Un mondo perfetto dove il destino di ognuno sembra già preparato, dove a nessuno viene negata una famiglia accogliente e l’istruzione necessaria per compiere il proprio dovere nella società. Questa è l’insospettabilmente inquietante realtà descritta in The Giver-Il Donatore, romanzo di Lois Lowry del 1993, adattato a fumetti e illustrato in The Giver da P. Craig Russell – insieme a Galen Showman e Scott Hampton – e pubblicato in Italia da Mondadori lo scorso autunno.
Una società così armonica e in equilibrio non può contemplare incertezze, sentimenti o dubbi, tutto è di conseguenza in bianco e nero e ogni emotività è inibita: perfino l’istinto sessuale, con farmaci che (presi a partire dai 12 anni) bloccano qualsiasi stimolo e qualsiasi desiderio, anche di conoscenza. Nessun turbamento è permesso, neppure dal punto di vista climatico e nessuno sa cosa ci sia oltre alla propria ristretta comunità, apparentemente autosufficiente, e il tempo è scandito dalle cerimonie pubbliche, come l’Assegnazione, momento in cui ad ogni ragazzo viene abbinata la mansione a lui più adatta, e perfino lo Scaricamento, quando gli anziani abbandonano ogni ruolo attivo e vengono dimenticati dalla comunità.
Anche a Jonas è stata assegnata una famiglia perfetta e tutto nella sua vita sembra idilliaco, fino a quando accade l’imponderabile nel mondo abitudinario in cui vive, assolutamente monocromatico, e inizia lentamente a percepire i colori. Non è che l’antipasto di quanto sta per succedergli dato che la sua esistenza viene stravolta quando durante la cerimonia dell’Assegnazione, che a 12 anni deve decidere il suo destino, Jonas viene scelto per ultimo, e indicato per il ruolo cruciale della sua comunità: affiancare il Portatore di Ricordi, per prepararsi a sostituirlo quando sarà troppo anziano, per portare il peso della memoria di una società che non può permettersi di ricordare il proprio passato.
Dal confronto e dagli insegnamenti dei Portatore di Ricordi Jonas inizia a scoprire cosa c’è al di là del suo mondo perfetto, arrivando a conoscere, poco per volta, le sfumature dell’esistenza: prima i colori e le sensazioni positive, e in seguito anche il dolore, la fame e la guerra. L’aspetto per lui più devastante è scoprire cosa celi realmente la Cerimonia della Sostituzione e lo Scaricamento, procedura con cui la sua società si libera degli esseri non più produttivi o non inquadrabili. Da lì nasce la sua inquietudine che lo porta a compiere un estremo atto di ribellione, per difendere Gabriel, il bimbo recentemente affidato alla sua famiglia.
La trasposizione adottata da P. Craig Russell è particolarmente riuscita e molto particolare, soprattutto per quel che riguarda l’uso del colore, che gli consente di evocare un mondo intero, rendendolo tridimensionale. L’artista americano sviluppa in maniera poetica il percorso di conoscenza di Jonas, da un lato rendendo alla perfezione la placida rassegnazione con cui gli abitanti della comunità accettano il proprio destino, e poi fornendo al protagonista solide motivazioni per la sua ribellione di fronte all’impossibilità di poter manifestare emozioni e sentimenti.
D’altra parte si tratta di uno straordinario disegnatore, dal curriculum ineccepibile, che pur debuttando con i classici supereroi negli anni ’70 si è messo subito in mostra con il suo segno elegante, distaccandosi ben presto da quegli stilemi, approdando prima ai fumetti fantasy e producendo poi una serie di adattamenti letterari e perfino di opere liriche – come il Canto dei Nibelunghi – che rendono bene l’idea della profondità del suo percorso stilistico.
L’estro artistico di Craig Russell nobilita un franchise come quello di The Giver, sempre più trasversale dopo la prosecuzione della serie di romanzi, con altri tre titoli ambientati da Lowry nello stesso universo narrativo e la trasposizione cinematografica del 2014 per la regia di Philip Noyce.