Il primo marzo 2024, a 69 anni, scompare Akira Toriyama.
È passato ormai più di un mese eppure, a scrivere questa frase, tornano i brividi.
L’impatto che la sua genialità, la sua passione e le sue opere hanno avuto sulla cultura e sul fumetto negli ultimi quarant’anni è stata e sarà ancora immensa.
In tutto il mondo, tutti – autori, giornalisti, addetti ai lavori e lettori – si sono cimentati in saluti e dimostrazioni di affetto uniche e sincere.
Dimostrazioni di affetto che testimoniano ancora, come se ce ne fosse stato bisogno, quanto quest’uomo e i suoi personaggi siano stati fondamentali nella cultura mondiale contemporanea.
Il numero di Linus di aprile 2024 è dedicato proprio ad Akira Toriyama. E non poteva essere altrimenti.
La rivista, da sempre attenta non solo al mondo del fumetto, ma anche alla nostra contemporaneità, non poteva esimersi dal mettere su il suo personale omaggio all’autore e, soprattutto, all’uomo. Ed ecco che, in soli 20 giorni di lavoro, Igort & Co. sfornano questo numero con articoli, fumetti e approfondimenti utili a raccontare, con passione e dettagli, Akira Toriyama.
La rivista lo fa nel suo stile, seguendo il canovaccio tipico di ogni mese, a cominciare dall’editoriale di Igort che saluta l’autore con la consueta passione ringraziandolo con un serafico ed intimo “Addio Akira, sei stato fonte di grande ispirazione”. Troviamo quindi, tra le consuete strisce e i fumetti (Peanuts, Stefano Tartarotti, Calvin & Hobbes, Deco, Stephen Pastis), le classiche rubriche (Loredana Lipperini, Vanni Santoni, Andrea Fornasiero, Antonio Rezza, Alberto Piccinni), il IV episodio dell’opera di Scerbanenco e Bacilieri e il II episodio de La Strega di Brandoli e Queirolo, lo Speciale Akira Toriyama – Quando muore un eroe.
Speciale Akira Toriyama – Quando muore un eroe
Apre le danze di questo speciale Eduardo Servillo con un breve (brevissimo) excursus sulla storia del manga, volto a disegnare un fil rouge che parte da Santō Kyōden fino ad arrivare a Akira Toriyama, passando per Katsushika Hokusai, Katsuhiro Ōtomo, Gō Nagai e, ovviamente, Osamu Tezuka. Breve ma esaustivo, l’articolo di Servillo racconta bene soprattutto la forza e la novità che Toriyama ha rappresentato per il manga degli anni Ottanta con Dr. Slump prima e con Dragon Ball dopo. Un breve e interessante fumetto di Sergio Algozzino ed è quindi il turno di Mara Famularo di raccontarci della genesi e dell’evoluzione di Dr. Slump e della folle Arale. La prima opera di successo di Toriyama è al centro anche dell’articolo di Stefano Rapone che approfondisce, in maniera ancora più personale, la forza dissacrante e innovativa del manga. Il fumetto di Vincenzo Filosa fa da intermezzo e segue Federica Lippi che esplora e racconta tutto quello che volevamo (ri)scoprire su Gogu e sulle Sfere del Drago, dalla storia editoriale al fascino e alle dinamiche del personaggio. L’articolo è un salto nell’infanzia degli anni Novanta ed è difficile non rimanere ore incantati sulle tavole a corredo dell’articolo. Ma l’operazione non è mero amarcord. Costanti, fra gli articoli (oltre l’ovvio discorso sulle contaminazioni che hanno influenzato l’arte di Toriyama), vi sono anche accenni e considerazioni di come lui stesso, ovviamente, abbia modificato e mutuato il linguaggio dei manga e della cultura pop attuale ispirando autori quali, ad esempio, Eiichirō Oda e Masashi Kishimoto. L’evoluzione e la forza di Toriyama hanno quindi sì formato una generazione di lettori, ma hanno anche formato una generazione di mangaka. Quando muore un eroe, quindi, questi diventa immortale.
Ma Akira Toriyama non era solo Dr. Slump e Dragon Ball. A ricordarcelo e a illustrarlo con perizia e cura ci pensano Alessandro Faciatore, Simone Vallone e Stefano Guzzetti, che raccontano anche di anime e videogiochi. Se Toriyama ha infatti quasi ignorato e scarsamente empatizzato con gli adattamenti anime dei suoi lavori, è stato invece un grande appassionato delle produzioni videoludiche legate alle sue opere – e non solo.
La narrazione della storia e delle passioni dell’autore raccontate in questi articoli non è mai banalmente didascalica. Quello che rende piacevole questo speciale (come molti dei precedenti) è la capacità degli autori di creare un profilo complesso, sfaccettato, profondo e personale del personaggio narrato. Gli stessi scrittori, seppur coincidendo su alcuni temi, riescono comunque a coprire sfere distinte della storia del personaggio. Il tutto senza eccessive o noiose sovrapposizioni e, soprattutto, senza affettati manierismi.
Oltre la qualità professionale dei singoli autori, quindi, è lodevole il lavoro redazionale che, in pochi giorni, riesce a mandare in stampa uno speciale tanto sentito quando valido e interessante. Un bel modo quindi di salutare e (ri)scoprire, ancora una volta, un eroe del fumetto (e non solo) che ha segnato l’infanzia e l’adolescenza di tanti ragazzini che ancora oggi, grazie a lui, divorano fumetti.
“Addio Akira, grazie, quante avventure fantastiche.”