A meno di un anno dalla nascita del personaggio, fa capolino nelle edicole il primo albo speciale di Dylan Dog con allegato il volumetto “L’enciclopedia della paura”.
Quella di unire al canonico albo speciale uno di più piccole dimensioni è un’iniziativa ormai consolidata in casa Bonelli, sdoganata anni prima da Martin Mystère e a seguire da Mister No.
Per l’Indagatore dell’incubo il tema è naturalmente quello della paura e presenta, nella sua prima uscita, il sottotitolo “L’orrore dall’A alla Zeta”, una raccolta disordinata ma interessante di ogni cosa legata al mondo horror. C’è di tutto: arte pittorica, cinema, letteratura, persino espressioni onomatopeiche!
Il curatore è Ferruccio Alessandri, fumettista e grafico (e mille altre cose) dall’enorme esperienza, che sarà alla guida anche del secondo volumetto dell’enciclopedia, “Il diavolo dall’A alla Zeta”, un compendio di tutto ciò che riguarda Satana e dintorni.
Lo spunto di base è dato da un’introvabile – e dall’aura ormai mitica – pubblicazione dell’allora Direttore Generale Decio Canzio. Il tono dei testi è sempre colloquiale, con la giusta dose di ironia per stemperare temi oscuri e paurosi, come lo stesso Dylan Dog insegna.
Il terzo volumetto è il tanto invocato “Il cinema horror dall’A alla Zeta”, richiesto da tempo dai sempre più numerosi lettori della testata.
E l’attesa viene premiata con un lavoro davvero meritevole di ogni lode, firmato dal trio sardo Medda, Serra & Vigna.
Nelle 64 paginette dell’albo compaiono registi, attori, topoi cinematografici e curiosità dell’immaginario horror, con perfetta conoscenza della materia e dei suoi protagonisti.
Per chi – come il sottoscritto – iniziava ad approcciarsi con interesse al mondo della settima arte dedicato all’orrore, fu una vera manna dal cielo: una piccola Bibbia in cui ricercare titoli da fare propri tra passaggi TV in seconda serata (chi non ricorda i “Venerdì con Zio Tibia” su Italia1?) e VHS da recuperare in videoteca.
E così partiva il viaggio tra i capolavori di Stuart Gordon, David Cronenberg, Robert Aldrich con i suoi “delitti menopausali”, Sam Raimi, il capostipite del genere zombesco George Romero, Wes Craven (omaggiato da Sclavi nell’ormai famoso indirizzo del suo personaggio, Craven Road 7), Brian De Palma fino ad arrivare ai protagonisti del cinema nostrano come Mario Bava, Lucio Fulci e, ovviamente, Sua Maestà Dario Argento.
Ma il piacere era anche avventurarsi nei titoli sconosciuti e introvabili come il cinghiale assassino di Razorback, oltre l’urlo del demonio, l’arto omicida de La mano (seconda opera di Oliver Stone) fino ai porno-horror dello spagnolo Franco Manera.
Una pubblicazione che fa della sua perfetta sintesi un pregio e a cui si può anche perdonare la mancanza (voluta) di un capitolo per il grande John Carpenter!
L’anno seguente sarà la volta de “I mostri dall’A alla Zeta” (di Franco Fossati), forse il più prescindibile tra i volumi di questa enciclopedia – anche se va rimarcata la ricca iconografia presente nel testo – per finire poi col quinto e ultimo volume, “La letteratura horror dall’A alla Zeta”, corposo ed esauriente trattato su quanto espresso su carta per ciò che concerne l’universo horror, a cura di Mauro Boselli. Ci sono praticamente tutti gli scrittori del genere: dai classici Edgar Allan Poe, Mary Shelley, H.P. Lovecraft, passando attraverso Fritz Leiber, Richard Matheson e Ray Bradbury, per arrivare ai contemporanei Clive Barker e al re indiscusso della paura, Stephen King.
Un’enciclopedia che ha fatto felici non solo gli amanti di Dylan Dog, ma tutti quelli che subiscono il fascino di un genere con mille sfaccettature diverse e che ricercano quel remoto angolo della propria fantasia utile per esorcizzare i tanti mostri che popolano il mondo reale.