Gervasio - Da Fantomius a Papaerbridge

Da Fantomius a Paperbridge passando per Paperinik – Incontro con Marco Gervasio

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Se ormai gli eventi come i festival dedicati al mondo del fumetto in particolare e della cultura pop in generale si sono moltiplicati in maniera esponenziale con un’offerta sempre più vasta sia per copertura territoriale – arrivando in zone spesso dimenticate e questo è un bene – sia coprendo quasi ogni fine settimana o festività di calendario, non vanno dimenticati i buon vecchi incontri in fumetteria (o in libreria, o in piazza etc…) che possono risultare più semplici da organizzare ma ugualmente – se non di più – gratificanti per tutti i soggetti coinvolti: dall’autore invitato che può ricevere un feedback dai suoi lettori per titoli di recente uscita di solito all’interno di un ambiente più tranquillo rispetto alle fiere, al pubblico intervenuto che oltre all’incontro con lo sceneggiatore o il disegnatore preferito ha anche modo di conoscere luoghi e titoli nuovi, alla promozione stessa del negozio per il suo gestore.

L’incontro con Marco Gervasio

Sabato 1° luglio 2023 abbiamo quindi assistito all’incontro con Marco Gervasio tenuto all’interno del Panini Store di Firenze e organizzato per parlare del fumetto Disney visto secondo l’autore, cercando di scoprire origini e segreti di Fantomius e di Paperbridge. È seguita una piacevole conversazione tra domande provenienti anche dal pubblico per poi terminare con firmacopie e sketch per i presenti grazie alla estrema cortesia dimostrata da Marco.
Questa fumetteria non è nuova a esperienze di questo tipo avendo già ospitato in passato autori come Andrea Freccero, Fabio Celoni, Marco Nucci (qua il report dell’incontro), Marco Bucci e Jacopo Camagni, Lee Bermejo e David Messina e, a detta del titolare, continuerà a farlo.

Marco Gervasio
Marco Gervasio

Per chi non lo conoscesse, in breve Marco Gervasio è un disegnatore Disney – ma anche illustratore e sceneggiatore – molto apprezzato per le sue storie di Paperinik e soprattutto per scrivere e disegnare la serie de “Le Strabilianti Imprese di Fantomius – ladro gentiluomo”, sul personaggio eponimo della serie il cui diario ha dato i natali proprio a Paperinik.
Oltre all’impegno come autore completo, attualmente insegna presso la Scuola Romana dei Fumetti.

Le strabilianti imprese di Fantômius - ladro gentiluomo

Paperinik il Diabolico Vendicatore di Guido Martina e Giovan Battista Carpi
Paperinik di Martina e Carpi

Per rompere il ghiaccio, la prima domanda fatta a Gervasio è: perché Fantomius?
Marco ripercorre quello che un po’ tutti gli appassionati sanno: da Fantomius nasce Paperinik quando Paperino ritrova il diario e il costume di questo fantomatico ladro a Villa Rosa, oggetti che lo ispirano a vestirne i panni per vendicarsi dei tanti torti subiti, nella storia “Paperinik il Diabolico Vendicatore” scritta da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi nel 1969, nata come lontana parodia di Diabolik. Però Fantomius viene solo citato, neppure mostrato e di lui conosciamo solo alcuni trucchi e marchingegni. È nella seconda storia di Paperinik, “Paperinik alla riscossa” sempre di Martina ma stavolta con Romano Scarpa ai disegni, che vediamo Fantomius accompagnato addirittura dalla fidanzata Dolly Paprika, anche se in realtà i due sono solo Gastone e Paperina in costume.

Fantomius e Dolly Paprika da Paperinik alla riscossa di Guido Martina e Romano Scarpa
Dolly Paprika, Fantomius e Paperino da “Paperinik alla riscossa”
...e dalle sue ceneri nasce Fantomius, il ladro gentiluomo!
Fantomius di Gervasio

Da lettore, Paperinik è da sempre il personaggio preferito da Marco Gervasio. E così, gli anni passano, le storie pure, ma su Fantomius viene detto poco o nulla…
Passano gli anni anche per Marco che si laurea in Economia e Commercio e trascorre inoltre un anno come vigile del fuoco, pur continuando a coltivare la sua passione di sempre: disegnare fumetti. Per perfezionarsi si iscrive alla Scuola Romana dei Fumetti dove conosce Corrado Mastantuono che gli fa da insegnante, ma è durante la sua visita a un ExpoCartoon di Roma nel 1996 che avvicina Giovan Battista Carpi a cui fa vedere i suoi lavori e, a seguito di ciò, viene accolto come allievo presso l’Accademia Disney diretta proprio da Carpi, il grande Maestro Disney che aveva collaborato alla creazione di Paperinik.
Diplomatosi nel 1997, da lì in poi comincia la sua carriera in Disney, prima come disegnatore e poi come autore completo.
Ma l’interesse per Paperinik e per Fantomius non diminuiscono e così realizza prima alcune storie di Paperinik dove Fantomius appare come cameo aggiungendo piccoli particolari alla lore del personaggio e poi crea la serie sul ladro gentiluomo in veste di autore completo. Per la precisione la serie è iniziata nel 2012 ma aveva già realizzato 4 storie di Paperinik in precedenza che facevano da apripista.
Fantomius – continua Gervasio – non è un personaggio facile in ambito Disney perché è un ladro come può essere Pietro Gambadilegno o i Bassotti ma… vincente! Inoltre ha una partner che è anche la sua compagna un po’ come Eva Kant di Diabolik, e ha addirittura una ex fidanzata! Tutti aspetti che difficilmente – se non per nulla – vengono mostrati nei fumetti Disney.
Eppure tutto è andato bene e ormai Marco sta già realizzando la 37ª storia della serie.
Quindi: perché Fantomius? Perché voleva saperne di più su un personaggio così intrigante.

A proposito della Disney: quali sono le regole da adottare nel fumetto riguardo alla morale e all’etica?
Gervasio ricorda che i limiti ci sono, nel cinema come nel fumetto, ma che in fondo ci sono sempre stati su Topolino. Certo è che al giorno d’oggi Disney ci sta ancora più attenta. Un esempio è nell’uso delle armi: prima le metteva in mano a poliziotti o criminali, mentre ora è più difficile farlo e per questo vanno trovate strade alternative.
Riguado a Fantomius, Marco afferma di avere in testa una storia di base da raccontare e portare avanti che naturalmente propone alla redazione e al direttore di Topolino, Alex Bertani. E in questa storia non solo inserisce gli elementi della tradizione italiana ma anche quelli di Carl Barks e pure quelli di Don Rosa che ha costruito una vera e propria cronologia con la sua Saga ma per la quale ha alcuni freni. Ha anche concessioni, come quella di far apparire una sorella di Paperone nel passato (NdR le storie di Fantomius sono ambientate in quelli che sono gli anni ‘20 di Paperopoli, cioè il passato rispetto al periodo abitualmente vissuto dai personaggi Disney). Quindi, sì alla sorella di Paperone però non può far comparire Paperino da piccolo e neppure sua sorella Della.
In sostanza, non è detto che leggeremo esattamente quello che Marco ha in testa però finora le storie sono andate molto bene, con paletti o senza. E se le storie funzionano anche senza determinate parole o senza baci (altro tabù in Disney), si può avere ugualmente un buon risultato ed esserne soddisfatti.

In Fantomius sono tanti i riferimenti a Robin Hood, Diabolik e Fantômas. Solo spunti oppure Gervasio ha approfondito lo studio di questi personaggi?
L’autore ricorda mesi di ricerca. Di Arsène Lupin di Maurice Leblanc ha letto tutto, così come tutti i romanzi di Agatha Christie per poter approfondire dinamiche di azione che talvolta ha anche ripreso modificandole. Di Diabolik – fumetto che ammira – c’è soprattutto il ruolo di Eva Kant che è quello di Dolly. L’altro personaggio femminile, Lady Senape (alias di Jen Yu) invece è ispirata alla Margot di Lupin III (NdR con questa affermazione Marco si “tradisce” facendo intuire di aver visto la 2ª stagione della serie animata di Lupin III, personaggio di Monkey Punch, nel primo adattamento italiano in cui era erroneamente chiamata Margot invece di Fujiko). Inoltre ha letto Conan Doyle e il suo Sherlock Holmes. Non mancano i film di Fantômas con Louis de Funès nel ruolo del commissario e, proprio al riguardo, il commissario Pinko riprende l’ispettore Ginko di Diabolik nel nome (probabile antenato del già ispettore Pinko detto “Il Pallino” visto in “Paperinik e il ritorno a Villa Rosa” di Michelini/Carpi, 1996) ma per Gervasio si avvicina di più come carattere a quello dell’ispettore Zenigata di Lupin III, all’ispettore Clouseau di Peter Sellers nei film della Pantera Rosa e al già citato personaggio interpretato da Louis de Funès nei film di Fantômas. In Fantomius c’è tanto Robin Hood (uno degli eroi preferiti da Gervasio) ma anche Zorro, personaggio che ha amato fin da bambino e di cui voleva vestire il costume a carnevale come tanti suoi coetanei.
Sono tanti i riferimenti che appaiono nelle sue storie ma effettivamente di Fantômas, di cui Fantomius riprende il nome, c’è ben poco perché era un personaggio più cattivo.

Non sempre una maschera nasconde, John...
Il fratello Henry fa ricredere il piccolo John sul valore delle maschere

Dietro l'identità di Lord Quackett, nobilpapero inetto e pasticcione, si cela quella di Fantomius, famoso ladro gentiluomo, il cui diario darà i natali a Paperinik!Lord Quackett è il nobilpapero inetto e pasticcione dietro la cui identità si cela quella di Fantomius. Di questo personaggio Marco Gervasio racconta la sua adolescenza in Paperbridge, serie spin-off di più recente creazione. Tra la serie principale, lo spin-off e le storie di Paperinik che contengono riferimenti a Fantomius, si è venuta a creare una articolata continuity simile a quella dei comics americani Marvel o DC. È difficile costruire storie nuove all’interno di questa struttura?
Marco Gervasio adora la continuity e ne era già affascinato quando leggeva gli albi dei supereroi Marvel (l’Uomo-Ragno, i Vendicatori e i Fantastici Quattro… sorride pensando a quando si usavano questi nomi e non Spider-Man o Avengers) e gli albi della Bonelli che ne presentavano i primi segni (Zagor e soprattutto Mister No). Ricorda che nella televisione degli anni ‘80, in quelli che allora venivano chiamati telefilm, c’era pochissima continuity, pochissima trama orizzontale che invece a lui piaceva molto, interessato com’era all’evoluzione dei personaggi. Anche su Topolino non esisteva, tanto che veniva rispettato lo status quo per cui un qualsiasi personaggio come Zio Paperone poteva anche ritrovarsi senza deposito alla fine di una storia, ma in quella successiva sarebbe ripartito con la solita condizione di sempre. Invece in Marvel e DC era la norma e se un personaggio si rompeva un braccio in una storia, continuava ad averlo rotto nella successiva.
Con Fantomius ha voluto inserire una robusta continuity e un background del personaggio consistente, elementi introdotti gradualmente cominciando dal far ricordare ai personaggi cosa avevano fatto nella storia precedente. Un esperimento riuscito e che piace molto al suo autore. Un esempio è lo stesso college di Paperbridge, conseguenza di quanto affermato da Lord Quackett quando aveva accennato di essersi diplomato in una rinomata scuola inglese. Oppure il fatto che Lord Quackett e Dolly vivono a Villa Lalla dopo che Villa Rosa non è più agibile.
Topolino è una rivista che è cambiata molto negli ultimi anni con la nuova direzione e questo si avverte particolarmente nella cura di alcuni personaggi come Macchia Nera, affidato a Marco Nucci, e Paperinik, la cui gestione è in mano proprio a Gervasio. Anche un nuovo personaggio come Red Duckan – un miliardario rivale di Paperone e avversario di Paperinik che si pone a metà strada tra Rockerduck e Cuordipietra Famedoro – è consolidato ed inserito in continuity. Con questa nuova direzione ci sono stati anche esperimenti di continuity quando durante l’inverno c’è stata una forte nevicata che ha interessato più storie contenute nel settimanale anche se non direttamente collegate fra loro. In fondo – continua Marco – Panini, oltre a pubblicare Disney, pubblica anche Marvel, e Bertani è abituato a questi espedienti. Forse i tempi sono cambiati e sono maturi per nuove sperimentazioni.
Che poi, continua Marco, lo stesso Gottfredson realizzava a suo modo storie in continuity: perché dove terminava un’avventura di Topolino ne faceva partire subito un’altra.

La fine di "Topolino e il Mistero dell'Uomo Nuvola" di Floyd Gottfredson...
La fine di “Topolino e il Mistero dell’Uomo Nuvola” di Floyd Gottfredson…
...e l'inizio di "Topolino e il Gorilla Spettro" di Floyd Gottfredson
…e l’inizio di “Topolino e il Gorilla Spettro” di Floyd Gottfredson

 

Fantomius e Paperinik

Fantomius e Paperinik si sono mai incontrati?
Sì, è già successo in storie come “Paperinik, tutto cominciò così”, oppure in “L’inizio e la fine”, anche se Paperino non si accorge di avere a che fare con Fantomius. Invece nella storia “I due vendicatori”, dove Fantomius compie un viaggio nel futuro per recuperare Dolly, i due paperi mascherati interagiscono ma alla fine Fantomius e Dolly prendono le Car-Can (le Caramelle-Cancellin) per dimenticare il futuro e vivere nel presente… che poi è il passato…
Marco ammette che non è facile farli incontrare per evitare di generare errori o paradossi.
Un discorso diverso invece riguarda Lord Quackett/Fantomius e Cuordipietra Famedoro che si incontrano in più occasioni, non solo al tempo di Fantomius ma anche nel futuro e pure nel passato raccontato in Paperbridge.

Cuordipietra Famedoro ai tempi di Fantomius
Cuordipietra Famedoro ai tempi di Fantomius
Cuordipietra Famedoro nel futuro (per Fantomius)
Cuordipietra Famedoro nel futuro (per Fantomius)
Cuordipietra Famedoro a Paperbridge (nel passato di Fantomius)
Cuordipietra Famedoro a Paperbridge (nel passato di Fantomius)

Da Lord John Lamont Quackett (questo il nome completo) sappiamo qualcosa del suo passato, della sua infanzia e del suo rapporto difficile con il padre, il Duca Andrew Quackett. Ma perché Paperbridge? Perché Marco Gervasio ha raccontato un college?
L’autore ricorda come già sia incredibile in una storia Disney avere un padre e una madre come ha Lord Quackett.

Il Duca Andrew Quackett e suo figlio John
Il Duca Andrew Quackett e suo figlio John

Paperbridge

La serie di Paperbridge – continua – comprende due temi che Gervasio voleva sviluppare all’inizio per due progetti indipendenti tra loro: da un lato mostrare il passato di John e il cambiamento che l’ha visto da giovane e viziato di buona famiglia diventare un papero che odia i ricchi. Dall’altro voleva raccontare un teen drama, un genere delle serie televisive a lui caro, incentrato sulla vita degli adolescenti. Da sempre Marco è appassionato di questo tipo di serie tv con cui è cresciuto come Beverly Hills 90210, Dawson’s Creek, The O.C. fino alle più recenti Riverdale e Euphoria.
Paperbridge mette insieme questi due elementi: passato di Fantomius e teen drama.
L’ambiente del college non è particolarmente adatto per raccontare storie di azione eppure Harry Potter ne è un esempio ben riuscito. In Paperbridge sono mescolati paperi ricchi, del ceto medio e misteri un po’ alla Scooby-Doo. Inoltre i caratteri di tutti i personaggi sono destinati a mutare durante la serie, con ogni stagione che rappresenta un anno scolastico. Anche Bill Bull, il bullo del college, si ritroverà con un carattere smussato e differente da come era stato mostrato all’inizio. Argomenti come le differenze dei ceti sociali, il rapporto padre-figlio o mostrare il primo amore di John – Beth – non sono facili e scontati sulle pagine di Topolino, eppure Gervasio ci è riuscito toccandoli in modo leggero.

Quacky (John) e Beth
Quacky (John) e Beth

Dolly Paprika e Fantomius

Proprio il rapporto padre-figlio è un unicum per i fumetti Disney. Come è riuscito a parlarne?
Marco Gervasio racconta che in Paperbridge non sono presenti standard characters (come Topolino o Paperino) visto che sono personaggi per lo più nuovi, e quindi gli sono state riservate alcune concessioni come mostrare genitori o azioni al limite della legalità come piccoli furti. Quando incontrò il delegato Disney USA per parlare della serie, questi gli accordò di poterla realizzare ma con un’unica raccomandazione: doveva farla bene! Per Marco fu un momento di ansia totale… Quindi personaggi con più libertà e per la questione di inclusione non ha problemi.
Un limite invece sono le effusioni sentimentali (ricordiamo che Fantomius e Dolly sono una coppia molto affiatata) per le quali deve cercare soluzioni per rappresentarle, come un bacio in figura intera in lontananza oppure un’inquadratura abbassata dove si vedono cuoricini, uno smack e la gambetta alzata di Dolly.
Eppure, quando i due erano in trasferta a Venezia nella storia “Il tesoro del Doge”, si sono scambiati un bacio vero e proprio sotto il Ponte dei Sospiri…

Sotto il Ponte dei Sospiri a Venezia
Sotto il Ponte dei Sospiri a Venezia

Marco, da buon appassionato di vecchi film, ricorda che anche la vecchia Hollywood non offriva concessioni e le coppie sposate andavano a dormire in letti separati dal comodino.
Ammira molto Area 15, la serie dove Qua e gli amici Vanessa, Ray e Giggs coltivano passioni per fumetti, cinema, serie televisive, giochi e videogiochi, collezionismo, ma anche problemi di tutti i giorni, come la scuola, le amicizie e i primi batticuori. La ammira perché c’è molta inclusività, come per esempio Ray che siede in carrozzina e viene mostrato con assoluta naturalezza come è normale che sia.
In Paperbridge si è dovuto limitare all’uso della parola bullo non inserendola direttamente nonostante i personaggi siano adolescenti e possa capitare che non tutti si comportino in maniera corretta. Il bullismo è evidente nei confronti di Tom Ducket, il papero dai capelli rossi, ma sarà proprio il protagonista della serie a ribellarsi a questa condotta sbagliata.
Riguardo alla nemesi di Fantomius, non lo sono interamente né Pinko, né Hercule Paperot e neppure Cartesio Pitagorico (il fratello gemello di Copernico) ma è Cuordipietra Famedoro, ricco miliardario criminale che raccoglie in sé tutto ciò contro cui si batte il ladro gentiluomo.

Rispondendo a domande sparse, viene fatto notare che mentre Archimede aiuta Paperinik ma poi ne dimentica l’identità ingoiando le Car-Can invece Copernico conosce la vera identità di Fantomius. Marco risponde che ormai questa situazione è stata superata e Archimede sa che è Paperino a vestire i panni dell’eroe mascherato. Nella storia “Paperinik e il segreto dell’identità segreta” da lui scritta con Giorgio Cavazzano ai disegni, nel finale viene mostrato che Archimede non prende le caramelle, e nella successiva “Paperinikland” (stessi autori) l’inventore rivela di non averle mai prese veramente in passato perché preferiva conoscere la verità per poter gestire eventuali situazioni di emergenza.
Fantomius incontrerà i personaggi di Paperbridge da adulti? A questa domanda Marco non risponde…
Ci anticipa, però senza rivelare nulla, che per tutto il mese di agosto ci accompagnerà sulle pagine di Topolino.
Riguardo a “La Ciurma del Sole Nero”, serie di fantascienza con i topi che ha creato e per la quale scrive i testi, rivela di aver completato una storia e che ne sta realizzando un’altra.

Mentre sta eseguendo dediche, firmacopie e sketch, Marco continua a dialogare con i presenti e ci rivela di essere cresciuto con le storie di Carl Barks e per questo in Fantomius ha inserito vari riferimenti alle sue opere anche se non è facile farlo perché Barks non realizzava racconti con continuity e quindi non c’è una cronologia vera e propria a cui fare affidamento per incastrare le imprese del ladro gentiluomo. Un omaggio forte è stato quello del Fantasma di Notre Duck e del suo mistero. La storia di Barks (“The Phantom of Notre Duck” del 1965, in italiano “Zio Paperone e i misteri della cattedrale”) vede Paperone, Paperino e i nipotini scontrarsi con il Fantasma della cattedrale, una figura ammantata di nero che si nasconde all’interno dell’edificio e ha il desiderio di terminarne un modellino in scala con le monetine, prima raccolte dalla fontana dei desideri ivi presente, poi con quelle del deposito di Paperone. Gervasio ci mostra questo luogo in “Paperinik e il tesoro di Dolly Paprika” ma è nella storia “Notre Duck” che scopriamo che un fantasma si aggira al suo interno anche ai tempi di Fantomius, cioè nel passato rispetto a Barks: il nostro eroe scopre che sotto il costume nero si nasconde il fratello Henry, architetto stesso della cattedrale, e che il modellino monetario è un passatempo. Nel finale Henry parte lasciando però incompleto il modellino. La domanda a questo punto è: il fantasma che incontrerà Paperone in futuro sarà Henry tornato a terminare l’opera, un suo discendente oppure qualcun altro? L’unica cosa che Marco Gervasio si lascia sfuggire è che non sarà Fantomius.
In due successive storie strettamente collegate, “La notte di Fantomius” e “L’alba di Fantomius”, ritorna la cattedrale come luogo dove Fantomius cerca momentaneo rifugio. Stavolta però l’edificio viene mostrato solo parzialmente nei suoi interni e nei sotterranei e non viene neanche citato con il suo nome ma solo come generico edificio. Questo perché ora è più difficile disegnare chiese nei fumetti Disney, nonostante non vengano mostrati riferimenti ad alcun credo religioso.

Parlando ancora di Fantomius, vediamo quanto Marco si illumina parlando di come si è dedicato personalmente al design di Fantomius, a particolari come gli occhi o al fatto che è stato lui stesso a inventare per primo il nome di Lord Quackett in “Paperinik e l’ombra di Fantomius” (in precedenza non era mai stato nominato il papero che vestiva la maschera di Fantomius).

Dolly Paprika

Altra grande cura nel dettaglio è stata data a Dolly Paprika e al suo stile da flapper girl nel look con i capelli corti alla maschietta e nel vestire abiti corti, frange, accessori in piume, collane di perle e scarpe con il tacco adatte ai balli veloci dell’epoca. Infatti ci rivela che, fra tutte le storie di Fantomius, la sua storia preferita è quella dedicata alle origini della papera, in 2 parti, dal titolo… “Dolly Paprika”!

Il 1° incontro tra Dolly e Fantomius
Il 1° incontro tra Dolly e Fantomius

Il lungo incontro durato un intero pomeriggio si conclude e non possiamo che ringraziare Marco Gervasio per la bella chiacchierata e le belle storie e disegni che realizza per i suoi lettori!

Marco Gervasio

Pierfilippo Dionisio

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