Zagor: le storie preferite da Angelo Palumbo

//
11 mins read

Il partecipante di oggi non ha bisogno di presentazioni: infatti, come ci spiegherà lui stesso nella sua breve introduzione… un momento: sto forse facendo copia&incolla con la Top 5 precedente, votata da Giampiero Belardinelli?!? Beh… in realtà, sì, visto che Angelo Palumbo è stato a sua volta uno degli autori degli Zagor Index, “una vera e propria Bibbia per gli Zagoriani incalliti” (come appunto scrivevo nella puntata precedente) e visto che mi è stato possibile contattarlo grazie all’aiuto del nostro Marco “Baltorr” Corbetta. Come Giampiero il mese scorso, anche Angelo è stato molto disponibile: gli lascio quindi subito la parola per scoprire quali sono le sue dieci storie preferite.

“Da molti anni, ormai, non mi dedico più alla critica fumettistica. Dal 1992 al 2008 mi sono divertito a macinare articoli e recensioni per gloriose riviste come Dime Press e Darkwood Monitor e ho contribuito alla realizzazione degli Index di Zagor e Mister No, pubblicati dall’indimenticabile Paolo Ferriani. Oggi i fumetti preferisco leggerli senza più l’ansia di doverli valutare o analizzare, tuttavia ho accolto con piacere l’invito degli amici del Magazine UBC a indicare la mia personale Top Ten zagoriana. Vorrei però spogliarmi dei panni di ex critico, per poter ripercorrere le emozioni che Zagor mi ha regalato nel corso della vita.
Ho incontrato l’eroe di Darkwood nell’aprile 1978, quando avevo quasi sei anni. L’albo era Zombi! (il n. 95 della prima ristampa). Avevo adocchiato su un Tex acquistato pochi mesi prima la pubblicità del cartonato verde di Zagor: mi aveva folgorato l’immagine iconica del personaggio che scavalcava una palizzata brandendo una scure, da voi usata come copertina della classifica generale di questa rubrica. Pensavo fosse un supereroe dal piglio severo, simile a Thor per l’arma che impugnava. Poi invece ho scoperto con piacere che era un eroe umano, solare, capace di sorridere anche quando affrontava i nemici più pericolosi. Ancor più divertente il suo compagno di avventure, l’impareggiabile Cico. Fu soprattutto l’albo successivo a conquistarmi e, poiché il primo amore non si scorda mai, indico questa come prima avventura della mia personale classifica.”

Queste sono le 10 storie zagoriane preferite da Angelo.


Oceano (albi 95-99), di Nolitta & Ferri
Storia perfetta, con un’articolata caccia al tesoro inserita nel ciclo di avventure della mitica Odissea Americana. Quando la lessi da bambino mi affascinarono molto i continui cambi di scenario: prima i bassifondi di Port-au-Prince, poi le incredibili immersioni nell’oceano (ispirate al film La strega rossa di Edward Ludwig, 1948) e lo scontro con gli spietati pirati di Capitan Serpente. Ricordo che persi l’uscita dell’albo conclusivo (in edicola c’era già il bellissimo numero 100 a colori) e per molto tempo fantasticai sul prosieguo del duello fra Zagor e Capitan Serpente, prospettato dalla copertina del n. 99. La storia contiene tutti gli ingredienti principali dell’universo zagoriano: la comicità di Cico, un personaggio strampalato e monomaniaco come Digging Bill, uno Zagor dinamico e imbattibile, il tuffo nel paranormale con Ramath il fakiro, l’eterno fascino dell’avventura marinaresca. Inoltre c’è un personaggio, il malavitoso Hammad, che nel corso della vicenda passa dalla schiera dei cattivi a quella dei buoni: un ingrediente tipico della narrativa zagoriana. Da bambino non prestavo alcuna attenzione a chi avesse scritto i testi o realizzato i disegni delle storie. Però, a metà degli anni Ottanta, le nuove avventure di Zagor iniziarono a piacermi sempre meno e mi chiedevo il perché. Eppure i disegni erano sempre bellissimi. Per risolvere il mistero confrontai gli albi più recenti con quelli che contenevano questa storia e mi accorsi che a pagina 3 mancava sistematicamente un nome. Allora compresi che l’anima di Zagor si chiamava Guido Nolitta.

La marcia della disperazione (albi 112-116), di Nolitta & Ferri/Bignotti
Ho letto per la prima volta questa storia a sette anni, tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980, quando tornò in edicola in occasione della prima ristampa. È la celebre avventura del bacio di Frida: questa sequenza per gli Zagoriani era stata un’autentica rivoluzione, ma non mi stupì più di tanto, perché avevo già assistito al bacio con Virginia poco tempo prima, sull’albo Il tiranno del lago uscito nel dicembre 1978. La vicenda, ispirata al film Shalako di Edward Dmytryk (1968), mi colpì soprattutto perché Zagor appare in bilico tra l’uomo bianco e l’uomo rosso, costretto a difendere un drappello di nobili europei pur consapevole delle sacrosante ragioni dei Kiowa, che hanno visto i bisonti decimati dal loro passaggio. Mi piacque moltissimo il personaggio di Winter Snake, un pellerossa fiero e implacabile, verso il quale lo stesso Zagor nutre rispetto e ammirazione, pur essendo avversari. È la classica storia in cui i confini tra buoni e cattivi non sono mai netti, come dimostra la figura di Memphis Joe, che prima si scontra con Zagor ma poi lo affianca coraggiosamente, suscitando pietà nel lettore quando viene vilmente assassinato da uno dei nobili europei. Ma la sequenza più significativa è quella in cui l’eroe, legato al palo della tortura, ricorda a quegli stessi guerrieri che dovrebbero infliggergli le più atroci sevizie le occasioni in cui li ha soccorsi e salvati. E così, dopo il vittorioso duello con Winter Snake, Zagor torna a essere riconosciuto come il vero difensore del popolo rosso. I disegni di Ferri, coadiuvato nelle ultime pagine dall’indimenticabile Franco Bignotti, sono ai livelli più alti.

Libertà o morte (albi 89-92), di Nolitta & Donatelli
C’è un filone, nella saga zagoriana, che ci rimanda al tragico destino a cui andarono incontro i pellerossa: decimati dall’uomo bianco, scacciati dalle loro terre e confinati nelle riserve. Qui si inserisce la vicenda dei Seminoles di Manetola, personaggio ispirato alla figura storica del capo Osceola. Ho scoperto questa avventura nel 1981, scovando gli albi Zagor il ribelle e Libertà o morte tra i fumetti usati dell’edicola sotto casa. Anche se non conoscevo la storia precedente (albi 43-45), mi appassionai all’epica fuga per mare dei Seminoles, che cercano la libertà sull’isola di Britannia e invece vengono ridotti in schiavitù. Zagor cerca di liberarli… “Sicuramente ci riuscirà”, pensai. Purtroppo All’ultimo sangue in quell’edicola non c’era, perciò passò almeno un anno prima che riuscissi a leggere l’albo conclusivo, grazie a mio cugino Gerardo che me lo prestò a casa sua, estraendolo da un’invidiabile collezione completa. Fu un’amara sorpresa scoprire che stavolta Zagor non era riuscito nell’impresa. Mi rimase impressa nella mente la sequenza del povero Manetola colpito alle spalle e poi straziato dalle baionette dei soldati inglesi. Perché Zagor non è un eroe che vince sempre. Proprio per questo è grande. È uno di noi. Questa vicenda è disegnata dall’indimenticabile Franco Donatelli, autore anche della bellissima La rabbia degli Osages. Dopo aver letto la conclusione della storia, decisi che nemmeno un albo di Zagor doveva mancare nella mia collezione.

Zagor racconta… (albi 55-56), di Nolitta & Ferri
Insomma, a dieci anni mi ero messo seriamente a collezionare Zagor. Fino ad allora mi ero limitato a leggere e rileggere gli albi, per poi seminarli per casa o addirittura smarrirli. Avevo iniziato una frenetica caccia agli arretrati e nel 1984 ebbi finalmente tra le mani, insieme al numero 1, gli albi contenenti la vicenda sulle origini dell’eroe. Rimasi estasiato di fronte alle bellissime copertine di Gallieno Ferri, autore di disegni strepitosi. In realtà la storia la conoscevo già perché… qualche anno prima l’avevo vista in TV! L’episodio faceva parte della leggendaria serie Tex & Company, realizzata in semi-animazione da Giorgio Bonelli, Ferruccio Alessandri e altri collaboratori tra cui un giovane Mauro Boselli. A questa serie sono molto legato e le ho dedicato diversi articoli sulle riviste a cui ho collaborato. Con una punta di orgoglio, posso dire di aver contribuito alla sopravvivenza di alcune puntate, poiché quasi tutti gli episodi in circolazione in rete provengono dalle videocassette che avevo registrato alla fine degli anni Ottanta. Era un prodotto molto artigianale, ma gli autori avevano scelto degli ottimi doppiatori e inserito un’efficace colonna sonora, ricorrendo alle musiche che Daniele Patucchi aveva realizzato per il film Los amigos di Paolo Cavara (1973). Zagor racconta è un episodio di straordinaria modernità: ricostruisce un passato credibile all’eroe, motivando il suo ruolo di giustiziere con la tragica vicenda che tutti conosciamo. Il monito di Wandering Fitzy (“La giustizia, come la verità, non è mai tutta da una sola parte”) è un insegnamento di vita per l’eroe ma anche per tutti i suoi lettori. La sceneggiatura è scandita da un ritmo serrato, che mostra la fanciullezza dell’eroe, la spietata vendetta e l’incontro da cui nasce lo Spirito con la Scure. Con questa vicenda Zagor inizia il suo cammino verso la maturità degli anni Settanta.

Zagor contro Supermike (albi 122-125), di Nolitta & Ferri
Nell’estate del 1980, quando lessi per la prima volta questa avventura, avevo otto anni e rimasi sconvolto dalla figura di Supermike: un cattivo completamente fuori dagli schemi, che vuole scalzare Zagor dal suo regno per pura e semplice megalomania. Rimasi malissimo nel vedere il mio eroe preferito messo al tappeto più volte da quell’odioso giovinastro, quasi piangevo nell’assistere alle crisi di nervi dello Spirito con la Scure. Negli albi che avevo letto fino ad allora, nessuno era mai riuscito a sconfiggere l’eroe (solo alcuni anni dopo scoprii che anche il perfido capitano Kraus lo aveva battuto, nell’albo n. 32). La grandezza di questo avversario, che rischia di superare Zagor persino nel gradimento del lettore, ha reso memorabile l’insolita “olimpiade” in cui i due si affrontano davanti a una vasta platea di autorità darkwoodiane. Nolitta, in questa storia originalissima, insegna ai suoi lettori che un eroe non è tale solo perché è forte fisicamente. Non a caso il suo alter ego Mister No prende sempre un sacco di botte. Un eroe si distingue per le sue doti morali, per tutto quello che la sua esperienza gli ha insegnato e per la sua generosità. Supermike è forte, abile, resistente ma privo di quella determinazione e umanità che rendono Zagor ancora più super. Rimasi invece deluso dal ritorno del 1984, perché Supermike appariva piuttosto ambiguo e si mostrava decisamente più in gamba di Zagor. Sono veramente curioso di vedere cosa succederà nella terza avventura dello “Spirito Giallo”.

Terrore dal sesto pianeta (albi 178-182), di Nolitta & Ferri/Bignotti
L’estate zagoriana del 1980 fu per me eccezionale. Mentre leggevo la storia di Supermike sulla ristampa, la collana Zenith ospitava quest’ultimo capolavoro di Guido Nolitta. Avevo già letto la precedente avventura con Hellingen (Ora Zero!), che mi aveva entusiasmato: tuttavia questa vicenda mi appassionò addirittura di più. Zagor appare letteralmente schiacciato da avversari dotati di forze preponderanti: il genio di Hellingen abbinato alla tecnologia degli Akkroniani. La bravura di Nolitta era proprio questa: spingere l’eroe al limite della sconfitta, per poi stupire il lettore con soluzioni imprevedibili. Ricordo ancora la spasmodica attesa dell’albo conclusivo della vicenda, che approdò in edicola con diversi giorni di ritardo. Alla fine la magia di un umile stregone indiano sconfigge l’arroganza di chi si credeva onnipotente. In questa vicenda provai ammirazione anche per Cico che, con una delle sue divertenti disavventure, aiuta Zagor a liberarsi dal controllo mentale di Hellingen.

Zagor 200 – Il tesoro maledetto (albo 200), di Sclavi & Ferri
Potrei proseguire questa mia classifica inserendo altre quattro memorabili storie di Guido Nolitta. Ma Zagor non è finito quando Sergio Bonelli ha smesso di scriverne personalmente le avventure, perciò ritengo giusto valorizzare il lavoro di chi ha consentito al nostro eroe di festeggiare più di sessanta compleanni. Il primo di questi benemeriti è Tiziano Sclavi che, subito dopo l’abbandono di Nolitta, ha scritto diverse sceneggiature e curato redazionalmente il personaggio insieme a Decio Canzio fino alla fine degli anni Ottanta. Nolitta deve averlo apprezzato molto, visto che lo ha incaricato di scrivere al suo posto il celebrativo Zagor 200 e vi ha addirittura apposto la sua firma. L’avventura mi piacque tantissimo e, grazie all’editoriale di pagina 2, compresi finalmente il motivo della sfasatura tra la numerazione degli albi di Zagor e quelli della Collana Zenith. Nel Tesoro maledetto ho rivissuto le emozioni dei primi albi dello Spirito con la Scure che avevo letto, grazie alla presenza degli zombi e di Digging Bill e ai meravigliosi disegni di Gallieno Ferri, valorizzati al meglio dalla vivace colorazione (presumibilmente di Ugo Pietrafitta). Ho preferito questa storia rispetto alla ben più celebrata Incubi, in cui Sclavi sfoggia il suo stile peculiare tipicamente dylandoghiano: qui invece, come è giusto, ha mantenuto una scrittura più nolittiana, pur trattando le tematiche che lo hanno reso un gigante del fumetto italiano.

Il grande inganno (albi 205-209), di Castelli & Donatelli
Anche questa storia del 1982 è riuscita a tenermi col fiato sospeso nei mesi in cui si è dipanata. Solo molti anni dopo ho scoperto che era opera di Alfredo Castelli, il geniale creatore di Martin Mystère, che purtroppo ci ha lasciati il 7 febbraio scorso. È un’avventura complicata, con un nemico insolito e sfuggente, il Tessitore, capace di manovrare un’articolata organizzazione criminale. Castelli ha arricchito la vicenda con la sua straordinaria verve narrativa, inserendo elementi colti come il riferimento alla Setta degli Assassini e personaggi allora insoliti come i ninja, con il micidiale colpo del “palmo vibrante” che sembra condannare Zagor a morte certa. L’avventura conferisce un ruolo da autentico protagonista anche a Cico che, con il suo ventrillo (una specie di fischietto che lo trasforma in ventriloquo), riesce a tirare l’eroe fuori dai guai più di una volta. Purtroppo, negli anni successivi, non avremmo più rivisto un Cico così presente e risolutivo.

La fiamma nera (albo Speciale 4), di Boselli & Ferri
Nel 1986, a 14 anni, avevo completato la mia collezione di Zagor, ma più scoprivo i classici di Nolitta, meno apprezzavo le nuove avventure in edicola. Marcello Toninelli, che aveva scritto anonimamente buona parte delle sceneggiature di allora, era un valido professionista e aveva realizzato belle storie, accantonando però molte caratteristiche dello Zagor che amavo: il carisma dell’eroe, i dialoghi brillanti, l’umorismo di Cico, i personaggi ben caratterizzati, l’engagement. Nel 1991 Sergio Bonelli annunciò che Toninelli sarebbe stato sostituito da nuovi sceneggiatori, tra cui Mauro Boselli. Conoscevo già questo nome, non solo perché aveva realizzato molti librini allegati agli Speciali, ma anche per una bella storia del nolittiano River Bill, La casa nella palude (Tutto West 39-41). La lettura della sua prima storia, La fiamma nera, mi folgorò: ritrovai le situazioni insolite e quel ritmo narrativo, quella potenza nei dialoghi e quella grinta che avevano fatto di Zagor il mio eroe preferito. Una storia memorabile, che mi ha restituito le emozioni dei tempi d’oro. Pochi anni dopo Boselli avrebbe assunto un ruolo preponderante nel rilancio del personaggio.

L’abbazia del mistero (albi 318-320), di Burattini & Ferri
Devo dunque confessare che all’inizio degli anni Novanta Zagor non era più il mio beniamino. Leggevo con maggiore interesse gli albi di Martin Mystère e Dylan Dog, che sembravano molto più ricchi di spunti e suggestioni. Ma con l’arrivo di Mauro Boselli e Moreno Burattini le cose cambiarono: Burattini era un esordiente, però ho subito nutrito un’istintiva fiducia in lui, perché grazie al saggio Speciale Zagor del 1990 ne avevo apprezzato la profonda conoscenza del personaggio. La sua prima storia zagoriana e lo speciale Cico Trapper mi erano piaciuti, ma è stata soprattutto L’abbazia del mistero a farmi capire che Zagor aveva trovato l’autore giusto per il suo futuro. In quest’avventura del 1992, Burattini mescola lo stile classico nolittiano con l’indagine su un delitto, inserendo citazioni colte (Il nome della rosa), spessore umano e atmosfere notturne ottimamente valorizzate dai disegni di Ferri. Ricordo che divorai l’albo conclusivo fino allo scioglimento dell’enigma. Dopo averlo letto, trovai il modo di contattare Moreno, instaurando un’amicizia epistolare e telefonica, che mi portò a propormi come collaboratore della rivista Dime Press con l’articolo Il Tex di Nolitta. A novembre lo incontrai personalmente e conobbi anche il mio fraterno amico Giampiero Belardinelli, Zagoriano acuto e viscerale. Negli anni successivi, Burattini ha scritto anche storie più belle dell’Abbazia del mistero, che però resta quella a cui sono più affezionato. È grazie alle sue sceneggiature e alla sua cura editoriale se Zagor resta ancora oggi per me il Numero Uno.

Riepiloghiamo quindi la Top 5+5 di Angelo:
Oceano
La marcia della disperazione
Libertà o morte
Zagor racconta…
Zagor contro Supermike
Terrore dal sesto pianeta
Zagor 200 – Il tesoro maledetto
Il grande inganno
La fiamma nera
L’abbazia del mistero

Sei classici nolittiani e una storia ciascuno per quattro degli autori principali pubblicati dopo il 1980, mentre ai disegni Ferri giganteggia come al solito con ben otto storie. Nessuna new entry stavolta, quindi il totale delle storie votate resta 122. Questa è la TRENTASEIESIMA classifica parziale:
(ricordo che, a parità di punti, viene indicata per prima la storia più “vecchia”)

37 punti:
La marcia della disperazione ˄
31 punti:
Odissea americana
27 punti:
Zagor contro il vampiro
22 punti:
Zagor racconta… ˄
21 punti:
Zagor contro Supermike ˄
20 punti:
Oceano ˄
Passaggio a Nord Ovest
17 punti:
Kandrax il mago
Terrore dal sesto pianeta ˄
Incubi
16 punti:
Libertà o morte ˄
Ora Zero!
14 punti:
La rabbia degli Osages
La palude dei forzati
11 punti:
La casa del terrore
8 punti:
Tigre!
7 punti:
Kraken!
6 punti:
Ramath, il fakiro
Vudu!
Il ritorno del vampiro
5 punti:
Il buono e il cattivo
Acque misteriose
Il sigillo dell’imperatore
L’ultimo vikingo
L’uomo con il fucile
4 punti:
altre 10 storie
3 punti:
altre 15 storie
2 punti:
altre 17 storie
1 punto:
altre 55 storie

LA CLASSIFICA COMPLETA

————————
ZAGOR TOP 5 – tutti gli articoli

Marco Gremignai

L'uomo che veniva da Peccioli

Articolo precedente

Martin Mystère Speciale n.39
“Il dado è tratto”

Prossimo Articolo

“Incubi”
di Michele Penco

Ultimi Articoli Blog

Quiz: Ken Parker

Quanto sei preparato sul personaggio di Ken Parker e sul mondo creato da Giancarlo Berardi e…