Bezimena di Nina Bunjevac

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Nina Bunjevac ci racconta di uno stupro, anzi – come scrive lei stessa nel sottotitolo del fumetto – “anatomia di uno stupro”.
Ne parla con sapere raffinato, con quella delicata certezza che la sua mano, muovendosi sul foglio, riesce a trasmettere: emozioni contrastanti, sensazioni e paure che in primis lei stessa ha vissuto. Il coraggio di mettere in scena gli orrori del genere umano, che per lei furono (per tanto tempo) chiusi nei meandri della mente, in fondo a quel tunnel di cui nessuno di noi riuscirà mai a capire i meccanismi.

Un graphic novel arcaico ma, allo stesso tempo, più contemporaneo di quanto ci si aspetti – purtroppo.
La storia inizia con l’autrice che racconta di quel passo mitologico, del mito di Artemide e Siprete. Un adattamento molto pulito e sintetizzato in poche tavole, che fanno da ouverture all’opera.
Un prologo necessario, quasi d’obbligo, per poi passare al racconto prettamente visivo di quest’opera surreale.
È un parlare d’altri tempi, un racconto atavico, come se l’autrice stessa avesse vissuto epoche differenti. La Bunjevac si fa portatrice in prima persona della storia e delle storie d’altri, antesignana prescelta dall’arte per la società.
Nella nota a postfazione del fumetto, l’autrice stessa si apre e ci scrive del suo trascorso facendoci percepire le proprie emozioni.

<< …ancora oggi ricordo ogni singolo dettaglio di quel giorno: dal momento in cui entrai in quella stanza e mi fu presentato l’uomo che si faceva chiamare Kristijan, a quello in cui mi tolsi l’impermeabile e notai una videocamera posata su una cassettiera, proprio accanto alla porta, con l’obiettivo fisso sul punto esatto in cui mi fu chiesto di sedermi. Cominciai subito a progettare una via di fuga, attenta a non rivelare le mie intenzioni >>.

Il suo racconto continua, sviscera dettagli della sua esperienza, ma ne ho riportato giusto un periodo perché penso che condividere queste sensazioni sia più importante dell’opera stessa. Forse per una certa forza di documentare e sensibilizzare su questioni delicate come questa degli stupri. Lei, alla fine, dopo molto anni – trovò la forza per denunciare quei soprusi.

Scrivere di sé non è mai stato facile, soprattutto quando si devono esternare i sentimenti, figuriamoci se bisogna raccontare dei propri drammi vissuti in giovane età e dopo tanti anni dai fatti narrati… È come se l’autrice riuscisse a staccarsi dal suo corpo per disegnare le meravigliose tavole che accompagnano questa onirica narrazione dei protagonisti, da lei guidati quasi fossero marionette al cospetto di un mastro burattinaio.
Che poi, a dirla proprio tutta, quest’opera di scritto non ha nulla, se non alcuni puntuali testi che servono ad indicare un canovaccio di massima. Bezimena è prettamente un fumetto costituito da soli disegni, i testi sono ridotti al minimo necessario. Ma per evidenziare al meglio la struttura dell’opera bisogna parlare dell’apparato grafico, parte fondamentale del fumetto.
Ogni immagine che Nina Bunjevac disegna è un tripudio alla bellezza, un quadro che vive di sua implacabile amenità. 

La struttura è semplice: sulla pagina sinistra il testo che accompagna la narrazione. Sono testi didascalici, utili alla comprensione della storia e non tanto alla lettura del disegno che si trova accanto.
Sulla destra la vignetta, o meglio illustrazione (perché sono tutte impostate come splash pages) – che ci dona la parte visiva e ci catapulta in un mondo tutto suo, tra un’incisione di Dürer e l’orrorifica mescolanza di paure di Odilon Redon. Tutto contorniato dal tratto ottocentesco tipico dei maestri incisori.
Ogni tavola dell’autrice va letta come fosse un quadro appeso in una sala museale, e non come pagina di un graphic novel: proprio perché la struttura e il concetto stesso della narrazione esula dalla “visione” classica e si muove su direttive che oltrepassano lo stesso fumetto d’autore. In pieno stile “xilografico” d’una certa epoca, la Bunjevac riesce a creare un’atmosfera unica, claustrofobica ed angosciante.
Il realismo anacronistico che mette in scena qui, e in tutto il suo lavoro, è così raffinato da renderlo disarmante. Per farvi un’idea, potete approfondire guardando alcune sue illustrazioni qui.

Sono immagini forti, quelle che si trovano nelle pagine dell’opera: alcune potrebbero turbare la visione del lettore, talune dare un senso di pacatezza. L’equilibrio che ne scaturisce è pressoché perfetto, vista la natura del tema trattato.

Prima di lasciarvi e consigliarvi la lettura di Bezimena, condivido con voi lettori anche il video in cui ne parlo e, soprattutto, faccio vedere il fumetto nella sua meravigliosa struttura grafica.
Bezimena, oltre ad alcuni premi ricevuti in vari festival sparsi per il mondo, ha ricevuto il premio come ‘Miglior libro’ al nostrano Lucca Comics and Games del 2019. 

Bezimena
di Nina Bunjevac
150 pagine, b/n, 16,00€
Rizzoli Lizard, 28 agosto 2018

Michele Tarzia

Vivo nell'ombra dei miei pensieri, ai margini della mia memoria

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