Come già detto nel nostro articolo su L’uomo che verrà e altre storie edito da 001 Edizioni, le opere di Osamu Tezuka, negli ultimi anni, stanno ricevendo una rinnovata attenzione editoriale. Dopo la chiusura di Hazard Edizioni, J-Pop Manga, forte del suo contratto con la Tezuka Pro e della collaborazione del fondatore di Hazard, Miriantini, si è districata bene portando in Italia alcune delle opere più famose del mangaka. La 001 Edizioni e Rizzoli Lizard si stanno concentrando invece, con buoni risultati, su opere e racconti più particolari.
Rizzoli ne ha già stampati alcuni interessanti come “La montagna di fuoco”, “Fusuke” e “Thunder Mask”. Non certo annoverabili fra i capolavori di Tezuka ma sicuramente utili ad avere una visione tout court dell’autore. Di tutto altro respiro invece “La nuova isola del tesoro” (Shin Takarajima), opera del 1947 che Tezuka ridisegnò e costituisce ancora oggi il suo primo grande successo ninché fondamenta del manga moderno, soprattutto per quel genere che va sotto il nome di story manga (prima c’erano solo gag manga o manga umoristici… siamo pur sempre ai primordi dei manga).
Questo volume invece racchiude tre storie a fumetti, la prima (Canto d’acciaio) più lunga e altre 2 più brevi (Bianca visione e Revolution).
Canto d’acciaio parla del sentimento di vendetta del protagonista a cui dei mafiosi italo-americani hanno tagliato le braccia perché rimasto suo malgrado (la sorella ha sposato un rampollo mafioso) invischiato nei loschi affari. Il manga si incentra sul sentimento di vendetta del protagonista attuato attraverso delle protesi al posto delle braccia che vengono mosse dai poteri psicocinetici che il protagonista ha sviluppato dopo un lungo addestramento post mutilazione (topoi, questo dei poteri psicocinetici, molto in voga negli anni ’70-’80).
Bianca Visione è un breve racconto a fumetti con protagonista una giovane donna a cui rimane impressa sulla retina l’immagine del fidanzato scomparso in mare a seguito di un naufragio imparando a conviverci.
Revolution è l’ultimo racconto breve della raccolta e vede il protagonista cercare di capire come mai la moglie non lo riconosce più. Sempre più confuso nota in lei tratti di un’altra personalità…
Tutti i racconti presentano un finale particolare che finisce per dare un nuovo senso al racconto: twist, scene drammatiche o, ancora, svolte fantascientifiche ne amplificano così l’impatto sul lettore.
Benché siano tutte storie anni ’70 non presentano tratti infantili o comunque tematiche e stilemi che le possano avvicinare ad un pubblico di giovani lettori. Come ben spiegato nella postfazione di Vincenzo Filosa, Tezuka si ritrovò di colpo da Dio dei Manga a emarginato. In quegli anni il mondo dei manga stava cambiando e stava prendendo più coscienza di se stesso, abbandonando il pubblico dei bambini/ragazzini e affacciandosi a quelli giovani e degli adulti. In termini tecnici, l’editoria cercava più titoli seinen e di genere drammatico, ovvero i gekiga. Certo, non è che prima non ne esistessero, ci sono esempi in Giappone da fine anni ’50 e soprattutto anni ’60, ma in quegli anni il mercato del manga stava cambiando e la tipologia di produzione cambiò abbastanza repentinamente . Tezuka si vide così costretto a virare dal genere per bambini e ragazzini a quello più adulto arrivando anche a capolavori come La Storia dei Tre Adolf.
Canto d’acciaio
di Osamu Tezuka, 2022 Rizzoli Lizard
F.to 15×21 cm, b/n, 224 pagine, senso di lettura orientale, €18,00
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