fumetti come accuse, come sempre specchio agli antipodi della società in cui viviamo.

Vasco Zara

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