Abbiamo visto, nell’articolo precedente, che Jim Steranko aveva messo in scena una falsa morte di Capitan America, facendo inoltre intendere che quella di Steve Rogers fosse una falsa identità. Così, quando l’eroe tornò in azione, la gente credette che il volto sotto la maschera non fosse più quello di Rogers e l’eroe avrebbe quindi potuto godersi un po’ di privacy quando fosse stato “in borghese”, senza dover temere agguati. Nonostante la bellezza di questi episodi, sembra che Stan Lee non abbia gradito la strada percorsa da Steranko e dal n. 114 tornò a scrivere la testata lui stesso, questa volta con al fianco John Romita (il disegnatore del Cap degli anni ‘50) e un nuovo arrivato alle chine: Sal Buscema, il fratello minore di Big John.
In questo episodio, Steve Rogers decide innanzitutto di cercare un po’ di normalità nella sua vita invece di tornare dai suoi compagni Vendicatori. Volendo incontrare l’amata Sharon Carter, Steve indossa il suo costume da Capitan America (avendo deciso che nemmeno lo S.H.I.E.L.D. dovesse sapere qual è la sua identità segreta), si reca da Nick Fury e lo trova in compagnia di Rick Jones/Bucky. Lì scopre che Sharon è in pericolo nel corso di una missione contro l’A.I.M. (Avanzate Idee Meccaniche). Cap e Rick/Bucky intervengono celermente in suo aiuto e, a battaglia finita, Capitan America chiede a Sharon di rinunciare alla sua vita pericolosa con lo S.H.I.E.L.D. per intraprendere una seria relazione con lui. Quando Sharon rifiuta, Cap decide che non glielo chiederà mai più e se ne va, decidendo di provare a costruirsi una nuova vita per conto suo. Dopo essersi tinto i capelli e aver usato del trucco per alterare i suoi lineamenti, si mette alla ricerca di un hotel dove soggiornare ma, privo di qualsiasi documento d’identità, deve accontentarsi di un albergo di infimo ordine. Solo, nella sua stanza, si domanda se sarà costretto a trascorrere il resto della vita come un simbolo umano, una macchina da combattimento mascherata e senza emozioni, o se riuscirà mai a vivere un’esistenza normale. Questa domanda rimane senza risposta perché, proprio in quel momento, il Teschio Rosso si materializza davanti a lui. Ha finalmente recuperato il Cubo Cosmico e ora possiede di nuovo il potere di fare tutto ciò che desidera!
Per illustrare lo scontro tra il Teschio e Cap su Captain America 115, arriva “Big John” Buscema, con suo fratello Sal agli inchiostri, in un episodio che vede le apparizioni di Sharon, Rick Jones, alcuni Vendicatori, Jarvis e la Brigata Giovanile. Il Teschio Rosso utilizza il potere del Cubo Cosmico per torturare Cap: lo trasporta su un mondo alieno, lo scaglia su un diverso piano di esistenza e alla fine lo rimpicciolisce, finché non decide di escogitare un piano di vendetta definitivo: cercando nella mente di Cap la persona più significativa per lui, il Teschio Rosso usa il Cubo Cosmico per teletrasportare Sharon Carter nella stanza.
Quindi, per rendere completa la sua vendetta, il Teschio scambia il suo corpo con quello di Capitan America! E Sharon (ignorando ciò) cerca protezione abbracciando il Teschio nel corpo di Cap. Quando il vero Cap cerca di spiegare a Sharon cosa sia successo, l’unica cosa che lei riesce a pensare è che il Teschio Rosso sia impazzito.
Sul numero successivo, il 116, dopo gli intermezzi di Romita e Buscema, arriva in pianta stabile ai disegni Gene Colan (The Dean, il “Decano”, come lo chiamava Lee), che rimarrà sulla serie fino al maggio 1971, coronando un proprio sogno di gioventù: era infatti cresciuto leggendo le avventure del personaggio su Captain America Comics negli anni ‘40, ammirando e ispirandosi al lavoro di Joe Simon e Jack Kirby.
Allontanata Sharon Carter con una scusa, il Teschio Rosso (ora nel corpo di Capitan America) continua a mettere in difficoltà il vero scudiero a stelle e strisce (ora con il corpo e la maschera del Teschio) facendolo diventare un ricercato – dall’esercito, dalla polizia, dai suoi amici Vendicatori. Nel frattempo, Rick Jones/Bucky, grazie all’aiuto della banda di radioamatori chiamata la Brigata Giovanile, rintraccia Cap/Teschio il quale – con grande sorpresa – lo allontana in malo modo, dicendogli che non ha bisogno di lui. Rick obbedisce e se ne va pensando che tutti i suoi dubbi sul non essere all’altezza del Bucky originale siano veri. A quel punto, il Teschio Rosso decide di trasportare Capitan America sull’isola caraibica in cui governano gli Esiliati (il gruppo di ex dittatori della Seconda Guerra Mondiale, vecchi alleati del Teschio, visti per l’ultima volta su Captain America 104), nella speranza che questi lo uccidano pensando di vendicarsi finalmente del Teschio Rosso per un suo precedente tradimento nei loro confronti.
Su Captain America 117 si assiste a un debutto storico, quello del primo eroe Marvel afroamericano, Falcon. Negli anni, Sam Wilson (il cui nome verrà rivelato solo sul numero 118) diventerà uno dei compagni di battaglia più vicini a Capitan America e un sincero amico per Steve Rogers, fino a sostituire (finalmente!) Bucky Barnes come suo partner e guadagnarsi persino un posto nel titolo della serie che dal n. 134, fino al giugno del 1978, diventerà Captain America and the Falcon.
Come previsto, gli Esiliati attaccano il vero Capitan America credendolo il Teschio Rosso. Ma Steve Rogers ottiene l’aiuto di un improbabile alleato: un falco che sembra essere stato addestrato a combattere e che lo difende. Con gli Esiliati distratti dal rapace, il vero Cap riesce a fuggire e a nascondersi nella giungla. Lì si toglie la maschera e, non sapendo se gli Esiliati possano conoscere il vero volto del Teschio Rosso, usa dell’argilla per camuffare grossolanamente i suoi lineamenti.
Nel frattempo, negli Stati Uniti, il vero Teschio Rosso nei panni di Capitan America decide di iniziare la fase successiva del suo piano: rovinare il buon nome del Capitano in modo che, quando il suo vero corpo verrà trovato morto, nessuno piangerà la sua scomparsa. Tuttavia, l’uso del Cubo Cosmico da parte del Teschio Rosso non è passato inosservato, e al quartier generale segreto dell’A.I.M. gli scienziati che avevano creato quell’artefatto riferiscono la cosa al loro leader M.O.D.O.K., che è ancora vivo e vegeto. Sull’isola degli Esiliati il falco, chiamato Redwing, torna dal suo padrone, che lo aveva inviato per salvare l’uomo attaccato dai gerarchi nazisti. Il vero Capitan America individua questo giovane afroamericano e lo ringrazia per il suo aiuto. Il giovane, originario di Harlem, dice a Capitan America che ha sempre avuto una passione per i volatili e che è passato dall’addestrare piccioni sui tetti di New York all’acquistare il suo falco Redwing e ad addestrarlo. Spiega anche di aver risposto ad un annuncio sul giornale di qualcuno che voleva affittare un falco da caccia su quell’isola haitiana, ignaro di essere così entrato al servizio degli Esiliati. Dopo aver appreso dei loro trascorsi, il giovane ha invece deciso di aiutare la popolazione locale che era stata schiavizzata dagli Esiliati e ha, con scarso successo, cercato di convincerla a ribellarsi. Ispirato dal desiderio di rivolta del giovane, Steve si offre di aiutarlo e gli spiega l’importanza di adottare una maschera e un costume come simbolo. Così, la gente del posto gli confeziona questo costume. Il giovane lo indossa e diviene il nuovo campione dell’isola: Falcon!
Il mese successivo Cap addestra questo nuovo supereroe in vista dello scontro con gli Esiliati, mentre il Teschio crea parecchio subbuglio a New York con i suoi tentativi di infangare il buon nome di Capitan America. Rick Jones compie una scelta che cambierà il suo destino: decide di abbandonare il ruolo di Bucky e finirà per legarsi a quello di Mar-Vell, alias Capitan Marvel (Captain Marvel n. 17 dell’ottobre 1969).
Sull’isola degli Esiliati, terminato l’addestramento di Falcon, quest’ultimo e il vero Capitan America ingaggiano battaglia. La gente del posto, ispirata dai due eroi, si unisce a loro sollevando una vera e propria rivolta popolare contro gli Esiliati, mettendoli in fuga. Il vero Teschio Rosso, che osserva la scena furioso, decide che il momento della morte di Capitan America è arrivato.
La saga si conclude su Captain America 119 con lo scontro finale tra l’ex gerarca nazista, Cap e Falcon. Usando il Cubo Cosmico, il Teschio Rosso torna alla sua forma originale (restituendo l’equivalente a Capitan America) e si teletrasporta a Berchtesgaden – un castello di sua proprietà in Germania – ove trasporta anche Cap, Falcon e il suo uccello Redwing per affrontarli. Nella battaglia che ne deriva, tutto sembra perduto per gli eroi poiché il Teschio continua ad usare il Cubo Cosmico a proprio vantaggio. Nel frattempo, però, al quartier generale dell’A.I.M. gli scienziati di M.O.D.O.K. hanno lavorato duramente per creare un dispositivo che permetta loro di impedire che il Cubo Cosmico venga utilizzato da altri. Il Teschio Rosso trasporta se stesso, Capitan America e Falcon in un deserto per continuare la lotta, ma l’A.I.M. attiva il dispositivo creato dai suoi scienziati: il Cubo Cosmico inizia a sciogliersi nelle mani del Teschio che tenta di usarlo un’ultima volta ma, invece di distruggere i suoi odiati nemici, il nazista apparentemente disintegra se stesso.
Con la fine della minaccia di Teschio Rosso, Capitan America e Falcon considerano la loro vittoria aiutata dal destino (ignari del coinvolgimento dell’A.I.M.) e si allontanano verso il tramonto.
Chiudiamo l’annata 1969 con il numero 120, datato dicembre.
Dopo la loro battaglia con il Teschio Rosso, Capitan America e Falcon sono tornati in America. Accompagnando Falcon nella sua nativa Harlem, Capitan America gli dice addio e gli augura buona fortuna per la sua nuova carriera nella lotta al crimine in quella parte travagliata di New York.
Dal canto suo, Capitan America deve confrontarsi, come successo qualche mese prima all’Uomo Ragno su Amazing Spider-Man 68/70, con le proteste studentesche che scoppiavano nei college americani del tempo. In questo caso, però, dietro i disordini c’è un piano dell’A.I.M., guidato dal redivivo M.O.D.O.K. che vuole rapire il professor Paul Fosgrave per impadronirsi delle sue più recenti equazioni atomiche. Naturalmente Capitan America risolverà la situazione.
Con questa quinta e ultima parte dedicata agli anni ’60 del personaggio, salutiamo Capitan America in attesa di rivederlo impegnato in altre, appassionanti avventure che lo introdurranno negli anni ’70, un’epoca di rivoluzioni e cambiamenti.
CAPITAN AMERICA ANNI ’40
CAPITAN AMERICA ANNI ’50
CAPITAN AMERICA ANNI ’60
CAPITAN AMERICA ANNI ’70