Aldebaran

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Come raccontavo nell’ultimo articolo della sottorubrica Tutto Robin Wood, alla fine dello scorso millennio – per vari motivi – abbandonai la lettura dei settimanali Eura, proprio pochi mesi prima dell’esordio di Aldebaran sulle pagine di Lanciostory. Solo qualche anno più tardi mi capitò di sfogliarne il primo volume in Francia, incuriosito dalla copertina, e… beh, tutto mi sarei aspettato, tranne che questa serie avrebbe finito per piacermi parecchio. Sulla carta, infatti, i possibili fattori “negativi” erano molteplici:
– Era una serie di fantascienza, e fino a quel momento (tra le BD) ero stato incantato da un’unica altra serie, cioè Luc Orient. Non avevo invece mai subìto, ad esempio, il fascino di Valerian, al massimo ero stato attratto da qualche serie post-apocalittica come Jeremiah o Simon del Fiume.
– Era una serie in progress, e se avete letto tutti i miei articoli in questa rubrica ricorderete quanto invece mi piacciano le BD con volumi (o, al massimo, dittici) “autoconclusivi” legati da una blanda continuity, mentre invece aborrisca trame in divenire che si trascinano per anni – come accaduto per Lo sparviero e, soprattutto, Adèle Blanc-Sec.
– La storia sembrava promettente, ma non “esplosiva” fin dall’inizio, diversamente da certe BD d’azione / avventura che mi avevano colpito fin dalle primissime pagine, invogliandomi a divorare quelle successive.
– Ma soprattutto… il mio primo contatto con i disegni di Leo (il western Trent l’avrei scoperto molti anni dopo) non era stato esattamente entusiasta – cioè, diciamocela tutta: mi sembravano, come dire… monodimensionali, statici, poco espressivi.

Con tutte queste premesse, perché ho poi cambiato idea? (Oltre ad abituarmi a questo tratto così particolare, naturalmente)

Presto detto: sono stato conquistato dalla maestria con cui Leo ha elaborato l’espediente del pianeta colonizzato da una spedizione (poi rimasta completamente isolata e senza comunicazioni con la Terra), proponendo un’ambientazione dettagliata, una geografia accuratissima, decine di specie animali e vegetali: insomma, un intero mondo “alieno” con le sue regole, che il lettore scopre a poco a poco in un susseguirsi di misteri, domande senza risposta, sviluppi costantemente imprevedibili.
Cosa si cela dietro il tranquillo villaggio spazzato via da cause sconosciute? Chi sono davvero Driss e Alexa, i due personaggi misteriosi inseguiti dalle forze dell’ordine locali? Perché si verificano proprio adesso così tanti fenomeni anomali, come la “solidificazione” del mare nel primo episodio della serie? E soprattutto, cos’è l’enigmatica Mantrisse? Alcune risposte arriveranno solo con il quinto e ultimo albo, che alla fine riserva il colpo di scena del “ritorno dei terrestri” ma lasciando al contempo la trama aperta a ulteriori sorprese, che verranno sviluppate nel sequel intitolato Betelgeuse.

Come scrisse il nostro Vincenzo Oliva qualche anno fa, commentando appunto il primo episodio della seconda parte di questa saga (che ha poi preso il nome di Mondi di Aldebaran), Leo è riuscito a creare un “avventuroso affresco fantabiologico e fantasociologico, descrivendo sapientemente ambienti planetari, strutture umane, fauna extraterrestre. Le sue creature aliene seguono logiche e attuano comportamenti che sfuggono alla comprensione dell’uomo, mentre azioni e moventi umani sono sempre perfettamente comprensibili, analizzati con cura ed efficacia: nonostante il plot sia al centro del racconto, l’autore non emargina narrativamente i personaggi, e ne fa anzi un punto di forza del racconto stesso”. E questo si rivela evidente nella storia tra Marc e Kim, inizialmente agli antipodi dal punto di vista caratteriale e che evolvono da un albo all’altro, fino a innamorarsi come potrebbe capitare a due persone normali (seppur travolte da avventure fantastiche) e non a due “eroi dei fumetti”.

Dopo i primi cinque volumi, pubblicati tra il 1994 e il 1998 da Dargaud (come anche tutti gli albi successivi), il percorso dei Mondi di Aldebaran sembrava essersi concluso con la miniserie Nettuno datata 2022, ma a settembre 2023 è apparso il primo volume di Bellatrix, che costituisce il settimo ciclo della saga. Nel frattempo, Leo si è dedicato anche ad altre saghe di fantascienza, quasi sempre da sceneggiatore: un elenco parziale delle sue opere è consultabile in questo articolo della sottorubrica I maestri della BD, mentre la sua scheda biobibliografica completa è consultabile sul sito Bédéthèque.
In Italia, dopo la prima pubblicazione a puntate su Lanciostory, la saga è stata ristampata nelle varie collane di cartonati dell’Eura/Aurea, continuando ad affascinare i lettori fino ai giorni nostri.

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