Le nuove rubriche di uBC

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Della mia amicizia con Butch Walts e dei fumetti che abbiamo condiviso fino ai vent’anni d’età ho già parlato in numerosi articoli. Anni fa gli avevo promesso che “presto” (…) avrei continuato a parlare delle BD che leggevamo da giovani su Lanciostory e Skorpio, ma poi altre cose – ben più gravi – hanno occupato le nostre vite… Ma siccome continueranno a farlo a lungo, perché rimandare ulteriormente?
È con questo spirito che sono nate le mie rubriche che hanno esordito sulle pagine di uBC in quest’ultimo mese, anche grazie agli altri redattori che mi hanno spronato a tornare in campo e rimettermi a scrivere, facendo un tuffo nel passato sull’onda della nostalgia. Così, nonostante che – da anni – le mie letture di fumetti inediti siano limitate al solo Zagor (l’amore di sempre, sia lode in eterno a Bonelli-Nolitta come scrivevo nell’articolo sul nostro venticinquennale con il quale è ripresa la mia collaborazione attiva a uBC), ho iniziato un lungo viaggio nei miei ricordi fumettistici e non mi sono limitato alle BD promesse a Butch… e così, per una volta, una nostra chat è stata di nuovo dedicata ai fumetti e non a tamponi, vaccini, smart working e via salmodiando, anzi pandemiando.

Ciao Marco! Non sai che piacere mi ha fatto tornare a leggerti sulle pagine di uBC e tuffarmi nei nostri ricordi comuni…
Devi ringraziare gli altri redattori di uBC e soprattutto il Direttore. Quando ci siamo incontrati “virtualmente” per decidere le iniziative da intraprendere per rivitalizzare il sito in occasione del venticinquennale, la massima (yodesca) che ci ha guidato è stata: “Fare o non fare, non c’è provare. Ma non è obbligatorio fare ogni volta un capolavoro”. Per me è stata una svolta: per troppo tempo avrei voluto tornare a scrivere, soprattutto delle BD di cui avevamo parlato, ma ogni volta – nel tentativo (impossibile) di scrivere qualcosa di esaustivo – mi scontravo con la constatazione che di tutto ciò che volevo parlare… ne aveva già parlato qualcun altro e molto meglio di me. Inoltre, pensavo che – non parlando di fumetti recenti – ben pochi sarebbero stati interessati a leggere articoli di questo tipo.

Ma dove sta scritta una cosa del genere?
Ecco, appunto: non sta scritta da nessuna parte. E così mi sono lanciato, pescando a piene mani nelle nostre letture di tanti anni fa: personaggi bonelliani, BD della scuola franco-belga, fumetti dell’Eura Editoriale…

In realtà, hai iniziato da un’altra rubrica, quella dedicata ai cosiddetti “Collaterali in edicola“.
Sì. È un fenomeno che, a partire dal 2003, ha preso piede in modo clamoroso, con risultati di vendite spesso straordinari. Ed essendo un lettore appassionato di molte di queste collane allegate a giornali e riviste, ho iniziato un (lungo) viaggio in questo particolare universo editoriale. Lungo ma non esaustivo, beninteso: parlerò soltanto delle collane che conosco personalmente.

Ma i Classici del Fumetto di Repubblica sono stati davvero i primi a inaugurare questa formula?
Non esattamente, però sono stati quelli che hanno lanciato il fenomeno.

Perché dici “non esattamente”?
Lo scoprirai presto quando parlerò di un paio di iniziative “pionieristiche“, in cui mi sono imbattuto girovagando in rete per verificare alcune informazioni sui vari collaterali allegati a giornali e riviste. Iniziative comunque isolate rispetto alla miriade sterminata di proposte apparse negli ultimi 18 anni, con centinaia di collane e migliaia di albi: l’elenco rischia di essere infinito e soprattutto incompleto.

Mi hai incuriosito: mi piacerebbe saperne di più…
Beh, per queste due collane così particolari farò un’eccezione: come ti dicevo, ne parlerò nelle prossime puntate della rubrica, non appena avrò raccolto qualche informazione in più (e avrò ricevuto alcuni albi che ho acquistato su eBay).

Passando invece alle altre rubriche, posso confessarti che mi hai sorpreso per quanto riguarda l’Eura?
In che senso?

Semplicemente, credevo proprio che la tua panoramica di serie apparse su Lanciostory e/o Skorpio sarebbe iniziata con l’Eternauta… So bene quanto ti piaccia, da sempre, il capolavoro di Oesterheld & Solano Lopez.
Hai ragione, ma ho preferito iniziare con due delle serie più rappresentative di Robin Wood, apparse in un periodo particolare della mia vita, quella cioè in cui avevo praticamente mollato (per poi riprenderle in seguito) le mie letture bonelliane – Zagor incluso, poco dopo l’uscita del numero 200. Ma non preoccuparti: sto già preparando un articolo anche sull’Eternauta. Anzi, per essere più preciso: sulla prima parte dell’Eternauta, in quanto quelle successive non mi hanno mai convinto appieno. E naturalmente la rubrica “Benemerita Eura” non si limiterà ai fumetti di Wood o di altri autori della scuola sudamericana, ma spazierà in vari settori – ad esclusione, naturalmente, delle cosiddette bandes dessinées a cui ho dedicato una rubrica a parte.

Ricordo bene che il fumetto della scuola franco-belga è diventato, nel tempo, la tua più grande passione… Al punto da dedicargli un titolo che è tutto un programma, “BD mon amour“.
Esatto. Per ripetere quanto già detto in una nostra precedente chat, l’Eura è stata fondamentale nella diffusione di questi fumetti, seppur pubblicati in un formato lontanissimo da quello originale (il tradizionale cartonato da 48 pagine completamente a colori). E molte – non tutte, eh – di quelle BD mi sono rimaste nel cuore.

Direi proprio di sì, visti anche i toni positivi con cui ne parli… Oddio, in realtà mi sembra che tu sia entusiasta negli articoli di tutte le tue rubriche, quasi come uno di quei giornalisti che parlano sempre bene di tutti i loro ospiti.
Forse c’è un equivoco, Butch… Ribadisco: queste rubriche non sono esaustive, né vogliono esserlo, quindi ho semplicemente scelto quei fumetti (o, nei collaterali, quelle collane) che mi sono piaciuti di più. Ecco perché – salvo rare eccezioni – non troverai articoli puramente descrittivi o con, chiamiamole così, “recensioni negative”: semplicemente, non scriverò niente a proposito, che so, di Valerian per le BD o di Qui la legione per i fumetti di Wood, oppure di molti supereroi americani…

Questo vale anche per la rubrica “Bonelli forever” che debutta in questo numero?
Sì e no: “sì” nel senso che nemmeno questa rubrica ha alcuna pretesa di esaustività, pur spaziando tra ricordi, pseudo-recensioni, mini-interviste eccetera, ma al contempo “no” perché conterrà anche articoli in cui, semplicemente, spiegherò perché ho mollato – o anche mai iniziato – la lettura di alcuni personaggi bonelliani.

Puoi darci qualche anticipazione per questa rubrica?
È quasi pronto un articolo sui 60 anni di Zagor e inoltre un mio ricordo personale di Sergio Bonelli, legato al nostro primo – e purtroppo unico – incontro che risale al 1998. Inoltre, per par condicio sul lato delle ricorrenze, è in programma anche un articolo sui 30 anni di Nathan Never.

Bene bene bene… Direi che il quadro di presentazione è davvero completo! A quando le nuove puntate delle tue rubriche?
Non dovrai aspettare molto: finché l’ispirazione mi sostiene, apparirà un nuovo articolo ogni 3 giorni, alternato ad altre rubriche che stiamo mettendo a punto. La prima si chiama “L’incompleto” e ha debuttato qualche giorno fa, a opera del nostro Direttore, mentre le altre debutteranno presto.

Beh, non mi resta che augurare buon lavoro a tutti voi di uBC!
Grazie! E a te auguro tante buone letture con questi tuffi nel passato.

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Marco Gremignai

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