Samuel Stern n.53
“Il cavallo rosso”

Un viaggio nella città eterna per padre Duncan, alla riscoperta di se stesso

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7/10
Questo numero 53, Il cavallo rosso, è realizzato senza la presenza del personaggio principale, Samuel Stern: ma questo non vieta al lettore di vivere un’esperienza di lettura piacevole.
 
L’albo in questione è scritto da Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago (due veterani in casa Bugs) che mettono in scena un plot narrativo che segue sì la struttura orizzontale della “run” sull’Apocalisse ma, allo stesso tempo, propone un viaggio all’esplorazione di padre Duncan.
Un cammino “dantesco”, con tanto di girone situato nel sottosuolo della città eterna, Roma. 
 
All’interno della storia, Filadoro e Savegnago inseriscono due personaggi “temporanei” – Giordano Bruno e il Marchese de Sade – come fossero consiglieri non richiesti del prete, protagonista della storia.
 
L’unica, ma importante nota che ci preme fare (sempre con uno sguardo costruttivo, mai denigratorio) è che, anche in questo numero, si semina tanto, forse troppo, come del resto è stato fatto negli ultimi numeri… e viene spontaneo chiederci: quando avremo delle risposte?
 
Questo, a nostro parere, rimanda la cura e, allo stesso tempo, non crea il quadro dettagliato della narrazione. Di conseguenza, molti lettori rimarcano i buchi di narrazione; altri, addirittura, non seguono più la testata.
 
Molto equilibrato e pulito è il lavoro di Lorenzo Marcello Grassi, che porta a casa un’ottima prova grafica. Alcune tavole sembrano quadri, altre invece una “nuova” visione della Divina Commedia, arrivando alle pagine finali, con tanto di sguardo ancestrale e mistico.
Anche la rappresentazione della città di Roma è ben strutturata, con punti di vista “non troppo turistici”: per intenderci e fare una comparazione visiva, diversamente dal n. 300 di Julia (un albo celebrativo da dimenticare, dove la città veniva ripresa esclusivamente nei luoghi più canonici).
Come dicevamo, questo n. 53 di Samuel Stern mette nuova carne al fuoco: speriamo che presto si possa arrivare a dare dei punti fermi e di svolta ad una narrazione che sta diventando complessa e impegnativa.
 
Del resto, come spesso accade nelle serie bonellidi da edicola, la lunghezza di alcune storie portano alla dispersione dei racconti, dei personaggi, di tutte quelle situazioni che invece potrebbero essere evitate.
 
Per un approfondimento su questo albo, sul canale “Pequod • Fumetti e mondi possibili” del nostro Michele Tarzia è disponibile la video recensione.
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La Redazione

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