L’insostenibile leggerezza dei fumetti da leggere

/
5 mins read

Urca! Quanti fumetti ancora da leggere…

Prima di approcciarmi alla divagazione esperienziale della mia vita con le letture quotidiane, vi consiglio di leggere un articolo che come questo è nato da una riflessione fumettosa, ovvero Il fumetto nell’epoca della sua riproducibilità tecnica.

Ebbene, sfido chiunque, ma proprio tutti i lettori di fumetti, a dirmi che le loro letture siano al passo con i tempi, con le uscite, con tutto ciò che seguiamo – che siano fumetti da edicole, fumetterie, librerie o provenienti dall’universo digitale.
In questo articolo, che nasce dal nulla ma anche da tutto ciò che mi porto dietro, vorrei condividere e analizzare – attraverso la scrittura – una riflessione sullo stato delle (nostre) librerie, su quegli scaffali che forse non tocchiamo da diverso tempo, anni forse.
Quelle liste accatastate e piene di fumetti da leggere.

Qualcuno, ironicamente, la definirebbe la “pila della vergogna”. Quelle cataste di fumetti messi lì, in un angolo della casa, a prender tempo, nella speranza che prima o poi vengano letti.

"Passione libri" di Debbie Tung

Secondo voi, la pila di fumetti da leggere è una questione di mancanza di tempo? 
Non credo sia la motivazione più valida, anzi… penso sia una scusa che spesso diciamo quando qualcuno ci chiede cosa stiamo leggendo, o cosa abbiamo appena letto. Molte volte affermiamo che è il tempo a mancarci, ma sappiamo bene che se il tempo viene gestito in maniera programmatica, si riuscirebbe a sfruttarlo bene.
Personalmente penso che una valida motivazione sia semplicemente che siamo degli accumulatori seriali, di cui (ovviamente) ignoriamo la causa. Una di quelle fasi del nostro modo di fare che è insito in noi, inconscio – e per questo motivo restìo ad essere ammesso come verità assoluta ogni qual volta compriamo un nuovo fumetto che sistematicamente mettiamo nella “lista da leggere”.

Sappiamo benissimo che queste liste non verranno mai esaurite nel corso della nostra vita, perché sono interminabili. 

Questa, a parer mio, è la visione più concreta.

D’altro canto, se dovessimo pensarla come dei flâneurs, come dei passeggiatori in cerca di sguardi sul mondo, oserei dire che queste nostre liste possano essere considerate come una metafora della nostra vita. Una sorta di essenza che ci prefiggiamo (sempre in modo inconscio) di non terminare, perché il solo pensiero di avere molte opere da leggere ci catapulta in una situazione da supereroi. È come se la nostra vita si allungasse. Più fumetti la leggere, più anni da vivere.
Questa è la motivazione che definisco “di comodo”, quella funzionale è stata già espressa!

IL MIO METODO…

Ormai da qualche tempo, ho adottato un metodo che per quanto riguarda la mia situazione funziona molto bene, ma non è applicabile in larga misura, né ad personam. Ma vorrei comunque condividere con voi questo processo quotidiano.
Si parte dal fatto che ogni passione – se dev’essere vista in modo minimalista – ha bisogno di alcuni sacrifici, altrimenti il metodo che ognuno di noi “mette in scena” non serve a nulla.
Il mio metodo prevede due punti fondamentali nello smaltire la lista dei desideri e quella delle letture (preciso che questo articolo può essere preso in considerazione anche per altre situazioni come libri, film, musica ecc. – ma occupandoci di fumetti, questo è!).

Il primo, quasi imprescindibile da diverso tempo, è gestire la questione spazio/denaro. Se nelle vostre case c’è una lista di fumetti da leggere ci sarà anche uno spazio che reclama pietà. Quella piccola biblioteca, che da anni sognavate di farvi, ora esiste e ha una propria anima, vive e reclama i suoi figli. Vi esorta a comprare sempre di più per essere nutrita.
Di fatto – e in maniera consequenziale – rientra prepotentemente la questione economica che, seppur cerchiamo di mantenere sotto controllo, riesce sempre e comunque a prendere il sopravvento su di noi.

"Passione libri" di Debbie Tung

Dal mio canto, ogniqualvolta vedo fumetti in uscita prego (laicamente per essere precisi) che qualche entità strana possa farmi cambiare strada dall’entrare in edicola o fumetteria a comprare altri fumetti. Purtroppo – o per fortuna – l’essere laico non mi permette, per legge cattolica, di avere un anima o un santo a cui affidarmi in queste situazioni. E finisce spesso che a casa ritorno con qualcosa di nuovo che, come di consuetudine, metto nella pila.

Il secondo metodo che utilizzo (forzatamente) e che deriva da quello appena descritto, è optare per la questione morale e sistematica, ovvero quella parte di me che ancora mi spinge ad essere più razionale e “pulito”. Quindi mi sono autoimposto di non comprare nulla (tranne per le serie che escono mensilmente e che seguo) se prima non leggo gran parte dei libri che ho già in libreria e che, da molto tempo, attendono di esser letti.
Questa cosa, che per molti potrà sembrare strana, funziona!

Funziona in misura in cui si riesce a fare dei sacrifici e, soprattutto, essere coscienti dei propri mezzi. Perché, così facendo, si crea una struttura mentale tale da essere più pragmatici e meno dispendiosi.

Da quando sto applicando questi due metodi, noto come la piacevolezza di recuperare qualche vecchia storia sia più stimolante. Mi piace anche il fatto di entrare in relazione con la mia piccola biblioteca, passare del tempo a capire quale fumetto devo leggere (o, perché no, rileggere) dedicandovi quei momenti che prima – per motivi di frenesia quotidiana e acquisti compulsivi – trascuravo.

Penso sia indispensabile passare del tempo con sé stessi, creare momenti di solitudine, vivere con la leggerezza dell’anima. 
I fumetti ci hanno cresciuto, ci hanno accompagnato nei momenti belli e consolato in quelli più brutti. Leggendo le storie che amiamo siamo consapevoli che lo spazio fisico in cui li leggiamo non sarà mai quello, perché – appena entriamo in relazione con la storia – iniziamo a viaggiare per mondi possibili, attraverso universi inesplorati.
L’invito, che nasce da una riflessione personale e che è diventato un articolo, è volto proprio alla consapevolezza di sfruttare il potenziale che ogni nostra libreria possiede, attingendo il più possibile a recuperare quei vecchi/nuovi fumetti messi lì a “morire”. Leggeteli, risparmiate. Siate i supereroi delle vostre storie inconsce.

"Passione libri" di Debbie Tung

In conclusione, aggiungo che se le vostre letture avvengono prettamente in digitale, attraverso abbonamenti tramite app di lettura, case editrici e quant’altro, sicuramente la riflessione di cui sopra non avrà molto senso. Cioè, non lo avrà in termini prettamente pratici, perché – e di questo sono più che sicuro – un buon lettore di fumetti userà il digitale solo per alcune situazioni, prediligendo chiaramente il fumetto cartaceo.

Insomma, dopo tutto questo giro di parole volevo ribadirvi che questo articolo è importante per tutti i lettori.

Nota a margine: le tavole che hanno accompagnato le mie parole in questo articolo sono tratte da Passione libri, un fumetto di Debbie Tung (Il Castoro edizioni). L’opera della fumettista inglese è un viaggio esilarante e al contempo un fedele ritratto del vero lettore compulsivo, un excursus di tutte le manie, le piccole e grandi ossessioni legate all’amore per la lettura e per l’oggetto libro

– Non capisco perché devi portarti dietro così tanti libri. 
Non credo che riuscirai a leggerli tutti oggi.
– Ho quasi finito il libro che sto leggendo, e non ho ancora deciso quale iniziare dopo.
Non voglio correre rischi.

Debbie Tung

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

Articolo precedente

“Joe Shuster. La storia degli uomini che crearono Superman” di Julian Voloj e Thomas Campi

Prossimo Articolo

“Bill Finger. Dans l’ombre du mythe”
di Julian Voloj e Erez Zadok

Ultimi Articoli Blog

Quiz: Ken Parker

Quanto sei preparato sul personaggio di Ken Parker e sul mondo creato da Giancarlo Berardi e…