Vittorio Giardino e la storia del XX secolo

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Lo scorso 8 settembre si è tenuto, nella suggestiva cornice della Tour de l’Archet di Morgex in Valle d’Aosta, in occasione della Giornata Mafrica per la letteratura popolare e a corollario della mostra Tragedie dimenticate. Le Graphic Novel di Vittorio Giardino e la storia europea del ‘900, un dialogo sul rapporto tra la storia e il fumetto, tra lo stesso Giardino, lo storico Vittorio Beonio Bocchieri, il direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna Enrico Fornaroli e il fumettista Otto Gabos.

L’incontro non è stato solo occasione per l’autore bolognese di presentare al  numeroso pubblico sopraggiunto il suo ultimo volume, Jonas Fink. Una vita sospesa, pubblicato per Rizzoli-Lizard, che contiene Il Libraio di Praga, la parte conclusiva delle avventure del personaggio creato nel 1995, ambientate durante l’occupazione della Cecoslovacchia da parte dell’Unione Sovietica nella seconda metà del XX secolo, ma ha permesso a Giardino di soffermarsi sulla propria produzione fumettistica di carattere storico, spiegando ispirazioni e scelte narrative che gli hanno consentito di divenire uno degli autori centrali del fumetto europeo, tradotto in 14 lingue.

Copertina di Una Vita Sospesa

La mostra organizzata dalla Fondazione di Centro studi storico-letterari Natalino Sapegno, che ospita nel biblio museo del fumetto di Morgex il Fondo Demetrio Mafrica, contenente 30.000 volumi, presenta tavole e illustrazioni realizzate da Giardino per la trilogia No Pasaran di Max Fridman, dedicato alla Guerra Civile spagnola, di cui quest’anno ricorre l’ottantesimo anniversario, e quelle dedicate alle avventure di Jonas Fink, terminato nel 1968 con l’invasione dei carri armati sovietici, di cui ricorre il cinquantesimo anniversario.

Otto Gabos ha presentato l’illustre collega sottolineando le sue enormi doti di narratore, in grado di utilizzare sempre l’inquadratura migliore per portare il lettore dentro la storia, grazie alla naturalezza della recitazione dei personaggi, e alla meticolosità del tratto e della documentazione cui attinge. Lo storico Beonio Bocchieri si è soffermato maggiormente sulla relazione tra la storia e la sua rappresentazione, anche narrativa, indispensabile per evitare una perdita di immaginazione dei fatti storici.

Giardino a sua volta ha tenuto a precisare di non essere un disegnatore particolarmente lento, rivelando che a concorrere ad aumentare i tempi della sua produzione (tra il secondo ed il terzo volume di Jonas Fink sono passati ben 22 anni  trascorsi a realizzare altre storie per altri personaggi) è stata la necessità di stendere in maniera autonoma soggetto e sceneggiatura.

L’idea originale della trilogia dedicata a Jonas è legata all’estate del 1989, quando per la prima volta, probabilmente per un disguido nelle comunicazioni, è stata aperta una frontiera tra Ungheria e Austria, fatto che ha anticipato il crollo del Muro di Berlino e la scomparsa della Cortina di Ferro. Sin dall’inizio Giardino fu consapevole che la storia di Jonas sarebbe stata complessa da portare a termine, pur senza ipotizzare che lo avrebbe tenuto impegnato per un periodo di tempo così lungo, che non ha influito in ogni caso suo stile di disegno mantenutosi coerente.

L’ispirazione invece che lo spinse a catapultare la spia Max Fridman nella Guerra Civile spagnola, scaturisce dall’assedio di Sarajevo, che gli richiamò alla mente i bombardamenti che colpirono Barcellona negli anni ’30. La conoscenza personale di quei fatti per Giardino è ovviamente indiretta, e non possedendo il tempo e neppure il rigore per una ricerca storica approfondita, si è fatto ispirare dai numerosi romanzi che trattano l’argomento Guerra Civile e dai manifesti che venivano stampati, ben consapevole che le immagini devono seguire le esigenze della narrazione, e che tra la storia e la leggenda finisce sempre per prevalere la seconda.

La prima pagina di No Pasaran

Durante l’incontro si è  poi individuato nella narrazione dell’antisemitismo uno dei temi nascosti maggiormente presenti in tutte le sue storie; Giardino arriva a trattare l’attuale situazione politica e sociale italiana, con la proverbiale assenza di memoria storica come fonte di massima preoccupazione per l’Italia intera. L’autore bolognese confessa di ambientare le sue storie nel passato anche per costringersi a cercare di comprendere meglio il presente.

Giardino ha poi svelato alcuni dettagli tecnici della sua produzione: per Jonas Fink come già detto, conosceva già all’inizio come si sarebbe conclusa la storia. Nelle avventure cerca sempre di far emergere anche le ragioni dei “cattivi”. Dopo aver spiegato nel dettaglio la genesi della prima pagina di No Pasaran, Giardino confessa di non utilizzare il computer per la stesura delle storie e meno che mai nel momento del disegno, considerandosi anzi un osservatore distante delle trasformazioni tecnologiche.

A conclusione dell’incontro lo stesso Giardino si è intrattenuto con i numerosi spettatori per guidarli all’interno della mostra, che ospita anche qualche illustrazione inedita e una serie di pubblicazioni dell’epoca in cui sono ambientate le vicende storiche, dove il maestro bolognese ha condiviso ricordi e retroscena della realizzazione delle tavole esposte.

Illustrazione inedita per Jonas Fink

 

Massimo Cappelli

"Fa quel che può, quel che non può non fa"

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