Tra le migliori letture del 2024 è difficile non annoverare L’abisso dell’oblio, la nuova opera del valenciano Paco Roca (questa volta insieme al giornalista spagnolo Rodrigo Terrasa), pubblicata in Spagna nel 2023 in un’edizione che avevamo già segnalato e ora disponibile in Italia grazie a Tunué.
Sempre intento a scavare nella tormentata storia spagnola del 1900, questa volta Roca racconta le drammatiche vicissitudini dei parenti dei giustiziati repubblicani durante la Guerra Civile, impegnati in una vera e propria lotta per poter avere indietro i corpi dei propri cari. Dopo la conclusione del conflitto, infatti, furono innumerevoli le esecuzioni sommarie e i regolamenti di conti avvenuti specialmente nelle campagne spagnole, con alcuni condannati a morte dalla Guardia Civil franchista esclusivamente per le proprie simpatie politiche, senza che fosse acclarato che avessero compiuto qualche crimine di guerra.
Alla tragedia – il più delle volte insensata – si univa la crudeltà delle leggi volute dagli usurpatori franchisti, che impedirono perfino la restituzione dei cadaveri alle famiglie per le normali esequie, organizzando delle sepolture nelle fosse comuni senza permettere ai familiari di poter vegliare i propri scomparsi. Una barbarie che ha pochi precedenti nella storia dell’umanità.
Roca e Terrasa raccontano proprio il dramma di quelle famiglie (nel momento in cui si poté procedere alle riesumazioni a partire dal 2011, grazie alla Legge sulla Memoria Storica approvata dal governo Zapatero), sia per l’alto costo delle operazioni, sia per gli intralci burocratici che i politici di destra attuavano per impedire che dopo 80 anni le vittime della guerra fossero sepolte.
Si tratta di un’opera importante per la testimonianza civile che restituisce ma anche per la capacità degli autori di portare su carta tematiche fondamentali, come l’importanza per le persone di poter piangere i propri cari, aspetto che contraddistingue la civiltà umana. Tra storie tragiche e dolorose emergono nella narrazione personaggi splendidi, come l’ottantunenne Pepica che aspetta da 80 anni di poter seppellire suo padre, o come il team di antropologi che si occupa delle riesumazioni. Il personaggio che colpisce maggiormente è il becchino Leoncio Badia di Paterna, vicino Valencia, che in tutti i modi cercò di rendere riconoscibili i vari cadaveri che dovette seppellire nelle fosse comuni, conservando bottoni e pezzi di stoffa che restituiva a costo di grossi rischi personali alle famiglie dei condannati a morte: grazie ai suoi sforzi si riuscì a identificare numerosi cadaveri riesumati.
Il formato orizzontale del volume sembra ormai caratterizzare la narrazione di Roca, che illustra la storia con la consueta eleganza, sia nel racconto in flashback che nelle scene ambientate al giorno d’oggi. Il successo dell’opera è stato tale che prossimamente ne sarà tratto un film, come già successo per altri fumetti realizzati da questo autore.