Questa volta ne L’Incompleto, non essendo sicuri di chi sia il vero responsabile a cui tirare i sassolini, ce la prendiamo generalmente con la massa che non capisce: CAPRE! CAPRE IGNORANTI!!
Non intesa come Yoko Ono, a cui una certa vulgata attribuisce il disfacimento dei Beatles (certo: nel dubbio dare sempre la colpa alla donna manipolatrice), ma di Shiro O(h)no, autore di Ozn.
Di Ozn ne scrissi sul sito storico anni e anni fa. Se fosse esistito, al tempo l’avrei catalogato sotto il tag: dallo scaffale, questo per dire quanto mi ispirava periodiche letture e riletture.
Perchè le meritava: un inizio un po’ confusionario, scontato e anche mal diretto veniva raddrizzato adeguatamente nell’arco dei primi tre volumi ed indirizzato ad essere uno shonen fantasy classico teso e adrenalinico.
La mollezza dei primi numeri, riempiti all’orlo di luoghi comuni e situazioni impilate con molta evidente incertezza, veniva cancellata da una improvvisa accelerazione in cui i personaggi, a partire da quelli più stereotipi e mal caratterizzati, si trovavano caricati di senso e carisma e incredibilmente non cedevano sotto il peso inaspettato.
Ma forse accadde troppo tardi: Ozn in Italia vedrà la sospensione delle pubblicazioni e in Giappone scomparirà completamente dai radar. Oppure fu il crollo psicologico dell’autore, di cui non si trova più traccia. Oppure Ozn è stato un meraviglioso inganno, un manga non Giapponese fatto passare di contrabbando senza sapere per quanto a lungo l’anonimo studiolo Taiwanese/Coreano/Vietnamita sarebbe riuscito a scampare la chiusura.
Quale che sia la causa, ancora oggi non riesco a darmi pace: mi piaceva il suo crescendo epico/sempliciotto e, da romantico nascosto, mi piaceva ancora di più il fatto che nonostante l’ispirazione per i protagonisti fosse chiaramente Bastard!, sia la “serietà” del protagonista, sia il fatto che il suo rapporto con la protetta Kagome evolvesse più come un rapporto tra fratelli (e non del tipo “non consanguinei” alla giapponese), faceva ben sperare per la anelante Nae. Amica d’infanzia prima, nemica implacabile poi, ma sempre innamorata cotta persa. Forse per una volta finalmente corrisposta.
Non lo saprò mai e, quindi, lasciatemi sfogare all’indirizzo del volgo ignorante che non comprende la vera grandezza (più o meno).