uBC: io non l’ho mai capito

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25 anni fa, nel 1996 si inaugurava il sito originale. Questo Febbraio, questo Magazine che ne è di fatto il figlio, entra nel suo quinto anno.

Eppure mica ho mai veramente capito tutto quello che facevano su questo sito.

A scrivere su questo dominio ci capitai per caso: in mezzo alle recensioni numero-per-numero dei fumetti Bonelli vidi che pubblicavano articoli anche su qualche manga.

Intendiamoci: massimo rispetto per l’Editrice di Tex e tutti quei grandi classici seriali che sono arrivati prima a me bambino, che leggevo qualsiasi cosa e quindi anche i Tex e gli Zagor lasciati in giro dai cugini grandi e gli zii giovani, e poi a me adolescente con la “bomba generazionale” che fu Dylan Dog. Poi chiaro che una volta che “ci fai la bocca”, allora ti fai prendere bene da Nathan Never e Legs Weaver, visto che tu sei uno di quelli che sono stati contagiati “dagli altri”.

Dai Giapponesi.

Massimo rispetto, sì, ma quando scopro uBC di Dylan e Nathan mi sono già stufato e Legs… beh, Legs è sempre stata la figlia ribelle. Quella che è arrivata inaspettata quando forse il padre era stanco, ha patito per il poco amore e alla fine ne ha combinata una di troppo ed è stata disconosciuta… Ma sto divagando e l’unico fatto rilevante è che io, al tempo, di Bonelli non leggevo quasi più nulla ed ero ormai un otaku “di prima generazione” fatto e finito, con occasionali incursioni tra cartonati rigorosamente autoconclusivi di Comics, BD e Historietas.

Su uBC si poteva scrivere anche di manga e sembravano aperti a nuove collaborazioni. E io volevo scrivere. Sarebbe andato bene chiunque! Erano bravi, eh? Alcuni di loro tanto bravi e competenti da destare quella ammirazione avvelenata di invidia. Ma mica erano gli unici! Sarebbe andato bene chiunque, ma io chiedo a loro.

E loro mi fanno scrivere, mi seguono, mi danno anche dei consigli di stile. Leggono i miei verbosi articoli e li correggono. Ci confrontiamo (non ci sentivamo di persona) via mail e intanto guardo i frutti del loro lavoro, il sito dinamico con un CMS (Content Management System – Sistema Gestione Contenuti) che adesso è dato per scontato, obsoleto, ma al tempo era a livelli che manco alcuni professionisti del settore… manco MicroSoft aveva ancora una cosa del genere!

Mi lasciano scrivere le mie recensioni mentre loro non solo recensivano ma analizzavano, minuziosamente, volumi su volumi.
Io non li capivo.
Nel mio Giappone di carta tutto era destinato a finire, in 10-20-30 volumi si sviluppava e si chiudeva la storia: la racconto e passo ad altro. Cosa stai a fare la scheda di un singolo numero di Tex dopo che ne son passati 300?
Personaggio per personaggio, locazione per locazione, citazione per citazione rendi disponibile un corpus di informazioni che finiscono poi in Tesi di Laurea e ringraziamenti e che ancora oggi sono convinto sia l’unica risorsa on-line ad avere questo livello di approfondimento. Refusi, evoluzioni del personaggio, idiosincrasie dell’autore. Ma cosa te ne viene?

Io non l’ho mai capito.

Ancora adesso che molti di loro si sono allontanati dal fumetto seguendo le strade della vita e nonostante non scrivano più ancora fanno sentire il loro affetto e la loro passione, mentre resto i weekend a chiudere i “pezzi” del “numero” mettendo su le immagini ed impaginando, assolvendo ad un incarico che ho chiesto e forse non avrei dovuto, e ancora penso che forse non dovevo essere io ed ho peccato di arroganza e magari offeso senza volerlo chi ci aveva messo più passione di me… ancora adesso mi chiedo “ma tutta questa fatica… ma chi ve lo faceva fare?”.

Io non li ho mai capiti completamente, ma forse un po’ sono arrivato a provare le stesse cose.

E forse la lezione è che per fare qualcosa con qualcuno, non devi mica capire, prima di tutto devi fare.

Luca Cerutti

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