Caccia al Serial Killer
Siamo solo a metà anno ma La Bestia, il nuovo Romanzo a Fumetti, realizzato da Bruno Enna e Luigi Siniscalchi si candida prepotentemente a miglior albo dell’anno per la Sergio Bonelli editore. La coppia di autori, già vista insieme sullo sfortunato Saguaro, realizza una storia dura, più violenta della media delle uscite bonelliane, presentando una lunga indagine poliziesca su un Serial Killer.
La tematica è stata presentata più volte negli albi della casa editrice milanese, da Dylan Dog a Julia, fino al recente Morgan Lost, ma mai in maniera così dura, realistica ed efficace. Il risultato è una storia inquietante, quasi un incrocio tra il serial Tv Dexter e il film Il Silenzio degli Innocenti, infarcita di colpi di scena, che rimane ben impressa nella mente del lettore come capitò ai primi numeri della collana: Stria e Gli Occhi e il Buio su tutti, realizzati ormai 10 anni fa da Luigi Simeoni.
L’antefatto avviene a Sacramento nel luglio del 1969, quando durante un normale controllo gli agenti di polizia Brad East e Sam Lee, arrestano Matthew Chapman che si rivela essere un serial killer, il famigerato mostro di Sacramento. Nel 1980 si prosegue con l’indagine della giovane agente dell’F.B.I. Mary Jane Patridge convinta che Chapman fosse innocente e che il Mostro di Sacramento sia ancora libero di uccidere, magari dopo aver modificato il suo modus operandi.
M.J. inizia ad indagare, sotto falso nome e senza un incarico ufficiale, iniziando a frequentare uno dei due agenti che fecero arrestare Chapman, subendone il fascino perverso. Il violento B. East, ormai fuoriuscito dalla polizia come detective privato si rivela un investigatore molto migliore di lei e la caccia al serial killer sconvolge la loro vita e quella delle persone che li circondano: l’ambiguo giornalista Benjamin Fuller, che raggiunge il successo speculando sulle imprese di East, il reverendo Jones che ha sposato Rose, l’ex moglie di East, il prof. universitario Deveroit, seduttore delle sue studentesse poi introdotte nel giro delle produzioni pornografiche e Lee, il vecchio partner di East nella polizia.
La giovane investigatrice compie un vero e proprio viaggio all’inferno, addentrandosi nelle miserie umane e affrontando i propri fantasmi, segnate da un padre troppo presente e dall’ostracismo dei suoi colleghi maschi dell’F.B.I., fino ad arrivare all’inevitabile epilogo del 1998.
Il fascino del Mostro
In una storia non scontata, il punto di forza è sicuramente la sceneggiatura di Enna capace non solo di regalare colpi di scena e sequenze di forte impatto, ma soprattutto di mantenere costantemente alta la tensione. La narrazione segue il diario registrato di MJ, la giovane protagonista, consentendo al lettore di immergersi nella sua angosciosa indagine, inframmezzata dai suoi incubi e dai suoi ricordi d’infanzia, in un mondo senza speranza e redenzione.
Grazie a dialoghi sempre verosimili i personaggi acquistano tridimensionalità, recitando tutti un ruolo scomodo, a partire dal coprotagonista B. East, dal nome profetico, intorno al cui destino ruotano tutti i protagonisti. East è un violento ex-poliziotto, ora detective privato da due soldi allo sbando, capace di torturare i sospettati durante le sue indagini segnate dal morboso interesse per i serial killer a causa della tragica scomparsa di sua madre avvenuta quando lui aveva 12 anni.
Trapela tra le pagine la critica ad un certo giornalismo d’assalto, come quello di Fuller, pronto ad attirare morbosamente l’attenzione sulla categoria dei serial killer al solo scopo di aumentare le vendite dei suoi libri, ma sono anche le stesse forze dell’ordine, polizia e F.B.I., con le loro tecniche d’indagine antiquate e le loro indagini fallimentari, a far risaltare le loro imprese.
Stampa e polizia paiono quasi corresponsabili nella costruzione della fama dei serial killer moderni.
I disegni di Luigi Siniscalchi arricchiscono in maniera esponenziale il livello della storia, per le spettacolari tavole intere d’apertura delle sequenze (che ricalcano grosso modo la divisione in capitoli delle precedenti miniserie), per lo stile graffiato che rende appieno la drammatica vicenda con disegni volutamente vintage e per il taglio cinematografico delle scene e la padronanza degli ambienti.
Pare quasi che Siniscalchi, autentico girovago tra le serie bonelliane grazie al suo eclettismo, abbia finalmente trovato un approdo naturale in questa opera realizzando le tavole migliori della sua lunga carriera, compresa la copertina dal taglio inedito.
Enna e Siniscalchi riescono a produrre con La Bestia un piccolo classico, ridando un po’ di spolvero ad una collana, i Romanzi a Fumetti, che tra cambi di formato e uscite non proprio esaltanti, ha lasciato un po’ a desiderare.
Ci auguriamo che questa serie riesca meritatamente a trovare, con la raggiunta bimestralità, una collocazione adeguata all’interno della vasta produzione bonelliana.