Questo articolo è un po’ fuori dai soliti canoni. Ma ci ho lavorato per uno scopo.
Come spesso succede la fantascienza è usata non solo come diversivo che stimoli la fantasia, ma anche come forma di fuga dalla propria realtà. E la cosa strana è che a volte invece tale fuga dalla realtà serve per allontanarsi dal dipinto facendo un passo indietro e vederlo quindi meglio: per riuscire quindi a penetrare la conoscenza di tale realtà ad un livello più profondo.
In che modo la fantasia stimola la vita reale è un discorso molto lungo per cui sarebbe necessario appoggiarsi agli studi di psicologia, sociologia ed antropologia. Per esempio realmente le incisioni rupestri sulle caverne raffiguranti scene di caccia favorivano e propiziavano le future cacce? I nostri antenati preistorici lo credevano, o forse lo capivano per istinto. In che modo l’arte, la musica, la pittura, la scultura, la recitazione, il canto, la drammaturgia e il fumetto … in che modo tutto questo rende la nostra vita migliore ancora oggi? Più degna di essere vissuta?
Ecco, tutto questo è difficile da spiegare e per ognuno di noi, è un fatto diverso. Quello che posso in qualche modo cercare di estrapolare è un legame fra passato e futuro. Di come la fantascienza di fatto ha forgiato anche la storia della nostra umanità a partire dai singoli individui. Una serie di fantascienza che ha ben 55 anni di storia è nota col nome di Star Trek, da cui hanno avuto origine film, telefilm, romanzi, cartoni animati e innumerevoli fumetti. Il motto di questa, oltremodo longeva, teoria di serie televisive è sempre stato: “Spazio: ultima frontiera. Questi sono i viaggi della nave stellare Enterprise. La sua missione è quella di esplorare strani nuovi mondi alla ricerca di nuove forme di vita e di nuove civiltà per arrivare coraggiosamente là dove nessuno è mai giunto prima!”
Ebbene simbolicamente quella frontiera che Gene Roddenberry (il creatore) ha voluto varcare ed esplorare per condurci tutti oltre i nostri limiti ha fra i suoi simboli un episodio storico che si collega ad una delle figure più carismatiche del millennio scorso: Martin Luther King, un uomo, un politico che ha lottato e dato la vita per la conquista della parità dei diritti per la comunità afroamericana al pari di coloro che sono di razza caucasica.
Nota a tutti la vicenda che lo vede coinvolto in un incontro con Nichelle Nichols, il tenente Nyota Uhura sotto il comando del famoso capitano James T. Kirk, interpretato dall’attore William Shatner: la Nichols voleva lasciare la serie televisiva alla fine della prima stagione per concentrarsi sulla propria carriera di cantante e attrice di Broadway. Quando il famoso politico che “aveva un sogno” (<<I have a dream>> era il titolo di un discorso che tenne il 28 agosto 1963 al Lincoln Memorial di Washington) lo venne a sapere, cercò subito di farla desistere dai suoi propositi perché riteneva fosse importante che nell’immaginario di un’intera nazione si infiltrasse e si radicasse l’idea che in un futuro remoto in cui viaggeremo nello Spazio fuori dal nostro pianeta, una persona di colore e donna (in quel periodo storico non solo le persone di colore ma in generale le donne soffrivano molto di discriminazione negli ambienti di lavoro e nella società in generale, molto di più di quanto non succeda purtroppo ancora adesso) ne farà parte e questo perché ne ha tutte le capacità e ne ha pieno diritto. Così Nichelle Nichols, convinta da quel discorso di un uomo carismatico come M.L. King, continuò a recitare nella serie e nel decimo episodio della terza stagione ci fu il famoso bacio inter-etnico fra Uhura e Kirk, costretti da una forza maggiore, spinti dai poteri telepatici, di una razza aliena.
Può essere che esattamente come il mostrare scene di caccia incise sulle pareti delle caverne favoriscono la caccia, allo stesso modo il fatto che decine di milioni di telespettatori, nel vedere quel bacio possano aver propiziato la nascita di molte coppie miste e quindi una maggior apertura verso l’integrazione razziale e la lotta contro la discriminazione sessista? Oserei dire, certamente! Avrete capito che non ho scelto a caso di parlare di questo argomento, così vicini alla data del 14 febbraio 2020, festa degli innamorati. Quindi andiamo avanti con questi baci interstellari e vediamo cosa è successo oltre quel bacio storico.
L’attore Wil Wheaton, all’anagrafe Richard William Wheaton III, interprete fin dall’età di 15 anni del guardiamarina Wesley Crusher, intellettivamente molto dotato al punto da essere in grado con la sua mente di varcare la sottile pellicola della nostra realtà matematica, bacia in questa occasione il guardiamarina Robin Lefter interpretata dall’attrice Ashley Judd. Il primo è in seguito diventato anche doppiatore, scrittore di romanzi e tiene come presentatore una trasmissione (web serie) in cui intervista celebrità televisive e del web, giocando insieme a loro una partita ad un gioco da tavolo. Molto meno rosea e giocosa è stata la vicenda futura dell’attrice Ashley Judd, all’anagrafe Ashley Tyler Ciminella, che invece è diventata tristemente nota negli ultimi anni per aver nel 2017 avuto l’ammirevole coraggio insieme alla collega Rose McGowan di denunciare pubblicamente le molestie sessuali subite anni prima dal produttore Harvey Weinstein: il gesto ha portato altre famose colleghe a uscire allo scoperto, contribuendo a svelare uno scandalo molto più vasto e che coinvolgono altre figure oltre a quella di Weinstein che ha destato scalpore nel mondo hollywoodiano. Purtroppo di recente l’attrice ha anche dichiarato di avere negli anni, subito stupro in tre occasioni ed in seguito ad una delle tre volte, rimase incinta con tutte le conseguenze etico morali di una situazione di questo tipo in aggiunta alle ferite psicofisiche subite.
L’attore LeVar Burton, interpreta il personaggio diversamente abile Geordi La Forge. Per la prima volta nel serial di Roddenberry viene introdotto come co-protagonista non un diverso per ragioni di sesso, etnia o razza, ma un soggetto portatore della diversità per eccellenza: il malato inguaribile. La Forge è un uomo di colore, certo, ma nel suo caso specifico è soprattutto un non-vedente. Grazie ad una tecnologia futuristica condensata in una sorta di “visore” che si connette direttamente al suo cervello, bypassando i suoi globi oculari irrimediabilmente danneggiati, Geordi può vedere la realtà intorno a lui con uno spettro visivo differente rispetto al normale, ma efficace per essere autosufficiente. Anzi: più che autosufficiente. Ben presto scopriamo che il suo visore gli conferisce una vasta gamma di doti speciali che gli saranno utili in più occasioni per dare un contributo ineguagliabile al suo team di amici e compagni di lavoro. La donna che sta baciando nella foto non è la vera Leah Brahms, ingegnere anziano che lavorò alla velocità di curvatura classe Galaxy, ma ne è un ologramma che ne racchiude tutte le conoscenze scientifiche presunte. Geordi viene sempre rappresentato come un personaggio con parecchi problemi nel riuscire a relazionarsi col gentil sesso. Nonostante il visore che sopperisce a molte delle mancanze che ne derivano dalla cecità, è un uomo molto insicuro e ferito ad un livello più profondo rispetto alla disabilità più apparente, questo pur essendo professionalmente uno scienziato di elevatissimo livello.
In qualche modo questa donna olografica che collabora con lui ad un progetto avveniristico è l’equivalente fantascientifico-metaforico del supporto affettivo che ne deriva dalla presenza di un animale addestrato come compagno di vita, per un diversamente abile, come nel caso della pet-terapy. Viene quindi toccata in forma molto delicata e saggia una tematica di grande impatto sensibile. L’attrice Susan Gibney, che interpreta tale personaggio femminile, fece in seguito un provino per interpretare Kathryn Janeway per la fortunata serie Star Trek U.S.S. Voyager. La Gibney era uno dei candidati favoriti, ma fu scartata dalla Paramount perché considerata all’epoca troppo giovane per quel ruolo.
L’attore Jonathan Scott Frakes divenuto in seguito uno dei registi e sceneggiatori di molte successive avventure di Star Trek, non ultima <<Picard>>, l’ultimo progetto che vede tornare il capitano della Flotta Stellare che ha scelto di abbandonare la carriera per andare a coltivare le vigne di famiglia per produrre vino, in questa foto sta baciando la sua “Imzadi” (titolo di un romanzo di Peter David), interpretata dall’attrice Marina Sirtis nelle vesti del consigliere Deanna Troi, di padre umano e madre betazoide (una razza aliena dotata di poteri telepatici).
Il proprio retaggio alieno di ramo materno le consente di poter coprire il proprio ruolo di psicoterapista spaziale, con una marcia in più. Qui abbiamo quindi l’unione un po’ insolita fra una donna che può leggere nella mente di un uomo ed un uomo che sia nelle relazioni come nel lavoro, non vuole arrivare mai al dunque e quindi rimanere sempre un passo indietro rispetto alle responsabilità definitive. Il comandante Riker, interpretato da Jonathan Frakes, pur avendo avuto spesso l’opportunità di ottenere il comando di un’astronave col grado di capitano, sceglie di restare sempre all’ombra di una figura carismatica quale è quella del capitano Jean-Luc Picard. Allo stesso modo pur avendo sempre potuto sposare Deanna, preferisce far regredire tale relazione ad uno stadio di semplice amicizia per proseguire ad avere molte altre relazioni inconcludenti che lo qualificano agli occhi dell’opinione pubblica come un gran donnaiolo. L’attore Frakes, arrivando a mettersi dietro la telecamera conquista uno spazio professionale di tutto rispetto, al punto da essere chiamato col soprannome di “Two-Takes” (Due-Riprese), per la sua abilità di regista. Questo denota come l’interprete abbia saputo superare alle grande i limiti caratteriali del personaggio che lo ha reso famoso a livello mondiale.
L’attore Patrick Stewart perse all’età di 18 anni tutti i capelli a causa dell’alopecia. Fin da ragazzo è quindi convinto che questo handicap gli precluderà per sempre la possibilità di trovare una donna che lo possa amare. Definito agli inizi del serial dai giornali, come “uno sconosciuto attore britannico shakespeariano” ha, col suo personaggio, conseguito la notorietà mondiale. Marina Sirtis ha detto che il successo del telefilm è dovuto per il 50% non solo a lui per la sua interpretazione, ma anche per la sua professionalità e dedizione alla recitazione che ha spinto tutto il cast ad emularlo. Vash, interpretata dall’attrice Jennifer Hetrick, è poi divenuta nota come Corinne Becker in Avvocati a Los Angeles.
Come nel bacio fra Geordi e l’ologramma della dottoressa Brahms (un bacio fra il reale e il virtuale) qui abbiamo un bacio fra una donna che soffre per il fatto che trova sempre fidanzati insensibili e finisce per innamorarsi di un androide che i sentimenti non li può provare per definizione. La figura di Data, come personaggio, fu ideata da Roddenberry per un serial di una decina di anni prima in cui un androide vive la vita degli esseri umani allo scopo di poter conquistare l’identità umana. Un po’ come una sorta di Pinocchio di metallo e circuiti che desidera diventare un vero bambino. E infatti fu proprio William Riker ad accostare fin dalla puntata pilota la figura di Data a quella del piccolo protagonista della fiaba dell’italiano Carlo Collodi. Nella versione originaria ideata da Roddenberry, l’androide in cerca della sua possibilità di evolvere allo stadio di essere umano, nella puntata pilota avrebbe avuto una relazione sessuale con una donna. La censura dell’epoca bloccò l’andata in onda della serie. Dieci anni dopo, quando Data fu introdotto nella rosa di personaggi di Star Trek Next Generation, ed ebbe una relazione fisica con la collega Tasha Yar, la censura non intervenne: evidentemente i tempi erano maturi per una simile trama portata sul piccolo schermo. L’attore Brent Spiner che lo interpreta è rimasto molto in amicizia con molti suoi colleghi al punto da diventare testimone di nozze sia di Marina Sirtis (Deanna Troi) che di Patrick Stewart (Jean-Luc Picard) e addirittura il padrino di battesimo del figlio di Gates McFadden (la dottoressa Beverly Crusher).
Con questi due personaggi entrano in gioco numerosi intriganti intrecci. Jadzia Dax, interpretata da Terry Farrell è un Trill, cioè una razza simbionte derivante dall’unione di un umanoide che può essere di sesso sia maschile che femminile, con una sorta di “verme solitario” che si innesta nel ventre collegandosi neurologicamente e psichicamente con l’ospite umanoide. La creatura di nome Dax (che è il verme solitario) ha già avuto nel corso dei secoli, molti ospiti e di tutti loro ne conserva i ricordi. Infatti alla morte di Jadzia Dax, il simbionte viene trasferito nel ventre del nuovo ospite: Ezri Dax. Ne consegue che nel corso della sua vita dopo l’unione col simbionte, Jadzia ha il ricordo di essere stata nel suo passato, madre e padre numerose volte, pur non avendo mai avuto figli propri. L’attrice Terry Farrell, che interpreta Jadzia Dax, nel 2018 si è sposata con Adam Nimoy, il figlio di Leonard Nimoy, noto al mondo come l’attore che ha interpretato l’alieno Mister Spock fin dai tempi del primo pilota di Star Trek (Eh, già, perché Star Trek, fra le tante stranezze ha anche quella che è forse il solo telefilm nella storia della televisione ad aver avuto “due” puntate pilota). Da questo se ne evince che per molti di questi attori la vita piena di avventure vissute creando con le proprie interpretazioni il serial di Star Trek, li unisce ancora oggi, ben oltre la dimensione professionale. Michael Dorn, attore interprete del Klingon Worf Rozenko, pur venendo a volte chiamato Figlio di Mogh, come per l’usanza Klingon, ha un cognome umano perché è stato adottato da bambino da una coppia di umani. Cresciuto come umano e pur amando molto i suoi genitori adottivi di lingua slava, sente però un forte legame col suo retaggio culturale klingon. Durante una missione su un pianeta alieno una donna sotto il suo comando, muore a causa di una mina rimasta inesplosa per migliaia di anni dopo l’estinzione della razza aliena che creò quelle stesse armi. Marla Aster diventa così l’ultima vittima innocente di una guerra che non solo non esiste più, ma di cui non esistono più neppure coloro che diedero inizio a quella guerra. Worf prova un senso di colpa profondo per la morte della donna che era sotto la sua responsabilità e per essere suo malgrado colpevole del fatto che il figlio della donna, Jeremy Aster, non avendo già da prima neppure il padre, è diventato quindi orfano come lo fu lui prima di essere adottato dalla coppia di umani. Aggrappandosi quindi al proprio retaggio culturale klingon, Worf decine di proporre al ragazzino il R’uustai, cioè il vincolo: una tradizione klingon che prevede di adottare come proprio figlio, il figlio di una persona morta della cui vita si era responsabili. Jeremy, dopo una prima difficoltà ad accettare di perdonare l’uomo che avrebbe dovuto aver cura della sopravvivenza della propria madre, sceglie di diventare figlio di Worf in alternativa a continuare a vivere per sempre con una versione fasulla della madre creata da un’intelligenza artificiale aliena: il ragazzo preferisce quindi un padre reale (con le sue colpe e difetti) piuttosto che una copia fedele della madre perduta, ma inumana. La singolarità della storia sta nel fatto che Worf all’epoca dell’adozione era ancora un uomo single. Viene quindi toccato il tema dell’adozione di un figlio, non da parte di una coppia, ma da parte di un genitore single, privo di legami coniugali o affettivi di qualsiasi tipo. Anche questo è un tema sociale molto recente che innesca innumerevoli dibattiti e che il serial di Roddenberry aveva saputo anticipare e portare ad un grado di fiction intrigante, con gran maestria.
E con questo settimo bacio interstellare, chiudiamo questo articolo per quest’anno 2020 augurando a tutti i lettori: Buon San Valentino, chiunque sia il vostro partner: reale o virtuale che sia.