Diabolik Anno X n.17 (197)
“Ricordo d’Altea”

Le storie degli anni '70 che hanno creato il mio immaginario fumettistico

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E Diabolik c’era, nelle mie letture bulimiche degli anni ’70, generate dagli scambi forsennati di fumetti con il mio amico Butch Walts, i rispettivi fratelli, i compagni di scuola e di giochi? Certo che c’era, anzi il suo formato tascabile era ancora più comodo di quello bonelliano, quando dovevamo nascondere i fumetti in mezzo ai libri mentre facevamo finta di studiare… Detto questo, tuttavia, il Re del Terrore – diversamente da Tex e Zagor – non è mai stato al top delle mie preferenze (come spiegavo in questo articolo), però provavo un’irresistibile quanto ingenua curiosità quando il nome di uno dei quattro protagonisti principali appariva in copertina: e quindi mi accaparravo albi tipo Nel covo di Diabolik, La morte di Eva (il n° 100, eccezionalmente a colori), Eva contro Diabolik, Il delitto di Ginko… e, soprattutto, Ricordo d’Altea, l’unico di cui per anni ho ricordato la trama a memoria.

Il fatto è che ho sempre avuto un debole per l’ispettore e ancor più per la sua splendida compagna, l’unica che riusciva e riesce (parzialmente) a renderlo “umano” e non un freddo – e sempre sconfitto – avversario di Diabolik: e quindi questo lungo flashback raccontato da Ginko all’amico Gustavo Garian (comprimario frequente nei primi anni di pubblicazioni) mi aveva appassionato tantissimo, fino all’ovvio disvelamento finale in cui si scopre che Altea non era morta in un disastro aereo.

Solo anni dopo ho scoperto che… il flashback era tale “in tutti i sensi”: e cioè che in questo albo veniva ri-narrato quanto già letto nel numero 22 della I Serie datato 1964, intitolato Il grande ricatto (entrambi gli albi erano scritti dalle sorelle Giussani e disegnati da Enzo Facciolo).
Un remake in piena regola, quindi, probabilmente ideato per i lettori più recenti: ma condotto con una maestria tale da tenermi avvinto nella lettura fino all’ultima pagina.

Diabolik nella rubrica Collaterali in edicola

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