Guida per neofiti e senza spoiler alle 30 storie essenziali del personaggio
Nella prima parte di questi articoli abbiamo scoperto le sei storie fondamentali di Zagor che è davvero necessario leggere per farsi un’idea del protagonista e dei contenuti della serie. In questa seconda parte potrete approfondire progressivamente la vostra conoscenza dello Spirito con la Scure, aumentando il numero di storie che potrete fissare, fino a venti. Non prima però di avervi ricordato che questi episodi non sono necessariamente da intendere come i più belli in assoluto della serie, ma che sono stati scelti per dare a un neofita di Zagor una conoscenza il più possibile variegata dell’universo narrativo della collana, senza spoiler (eccetto quelli già rivelati dalle copertine) e non limitandosi alle “solite” e sole storie nolittiane, che comunque ne rappresentano le fondamenta. E ora la domanda di rito che ormai conoscete: quante altre storie volete leggere?
“Ne voglio leggere altre quattro (per un totale di dieci)”
Splendido. Con dieci titoli complessivi abbiamo la possibilità di incontrare altri storici avversari di Zagor, e di iniziare a vedere come gli eredi di Nolitta hanno sviluppato il personaggio.
“Zagor contro il vampiro” (n.85-87, di Nolitta e Ferri, 1972) è un racconto che il creatore dello Spirito con la Scure, come faceva spesso, ha infarcito delle proprie passioni per i classici della cinematografia dei suoi tempi, in questo caso horror, a partire dal nome dell’avversario introdotto, il Barone Bela Rakosi, destinato a più ritorni nel periodo post nolittiano. Il papà di Zagor concepisce una trama che inizia all’insegna dell’epopea western più consolidata nell’immaginario comune, per poi inserire con disinvoltura l’elemento horror in un crescendo di misteri e terrore. Il nucleo principale della storia si svolge in una tenebrosa residenza, dove tuttavia non mancano momenti esilaranti grazie a un Cico in grande spolvero. In “Zagor contro il vampiro” fa inoltre il suo esordio il Dottor Metrevelic, grande esperto in materia, che in seguito affiancherà lo Spirito con la Scure anche in altre indagini con creature “impossibili”. Va infine ricordato che l’episodio segna l’inizio di quella che i lettori di Zagor chiamano, con affetto e nostalgia, “Golden Age“: cinquantaquattro albi consecutivi in cui la serie ha “sfornato”, con una continuità che non si è più vista, una storia indimenticabile dietro l’altra.
Un altro storico nemico dello Spirito con la Scure con caratteristiche sovrannaturali, ma ancora più originale del “classico” vampiro, lo incontrerete in “Kandrax il Mago” (n.129-133, di Nolitta e Ferri, 1976): un Druido risvegliatosi dopo un sonno secolare fra i resti di un villaggio megalitico nel Vermont. Vi richiama alla memoria il simpatico Panoramix di Asterix, il classico del fumetto franco-belga? Nulla di più sbagliato. Kandrax non si limita a preparare pozioni magiche con il suo falcetto d’oro infatti, ma vuole creare un regno fondato sulla magia e sui sacrifici umani in favore delle sue divinità, tra cui Donn l’Oscuro, che conosceremo di persona nei suoi successivi ritorni nella fase post nolittiana. Nell’avventura, a sfondo archeologico, Zagor e Cico sono affiancati dai due comprimari “svitati” più popolari della serie, componendo così il quartetto che fa capolino nel frontespizio di tutti gli albi di Zagor da trent’anni: oltre al cercatore di tesori Digging Bill, che avete già conosciuto nel precedente articolo, incontrerete infatti Bat Batterton, disastroso e fifone detective con cui Nolitta prende bonariamente in giro Sherlock Holmes e figure simili. Come il suo ispiratore, si produce in travestimenti per celare la propria identità (e in questo episodio ne vedrete uno dei più divertenti di sempre), ma nel suo caso c’è sempre un dettaglio che lo tradisce e che lo fa riconoscere senza troppe difficoltà dai suoi amici.
Come avrete visto nelle storie che avete già letto, Zagor quando è alle prese con le ingiustizie e le meschinità può diventare una furia ed ha tra i suoi più grandi nemici figure non meno eccezionali di lui, dotate di straordinarie facoltà intellettive o poteri sovrannaturali. L’avversario tuttavia più irritante, capace di far perdere la pazienza allo Spirito con la Scure “a pelle” per la propria spacconeria, è un uomo senza poteri, ma con straordinarie capacità che lo fanno eccellere in tutte le attività cui decida di dedicarsi (proprio tutte, dall’uncinetto alla pistola): Mike Gordon, in arte Supermike. E indovinate qual è la nuova missione a cui Mike ha deciso di dedicarsi in “Zagor contro Supermike” (n.122-125, di Nolitta e Ferri, 1975)? Diventare “il piantagrane di Darkwood”, con tanto di costume variopinto e grido di battaglia, per dimostrare di essere superiore allo Spirito con la Scure, umiliarlo agli occhi di chi lo ha sempre stimato e costringerlo a fare fagotto. E il punto è che riesce effettivamente a mettere Zagor in seria difficoltà. La loro competizione troverà una risoluzione molto originale, praticamente “televisiva”. Supermike è un nemico molto amato e richiesto dai lettori, ma purtroppo difficile da gestire: il suo unico ritorno, nella fase post nolittiana della serie, ha lasciato l’amaro in bocca.
A questo punto, dopo avervi suggerito nove storie di Nolitta, prima di parlare dell’episodio che chiude questo “round” è necessaria un’introduzione.
Nel precedente articolo abbiamo visto che l’ultima storia di Nolitta per Zagor è del 1980. Un’ “era” fa, insomma. Ma Zagor, “per tutti i tamburi di Darkwood!”, non è affatto finito lì, come pensano invece alcuni nostalgici. Molti autori vi ci sono avvicendati: basti pensare che ognuno dei sei numeri centenari è stato firmato da uno sceneggiatore diverso. Come spesso succede per i personaggi seriali, tuttavia, il periodo che segue l’abbandono del creatore non si rivela facile, perché giocoforza la testata è da ridefinire per non perdere di interesse e i ruoli di curatore e scrittore delle storie possono non coincidere più. Lo stesso è capitato su Zagor, solo che la fase si è prolungata per oltre un decennio, ribattezzato dai lettori “Medioevo“, in cui la serie ha avuto un andamento altalenante. “Medioevo” è un termine che evoca oscurità e involuzione, ma che con il senno di poi si può riconoscere come esagerato: di quegli anni si potrebbero ricordare infatti diverse storie interessanti, anche andando oltre alcuni sporadici episodi epocali. È però vero che per un periodo troppo lungo la serie ha smesso di sognare in grande, senza una programmazione ad ampio respiro che andasse oltre il singolo episodio. L’arrivo di Boselli e Burattini, a partire dal 1991, fu il segnale di svolta e, dopo alcune storie di “rodaggio”, l’episodio che ha segnato la rottura definitiva con il “Medioevo” (termine antipatico, ma che continuerò a usare per semplicità espositiva) merita a pieno titolo di figurare tra i primi dieci episodi di Zagor che dovreste leggere.

Con “L’esploratore scomparso” (n.345-348, di Boselli e Marcello, 1994) la serie torna infatti a “ruggire”, all’insegna della grande Avventura con la A maiuscola, aprendo la “seconda odissea americana” che condurrà Zagor e Cico in viaggio per due anni e mezzo di vita editoriale. Una svolta che si percepisce sin dal fatto che con “L’esploratore scomparso” tornano sulla scena personaggi molto amati come Fishleg e l’equipaggio della “Golden Baby“, lasciati nel cassetto per l’intero “Medioevo”. Con questo episodio avrete inoltre la possibilità di conoscere l’allegra convivialità dei rendez-vous dei trappers (i raduni dei cacciatori delle foreste, tra i quali spiccano “Doc” Lester e Pablo Rochas), ma anche Port Whale, il pittoresco ed immaginario porto sull’oceano Atlantico da cui sono partite alcune delle più belle avventure di Zagor. Oltre al rinnovo della tradizione della serie, vengono introdotti nuovi importanti personaggi, tutti britannici: Lord John Fraser, esploratore, Lady Emma, la sua caparbia moglie e, soprattutto, Nat Murdo, il segretario di quest’ultima, tra i personaggi più interessanti di Boselli e che riserverà più di una sorpresa ai lettori. Le nuove suggestioni aperte dalla “seconda odissea americana” si rinnoveranno periodicamente in ulteriori minicicli di episodi collegati, sui quali torneremo a tempo debito.
Cosa dite? A questo punto non volete più fermarvi e siete desiderosi di conoscere sia altre storie nolittiane, sia quelle dei suoi eredi? E quante?
“Ne voglio leggere altre cinque (per un totale di quindici)”
Ottimo. Ormai vi siete fatti una buona cultura delle basi zagoriane, e ad ogni nuovo turno potremo inserire un numero crescente di episodi del periodo post nolittiano.
“Il mio amico Guitar Jim” (n.100, di Nolitta e Ferri, 1973), unico numero centenario firmato dal creatore letterario della serie, vi consentirà di conoscere un amico storico dello Spirito con la Scure, sebbene non sempre affidabile. Guitar Jim, anche se è fondamentalmente un bravo ragazzo, è infatti un fuorilegge canterino dalla faccia pulita, con la peculiarità di nascondere una pistola nella cassa dell’inseparabile chitarra: un efficace esempio della capacità di Nolitta di ideare e caratterizzare personaggi in cui convivono aspetti positivi e negativi. Inizialmente combattuto da Zagor, più volte raggirato da Jim ed intenzionato ad assicurarlo alla giustizia (ma tra i due c’è sempre stata una reciproca simpatia, nonostante tutto), qui il fuorilegge è riproposto da Nolitta per la quarta volta, nella quale diventa definitivamente uno dei più grandi amici dello Spirito con la Scure. L’episodio è inoltre l’occasione per vedere quanto possa diventare collerico Zagor quando sente tradita la fiducia che concede. In seguito gli eredi di Nolitta riprenderanno più volte in mano Guitar Jim, con risultati non sempre convincenti.
Zagor e Cico, ormai lo sapete, sono spesso in viaggio, anche molto lontano dalla loro Darkwood. Ma anche senza questo espediente narrativo, Darkwood è da sempre il luogo fantastico in cui tutto può accadere e ogni elemento esotico è di casa, senza la necessità di spostarsi troppo. Comodamente a domicilio Zagor ha infatti avuto a che fare con thugs, sceicchi, samurai, cosacchi, ninja e, in tempi più recenti, guerrieri mongoli e tuareg. In questo filone di episodi è particolarmente significativo “Tigre!” (n.136-138, di Nolitta e Ferri, 1976-1977), in cui Nolitta riesce a trasmettere tutto il fascino e le suggestioni dell’India misteriosa, in una cupa vicenda in cui convivono magia, maledizioni, dramma familiare e horror. Con questo episodio ha infine termine, dopo quattro anni e mezzo, la “Golden Age” iniziata con “Zagor contro il Vampiro”: una vetta ineguagliata per la serie, da cui sono tratti nove dei racconti di Nolitta selezionati per questi articoli (ma in una classifica delle storie più belle in assoluto della serie potete stare certi che i titoli della “Golden Age” citati sarebbero di più).
“La terra dei Cherokee” (n.372-373, di Burattini e Chiarolla, 1996) è un episodio esemplare per comprendere come la Storia con la S maiuscola, in termini di documentazione e personaggi realmente esistiti, sia diventata un importante elemento narrativo nello Zagor moderno. In questo caso si fa riferimento al popolo pellerossa che, anziché combattere i bianchi in battaglia, decise di assimilarne il modo di vivere (dalle case all’organizzazione sociale, con un parlamento e propri giornali). Conoscerete Satko, il cherokee amico di Zagor sin dall’epoca nolittiana (e dopo questa premessa non vi sorprenderà sapere che fa l’avvocato per difendere i diritti della propria gente) e fanno il loro esordio l’onesto giornalista Craig Turner e il grande Sequoya, storico leader cherokee che inventò un alfabeto per il suo popolo (e se il suo nome vi ricorda quello di un albero, è proprio perché fu l’albero ad essere battezzato così in suo onore). Nonostante la loro stupefacente vicenda di “civilizzazione”, neppure i cherokee sarebbero stati risparmiati, nella logica dell’interesse nazionale, da una tragica deportazione, come sarà raccontato – sempre da Burattini – in alcune storie fuori serie dove Zagor affronterà, in un memorabile faccia a faccia alla Casa Bianca, il settimo presidente degli Stati Uniti, Andrew Jackson (in carica dal 1829 al 1837).

Abbiamo già accennato al fatto che gli eredi di Nolitta hanno aggiunto divinità e demoni alla serie: non più le vaghe entità che si intravvedevano nei riti dello stregone o mago di turno, ma personaggi con una precisa raffigurazione e caratterizzazione. In “Anima nera” (Speciale n.8, di Boselli e Ferri, 1996), un episodio intriso della magia e delle leggende indiane dell’alba dei tempi, potrete incontrare i più importanti di tutti: Kiki Manito (sì, proprio il Grande Spirito adorato dai pellerossa), introdotto per la prima volta da Sclavi nella più controversa storia zagoriana di sempre, e Wendigo, lo Spirito del Male, il suo avversario – qui alla sua seconda apparizione – ideato da Boselli. Con tali figure al suo fianco anche lo status di eroe di Zagor ha finito per salire notevolmente, innalzandosi a “Campione del nostro Piano di Esistenza” tra gli infiniti mondi in cui Kiki e Wendigo si affrontano. Come in questo episodio, dove lo Spirito con la Scure diventa, in seguito ad un’antica maledizione che gli ha procurato il più intrigante degli avversari, letteralmente e suo malgrado “ago della bilancia” nell’eterna contesa tra Bene e Male.
Per una serie avventurosa come quella dello Spirito con la Scure non possono mancare episodi del genere carcerario. Zagor è stato più volte in prigione, per un’ingiusta condanna o per svolgere missioni, ma anche al di fuori di esse ha avuto qualche grattacapo a causa di gruppi di evasi ancora in abiti a strisce. L’avventura più significativa di stampo carcerario che non potete perdervi è “La palude dei forzati” (n.465-468, di Burattini e Laurenti, 2004), ambientata in Florida: vi potrete ritrovare, con un gusto moderno e tanti personaggi notevoli comparsi soltanto in quest’occasione, le atmosfere dei classici letterari/cinematografici del genere come “Papillon” o “Il miglio verde”, e persino un mistero da risolvere. Avrete inoltre la possibilità di conoscere “Bimbo” Sullivan, antico avversario di Zagor di ideazione nolittiana, così soprannominato per l’ingannevole aria da bonaccione (ma nel tempo è diventato uno dei nemici più vendicativi dello Spirito con la Scure), che ci ricorderà in modo esemplare che il solo limite che può incontrare un formidabile combattente come Zagor è la propria generosità d’animo. Senza la quale, tuttavia, non sarebbe l’eroe che conosciamo.
La vostra curiosità sulla serie di Zagor è terminata? No? Quante storie aggiungiamo al prossimo giro?
“Ne voglio leggere altre cinque (per un totale di venti)”
Perfetto. Continuiamo allora ad approfondire le tematiche della serie e a scoprire altri personaggi che ne sono entrati a far parte. Cinque storie per cinque autori diversi. Iniziamo dall’ultima di Nolitta a entrare in questa selezione, in questo caso affiancato ai testi da uno dei suoi primi collaboratori su Zagor, e in seguito curatore della serie, Decio Canzio.
In precedenza abbiamo accennato all’incontro tra Zagor e il settimo presidente degli Stati Uniti. E nel mondo contemporaneo, lo ricorderete tutti, siamo arrivati al quarantacinquesimo. La saga di Zagor si svolge, infatti, in un periodo in cui la nazione che sarebbe diventata la più grande potenza mondiale era ancora relativamente giovane, dopo aver conquistato l’indipendenza dall’impero inglese circa sessant’anni prima. Ma le tensioni politiche e militari tra l’ancora fragile democrazia e gli antichi dominatori non sono affatto sopite all’epoca in cui sono ambientate le storie di Zagor, e questo ha generato un filone di episodi in cui gli inglesi cercano la loro rivalsa. “Affondate il Destroyer!” (n.161-165, di Nolitta-Canzio e Donatelli-Gamba, 1978-1979), ambientata nella regione di frontiera dei Grandi Laghi, è il più epico di questi racconti, in cui la real-politik, i complotti separatisti e le missioni segrete si fondono con la grande Avventura. Da ricordare anche il sanguinario cattivo dell’episodio, il bieco mercenario al comando della corazzata citata nel titolo, soprannominato non a caso “Butcher”, il “macellaio”.
Tra i tanti generi comparsi tra le pagine di Zagor figura anche il puro fantasy. In proposito, si può ricordare che, ad oggi, l’unico incontro di Zagor con un altro protagonista bonelliano è avvenuto proprio con Dragonero, titolare dell’omonima serie fantasy di Vietti ed Enoch, quando lo scout dell’Erondár capitò a Darkwood per debellare una grave minaccia sul suo mondo. Lo stesso Spirito con la Scure ha vissuto avventure anche molto lontano dal nostro pianeta: Boselli, per esempio, lo ha portato in terre fantasy di altri mondi, principalmente ispirate dalla mitologia nordica e celtica. Il debutto del genere nella serie dello Spirito con la Scure si deve, tuttavia, al papà di Dylan Dog, che insieme a Canzio curò la serie negli anni successivi all’abbandono di Nolitta. In “Il Signore Nero” (n.194-196, di Sclavi e Donatelli, 1981) troverete evidenti richiami alle suggestioni del classico della narrativa fantasy “Il Signore degli Anelli”, sin dal nome del mondo parallelo in cui Zagor e Cico finiscono (il regno di Golnor). Tanti i personaggi e le situazioni tipiche del genere: Signori oscuri, maghi, cavalieri, damigelle in pericolo, castelli incantati, troll, elfi, piccoli uomini, eserciti di scheletri e un manufatto per ottenere il potere assoluto (in questo caso il “Libro del tempo”). Il tutto vent’anni prima della trasposizione cinematografica del capolavoro di Tolkien che ha rilanciato il genere.
“Acqua di fuoco” (n.255-258, di Toninelli e Ferri, 1986-1987, ma si sarebbero potuti scegliere anche i titoli degli altri albi in cui la storia è pubblicata, cioè “Sentieri di guerra” o “Mercanti d’armi”) è un racconto rappresentativo delle minacce che Zagor era abituato ad affrontare a Darkwood nel “medioevo” della serie, piuttosto realistiche e quasi di “routine” per un curriculum come il suo: per l’appunto, trafficanti di alcool e di armi, “teste calde” e tribù sul piede di guerra, ufficiali dell’esercito ambiziosi ed ottusi, con tanto di assalti ai fortini. Tutti argomenti che, a un certo punto della serie, sarebbero venuti a noia ai lettori, ma che in questo episodio si avvalgono di una sceneggiatura che brilla per freschezza dei dialoghi e caratterizzazione di tutti i personaggi (anche minori). E con un villain molto infido ideato da Toninelli e qui alla sua seconda apparizione, il Pequot, un pellerossa che veste come i bianchi e di cui curiosamente non ci è mai stato rivelato il nome. Da ricordare anche una divertente gag di Cico, che per una volta si ritrova a fare da maestro a un ingenuo partner nell’arte del raggiro, come di solito è invece Trampy a fare con lui. Ma i risultati saranno ugualmente disastrosi.

Con “Scacco Matto” (n.407-408, di Burattini e Ferri, 1999) conoscerete Mortimer, il genio del crimine ideato da Burattini, degno “erede” del Moriarty di Conan Doyle (mentre la sua donna, Sybil, fa di cognome Kant, come la compagna di Diabolik) ed uno dei rari avversari post nolittiani che regge il confronto con i “supernemici” ideati dal papà di Zagor. Mortimer è un avversario intelligente e capace di progettare piani e colpi incredibilmente complessi in ogni minimo particolare, comprese le reazioni delle “pedine” coinvolte. Lo stesso Zagor si è trovato spesso ad agire inconsapevolmente come il suo nemico aveva pianificato. Potrete constatarlo in questo episodio, che rappresenta la seconda apparizione di Mortimer, giunto a Darkwood per vendicarsi dello Spirito con la Scure (colpevole di avergli fatto fallire un colpo sensazionale senza che i due si siano mai incontrati). Da allora è tornato altre volte, diventando “sul campo” il più importante avversario dello Spirito con la Scure negli ultimi vent’anni. In questo episodio avrete inoltre la possibilità di vedere uno dei luoghi simbolo della serie: Hellgate, il carcere soprannominato “l’inferno dei vivi”, dove lo stesso Zagor fu ingiustamente recluso in uno dei primi classici di Nolitta.
“Ultima Thule” (n.479-482, di Boselli e Della Monica, 2005) vi permetterà di inquadrare il filone di storie sui leggendari continenti perduti. Il tema è stato utilizzato per la prima volta da Toninelli in un albo speciale ed in seguito periodicamente ripreso ed arricchito da Boselli e Burattini nelle trasferte di Zagor (tra cui quella sudamericana, della quale ha fatto da filo conduttore), con la sottotrama della ricerca delle armi perdute e delle conoscenze di Atlantide e Mu. In “Ultima Thule” conoscerete i due archeologi che a un certo punto si sono imposti come i personaggi simbolo della tematica: Dexter Green (l’onesto e scrupoloso, affiancato dal forzuto servitore Yambo) e Ludwig Richter (il malvagio e mefistofelico). L’avventura, che inizia in Florida ma che si sviluppa addirittura in Islanda, chiude un miniciclo di storie in sequenza ambientate tra la Louisiana dei Cajun e una città Azteca nello Yucatan. L’episodio vi consentirà di conoscere, inoltre, due importanti comprimari della serie: il re vikingo Guthrum, di ideazione nolittiana, simpatico quanto freddoloso e avvinazzato, e il capitano Honest Joe, introdotto da Boselli durante la seconda odissea americana, comandante della nave Dragoon.
(continua…)
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“Ho contato le storie sin qui citate di Nolitta e sono dodici. Perché c’è scritto che sono terminate? Non si era detto tredici?”
E’ vero, nella prima parte avevo scritto che erano stati selezionati tredici racconti di Nolitta ma, come spesso succede con i lavori che si prolungano nel tempo, in fase di scrittura sono subentrati dei ripensamenti. In particolare mi sono accorto che era necessario rivedere leggermente criteri e significato delle scelte di alcuni episodi, per ottenere un risultato più equilibrato tra quanto impostato da Nolitta e quanto sviluppato dai suoi successori. Questo ha comportato l’uscita di un titolo di Nolitta (che era stato scelto per parlare di un tipo di storie che saranno comunque descritte) e l’ingresso di una storia di un autore in precedenza escluso.
Chi?
Portate pazienza sino al prossimo numero. In fondo, cosa sarebbe la vita senza un pizzico di mistero? Anzi… “mystero”? 😉