Quando ho avuto tra le mani questo Zagor Bis, interamente sceneggiato e disegnato da Giuliano Piccininno, sono un po’ ritornato ragazzino, sembrandomi di leggere una storia zagoriana degli anni ‘60/’70 (fino a “Indian Circus”, per intenderci): soggetto classico, ritmo narrativo rilassato, scorrevole e “leggero”, intermezzi comici di Cico, ambientazione ottocentesca nordamericana, la ricerca di una persona scomparsa, personaggi inizialmente negativi che si “redimono”, citazioni di storie passate (il Vampiro, Ladro di Ombre), un buon messaggio di fondo (bianchi e pellerossa possono andare d’accordo ed anche innamorarsi)…
Insomma, Piccininno ha fatto un ottimo lavoro, sia come sceneggiatore che come illustratore. I suoi disegni sono di alto livello, con una cura quasi maniacale per i dettagli.
L’avere affidato alla stessa persona sia i testi che i disegni si è rivelato un esperimento perfettamente riuscito, così come il precedente Bis di Raffaele Della Monica (guarda caso, entrambi hanno fatto parte della cosiddetta “scuola salernitana” degli anni ottanta).