Ancora oggi, dopo tanti anni, posso ricordarmi con precisione il momento in cui ho conosciuto l’Eternauta. Era la mattina di sabato 9 luglio 1977 e mio fratello era tornato a casa da Roma, durante la notte precedente, sfruttando una licenza: infatti era sotto le armi e, di conseguenza, la mia fonte principale di approvvigionamento per i fumetti era temporaneamente a secco (riservavo la mia scarsa paghetta ai mensili, in primis Mister No e Zagor). Tra le cose che aveva portato dalla caserma c’era anche l’ultimo Lanciostory uscito in edicola, il numero 27 della III annata: su una tradizionale copertina western sbucava un timido strillone… “IL 1° EPISODIO DELL’ETERNAUTA“.
Fu una folgorazione. Fin dalle prime pagine, mi appassionai alle vicende raccontate da quel misterioso personaggio materializzatosi nello studio di uno sceneggiatore di fumetti, vicende che iniziavano con un piccolo gruppo di sopravvissuti a una nevicata mortale apparentemente provocata da alcune esplosioni nucleari. E il secondo episodio sarebbe apparso già nel numero successivo: doveva proprio trattarsi di un fumetto speciale, per pubblicare subito il séguito! Era l’inizio di una lunga cavalcata settimanale, che si sarebbe conclusa soltanto con il 34° episodio pubblicato sul numero 8 della IV annata. Innumerevoli sarebbero poi state le ristampe targate Eura: in inserto, a grande richiesta, su Skorpio nel 1983; nei volumi 55 e 56 della collana Euracomix; nei volumi 1 e 2 della collana Fantacomix Day – per non parlare delle ristampe presso altre case editrici, l’ultima delle quali apparsa per le Edizioni 001.
All’epoca niente sapevo della genesi di questa versione della prima parte dell’Eternauta, scritta da Héctor Oesterheld e disegnata da Francisco Solano López: come già spiegato in un precedente articolo, avrei scoperto soltanto in séguito che risaliva addirittura a vent’anni prima e quindi era ancora più “anticipatrice” di quanto potesse sembrare, che il montaggio delle vignette era completamente diverso, che alcuni nomi dei personaggi erano stati cambiati e, infine, che ne esisteva un’altra versione, disegnata da Alberto Breccia e pubblicata in Italia nel 1972 su Linus. E niente sapevo della situazione politica dell’Argentina nella seconda metà degli anni ’70, della dittatura militare, delle migliaia di desaparecidos: mi verrebbe comunque da dire che anche chi sapeva faceva finta di niente, visto il grande successo dei Mondiali di Calcio argentini giocati l’anno dopo… ma non divaghiamo. Anche non potendo conoscere la portata tristemente profetica della storia che iniziava in quel Lanciostory, interpretabile a posteriori come una cupa predizione, quel fumetto mi piaceva tantissimo e così dirottai la mia paghetta su Lanciostory: non vedevo l’ora di scoprire, settimana dopo settimana, quale sarebbe stata la sorte di Juan Galvez / Salvo, un “uomo comune” – così tanto diverso dai classici eroi da fumetto – che deve affrontare una catastrofica invasione aliena al fianco della sua famiglia e dei suoi amici fino all’imprevedibile finale che chiudeva (o riapriva) la storia nella sua perfetta circolarità.
Negli anni successivi sarebbero venuti numerosi sequel, di cui soltanto il primo scritto ancora da Oesterheld: sequel che ho letto con sempre minor entusiasmo, reputandoli lontanissimi da quella prima parte per me insuperabile (per maggiori informazioni rimando alla scheda nel nostro database storico). E ho seguìto con ancor meno entusiasmo il dibattito social infinito sulla scelta, compiuta a suo tempo dall’Eura, di rimontare completamente questo capolavoro che era nato, lo ricordiamo, in formato orizzontale per la rivista argentina Hora Cero Semanal, al ritmo di 3-4 pagine a numero (dal 1° – 4 settembre 1957 – al 106° – 9 settembre 1959). Scelta giusta per adattare l’opera al tradizionale formato dell’Eura e farla così conoscere al grande pubblico, oppure imperdonabile tradimento dello spirito originario? Per non parlare dell’altro dibattito proposto da chi cerca, ai giorni nostri, di attribuire all’Eternauta la patente di graphic novel…
Sono sempre molto scettico quando vedo fazioni inconciliabili (di lettori, spettatori, sportivi, simpatizzanti politici e via elencando) discutere su cosa sarebbe stato meglio fare anni o addirittura decenni PRIMA – ma alla luce di una sensibilità maturata anni o decenni DOPO. Certo, appena possibile mi sono procurato a mia volta la versione orizzontale “definitiva” realizzata, come accennavo poco fa, da 001 Edizioni, con le immagini restaurate a partire dalle tavole originali: ma non posso che ringraziare in eterno l’Eura per avermi fatto conoscere questo capolavoro oltre quarant’anni fa. Grazie, benemerita Eura.
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