L’uomo di Wolfland e altre miniserie Eura

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Gli articoli di questa rubrica hanno riguardato, finora, serie di durata breve (una dozzina di episodi: La Città, Robin delle stelle, Wakantanka…), media (40-60 episodi: Kozakovich & Connors, Cayenna, Gilgamesh…) e lunga se non lunghissima (centinaia di episodi: Savarese, Mojado…). Sono rimaste quindi fuori le cosiddette miniserie, composte da un numero limitato di episodi – da un minimo di 4 a un massimo di 6-7 – legati da una stretta continuity e pubblicati in rapida successione: mi è sembrato quindi doveroso colmare questa “lacuna” con una breve panoramica a macchia di leopardo, non esaustiva, sul filo della memoria.

La prima miniserie dei settimanali Eura apparve già sul n° 1 della I annata di Lanciostory (1975): si trattava di Reno Reagan, un western in quattro episodi senza alcuna indicazione degli autori – ma i cui disegni sono indiscutibilmente di Ernesto Rudesindo Garcia Seijas. Il protagonista era un pistolero velocissimo e infallibile che tornava dalla morte per vendicarsi dei suoi uccisori: onestamente, però, non ricordo nemmeno se la serie si concludesse con una spiegazione “non soprannaturale”… Ancora meno ricordi ho di Simon Flash di Attilio Micheluzzi, che debuttò sul n° 22 della I annata di Skorpio (1977): il protagonista era un fotografo freelance, ma gli episodi erano un po’ slegati tra loro e, inoltre, la miniserie era penalizzata da una frequenza di pubblicazione quanto meno saltuaria (il 7° e ultimo episodio apparse dieci mesi dopo il 1°).

Le miniserie che invece ricordo meglio – nonostante sia trascorsa una quarantina d’anni – sono quelle dei primi anni Ottanta, caratterizzate da una trama serrata suddivisa in pochi episodi apparsi con cadenza settimanale. Uno dei primi esempi è Oro bianco, opera della consolidata coppia composta da Carlos Trillo ai testi ed Enrique Breccia ai disegni: 7 brevi episodi ambientati nella foresta amazzonica agli inizi del secolo scorso e pubblicati dal n° 17 al n° 23 della VII annata (1981).
A questo fumetto fecero séguito subito dopo, nei numeri dal 24 al 30, i 7 episodi di Kingor con tale Z. A. Minor (forse uno pseudonimo) ai testi e gli inconfondibili disegni di Gustavo Trigo: si trattava di un thriller particolare, in cui il cervello di un assassino veniva trapiantato su un gorilla e poi ri-trapiantato in un corpo umano, con colpo di scena finale.

Uno degli sceneggiatori che, in quel periodo, si dedicò più spesso alle miniserie fu Ricardo Barreiro: dalla collaborazione con il disegnatore Franco Saudelli nacque L’uomo di Wolfland, pubblicato in 5 episodi sui numeri dal 17 al 21 della VIII annata di Lanciostory (1982). Si tratta probabilmente della miniserie di maggior successo tra quelle pubblicate in quegli anni, grazie all’ambientazione distopica in cui il Secondo Impero (con chiari riferimenti a tematiche e simbologie naziste) combatte contro gli Angali e soprattutto contro i mutanti che insidiano la purezza della razza.
Il protagonista è un tenente delle truppe d’assalto che viene infiltrato in un gruppo di ribelli, sabotandone l’attacco decisivo e facendo trionfare le forze reazionarie: scoprirà però che le cose non stanno come sembrano… Il grande successo di questo fumetto viene attestato dalla sua ristampa nel n° 29 della collana Euracomix Tuttocolore e soprattutto dal suo sequel, intitolato La figlia di Wolfland, prodotto dagli stessi autori ma dirottato – probabilmente a causa dell’uso di scene di sesso e violenza poco adatte alle pubblicazioni Eura – sulla rivista bonelliana Orient Express (numeri 14-18 del 1983, con ristampa nell’8° Albo di Orient Express datato 1985).

Un’altra miniserie Eura di successo – anch’essa in 5 episodi – firmata Barreiro è senz’altro La selvaggia, disegnata da Luis Garcia Duran e pubblicata (ogni tre settimane) sui numeri dal 32 al 44 della X annata di Skorpio (1986): in uno scenario post-terza guerra mondiale, in cui la civiltà è regredita al caos, la protagonista si vendica dell’assassino di sua madre. Anche questa miniserie apparirà nella collana Euracomix, con qualche operazione di rimontaggio delle vignette, nel n° 39.

Tornando invece a Trillo, impossibile non segnalare il gioiellino Peter Kampf lo sapeva, disegnato da Domingo Cacho Mandrafina e composto da 6 brevi episodi apparsi nei numeri dal 30 al 37 della XIV annata di Lanciostory (1988): vale la pena rileggere quello che scriveva il nostro Vincenzo Oliva in questo interessante articolo.

Naturalmente, a questo breve elenco di miniserie Eura non poteva mancare l’apporto di Robin Wood, che si è cimentato anche con questa “misura” così lontana dai suoi standard – in genere abbastanza torrenziali. Nel 1991, la XV annata di Skorpio propone una coppia di sue miniserie, iniziando con i 4 episodi di Dracula – l’uomo (numeri dal 22 al 25) disegnati da Alberto Salinas e proseguendo con i 7 episodi di Ibañez (numeri dal 42 al 48) disegnati da Enrique Breccia.

Nel primo caso, come spiegato in questo articolo, siamo di fronte a una sorta di “spin off” di Dago basato però sulla realtà storica – per quanto romanzata – della figura di Vlad Tepes, che avrà anche un sequel nel 1995 con l’altra miniserie Dracula – l’esule (numeri dal 33 al 37 della XIX annata di Skorpio) e successive ristampe nei numeri 40 e 89 della collana Euracomix.
Le avventure di Ibañez sono invece ambientate nelle terre di Aragona ai tempi dell’Imperatore Carlo V e di sua madre, la regina Giovanna la Pazza: in questo caso, Wood propone l’ennesima variante della sua abituale tematica, secondo cui un piccolo gesto avrà grandi conseguenze (“Un colpo di zappa mette in pericolo metà del Sacro Romano Impero?” – come esclama sbalordito l’Imperatore). Anche questa miniserie verrà ristampata sulla collana Euracomix, nel n° 74.

Come dicevo all’inizio, questa breve panoramica non ha alcuna pretesa di esaustività: ho solo ricordato le miniserie che mi sono rimaste impresse (soprattutto negli anni Ottanta). Altre, lo confesso, mi sono scivolate addosso, in quanto ho sempre preferito le serie più lunghe di cui tornerò a parlare prossimamente.

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Marco Gremignai

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