Nelle rubriche postali che Sergio Bonelli amava curare personalmente si possono trovare vere e proprie “perle” del mestiere di sceneggiatore. Una particolarmente significativa capitò nel n.151 di Mister No (“Il giustiziere di Bonampak”, dicembre 1987), quando il creatore di Jerry Drake, parlando dei brani musicali preferiti dal suo personaggio, spiegava:
“Il motivo per cui scelsi queste canzoni come colonna sonora di Mister No è semplice. Anche un personaggio di carta ha bisogno di spessore, di umanità, perché sembri una persona vera e non un fantoccio. E le persone vere hanno dei gusti individuali. Siccome Elvis e il rock nei primi Anni Cinquanta erano ancora il futuro, quale musica avrebbe potuto apprezzare lo scatenato Jerry Drake? Il jazz, naturalmente.”
Sulla stessa linea, Guido Nolitta/Sergio Bonelli diede a Mister No anche dei gusti cinematografici. Una passione meno ricorrente nelle storie rispetto a canzoni che il protagonista può canticchiare da solo in qualsiasi momento, ma pronta ad emergere appena se ne presenti l’occasione. Spesso l’elemento “scatenante” sono suggestioni e ricordi, come quando Mister No sta per sbarcare nella misteriosa Africa che in gioventù aveva visto soltanto nei film di avventura dei divi di Hollywood (n.167), oppure mentre sta contemplando estasiato una bellissima e misteriosa Dark Lady degna del cinema noir (Speciale n.6) o si è esercitato in un’acrobazia degna dei primi Tarzan del grande schermo (Speciale n.8). Una passione che Jerry ha coltivato sin dalla nativa New York: nella prima avventura ambientata nella “Grande Mela” (“Le notti di New York”, n.72) lo vedevamo ammirare il poster della celebre Lauren Bacall, dopo essere uscito dal cinema con la ragazza di turno.
Gli eredi di Nolitta, su questo presupposto, oltre ad ampliare le conoscenze cinematografiche di Jerry sin dalla più giovane età, hanno sviluppato nel tempo un piccolo “tormentone”, legando in modo originale il pilota ad un film di culto della sua generazione: “Casablanca” (1942), la pellicola in bianco e nero diretta da Michael Curtiz ed interpretata da Humphrey Bogart (nei panni di Rick Blaine, il protagonista cinico e romantico), Ingrid Bergman (Ilsa Lund, sua ex-fiamma) e Paul Henreid (Victor Laszlo, marito della donna). Il film, uscito nel pieno della seconda guerra mondiale, è diventato una delle storie d’amore più famose di tutti di tempi.
L’esordio
È il gennaio 1989 quando il “tormentone” viene introdotto per la prima volta, nell’albo n.164 (“Il mistero della mappa”, titolo che tuttavia non fa riferimento alla storia che stiamo per descrivere). Ne è artefice il romanziere Alberto Ongaro, che scrive la nuova avventura ai nastri di partenza (“La passeggera senza bagaglio”), illustrata da Corrado Roi e Raffaele Della Monica (una coppia “una tantum” quanto mai sorprendente, per chiunque sia familiare con il loro stile agli “antipodi”, tanto tenebroso il primo quanto solare il secondo).
L’episodio inizia in un giorno in cui a Manaus è ancora più caldo del solito. Mister No si trova al bar con Esse-Esse, che sta sfogliando un giornale di Bogotà arrivato lì grazie ad un turista. In Mister No scatta un’associazione di idee…
“Bogotà… altitudine duemilaseicento… farà fresco lassù…”
Poi, improvvisamente, qualcosa colpisce la sua attenzione e strappa il giornale di mano all’amico.
“Ehi!! Fa’ un po’ vedere!! Che mi venga un colpo! […] Humphrey Bogart e Ingrid Bergman… in un cinema di Bogotà fanno ‘Casablanca’!!”
“Beh? E con questo?”
Sempre più eccitato, Mister No elenca l’intero cast allo sbigottito Esse-Esse.
“Ehi! Sai tutto il cast a memoria! Quante volte lo hai visto?!”
Ed ecco la sorpresa.
“Neanche una volta!! E, per la miseria, è una vera vergogna. Devo essere l’unico della mia generazione che non ha mai visto ‘Casablanca’!!”
“Sai che guaio!!”
“… ne ho soltanto sentito parlare. Da anni e anni. Ma per una ragione o per l’altra non sono mai riuscito a vederlo…”
Esse-Esse lo provoca, ma la risposta lo lascia di stucco.
“Beh, potresti fare un salto a Bogotà e toglierti il capriccio!”
“L’hai detto, amico! È proprio quello che intendo fare!”
“Vuoi dire che farai sul serio un volo di non so quante migliaia di miglia soltanto per vedere un film?!”
“No. Non per vedere ‘un’ film! Per vedere ‘il’ film! ‘Casablanca’!!”
Il tedesco non può darsi pace.
“Di’ un po’, il caldo di oggi ti ha dato alla testa?! Quel film è una boiata. Con i soliti tedeschi stupidi e cattivi e l’eroe americano buono e romantico… te lo racconto io, se vuoi.”
“Non voglio che mi racconti un bel niente.”
Ma Esse-Esse insiste ed inizia a “spoilerare” la trama con fare irriverente.
“Quel film fa morire dal ridere. Questo Rick è lì nel suo locale quando arriva Ingrid Bergman che è più alta di lui di una spanna e mezza, così che Bogey, per starle vicino… e sembrare più alto di lei deve montare su uno sgabello…”
Mister No reagisce con un cazzotto.
“Bello o brutto che sia non si parla male di ‘Casablanca’. Ci vediamo al mio ritorno!”
Il rapporto tormentato tra Mister No e “Casablanca” è iniziato così. Niente di più di un pretesto narrativo per spingere Mister No a volare verso Bogotà, poiché la sua decisione, all’interno del bar, attira l’attenzione di una ragazza che ha una gran fretta di raggiungere la stessa destinazione. E il pilota non riesce a dirle di no, pur non avendo la fanciulla i soldi per pagarlo in anticipo.
“Mmm… ho l’impressione che quella ragazza sia nei guai, e che finirà per mettere nei guai anche me! Ma, sangue di giuda, questa volta niente potrà impedirmi di vedere ‘Casablanca’!”
Arrivato a Bogotà, Mister No va ben due volte al cinema senza riuscire a realizzare il suo desiderio: la prima volta la sala era ancora chiusa, la seconda volta la proiezione era già iniziata e l’accesso era bloccato. Dopodiché i guai della sua cliente allontano Jerry dalla capitale della Colombia. Una volta risolti gli stessi, Mister No torna al cinema, ma la programmazione è appena cambiata e ora viene proiettato un film di Stanlio e Ollio.
Il finale è apparentemente lieto, poiché l’addetto della sala informa Mister No che la pellicola è stata richiesta da un cinema di Manaus, al che Jerry riprende allegramente il volo verso casa, canticchiando per una volta la leggendaria “As time goes by” del film, anziché l’allegro spiritual “When the Saints go marchin’in” che solitamente chiude le sue avventure. I lettori sono pertanto persuasi che Mister No riuscirà infine a vedere il film, ma le cose andranno diversamente, anche se serviranno quattro anni per saperlo.
Mister No come Bogey
Tra l’agosto e il settembre 1993 viene pubblicato “Casablanca Café” (n.219-220), un episodio di 100 pagine esatte. Gli autori sono il veterano Luigi Mignacco ai testi e l’esordiente Fabio Valdambrini ai disegni, che in seguito si affermerà come uno dei disegnatori di punta della serie, diventando il copertinista delle nuove storie inedite pubblicate dal 2019.
Il rapporto tra Mister No e “Casablanca” è questa volta totalmente al centro della vicenda: non solo viene spiegata l’origine della “maledizione” di Jerry, ma l’intera avventura è in pratica una trasposizione del film, in un differente contesto storico e geografico, con il pilota nel ruolo che fu di Bogart. Il tutto all’insaputa di Mister No, che neppure questa volta riesce a vedere la pellicola, o almeno non nella sua interezza.
Jerry si sta godendo un periodo di vacanza all’Avana, sull’isola di Cuba, e si trova in una sala dove stanno proiettando “Casablanca”, ma è costretto ad abbandonare la proiezione dopo una mezz’oretta, proprio quando sul grande schermo Rick ed Ilsa si ritrovano per la prima volta in Marocco, nel locale del primo. In sala viene infatti accoltellato un uomo e Jerry si lancia all’inseguimento dell’assassino, che tuttavia riesce a scappare. Il cinema viene chiuso per accertamenti e così per Mister No sfuma l’occasione di vederlo.
Per “consolarsi”, Jerry va in un locale dell’Avana che riproduce fedelmente quello del film, il “Casablanca Café” appunto. E proprio durante l’immancabile esecuzione di “As time goes by” da parte del pianista, Mister No scorge un suo antico amore, l’italiana Laura, seduta da sola a un tavolino. La scena in cui si salutano riprende esplicitamente, nelle pose dei due, quella del film e l’incontro è inizialmente sereno…
”Posso sedermi?”
“Prego… se non ricordo male noi avevamo un appuntamento…”
“Già. Ma tu sei in ritardo di una decina d’anni circa!”
“Sì, è passato un mucchio di tempo… e Roma e così lontana!”
… ma l’atmosfera si raffredda quando a Jerry viene presentato Davide Ginori, marito di Laura. Palesemente imbarazzato, Mister No toglie bruscamente il disturbo e si allontana.
E da questo punto in poi le analogie con la pellicola del 1942 diventano palesi.
Nel film la scena si svolge a “Casablanca”, nel Marocco francese, poiché è il luogo da dove la gente in fuga dalla seconda guerra mondiale aspetta un visto per raggiungere in aereo Lisbona, da cui ci si può imbarcare per gli Stati Uniti, non ancora coinvolti nel conflitto. Da un punto di vista politico Casablanca è nella Francia non occupata dai tedeschi, che tuttavia esercitano forte pressioni con la polizia locale.
Nel fumetto siamo invece nella Cuba degli anni ’50 del regime di Batista, quando il volere dell’ambasciata americana detta ancora legge.
Nel film il marito di Ilsa, Victor Laszlo, è un importante leader del movimento clandestino che si oppone ai nazisti e per questo il maggiore Strasser, tedesco, vuole impedirgli di lasciare Casablanca e magari trovare un pretesto per arrestarlo. Nel fumetto, invece, Davide Ginori è un importante fisico atomico le cui scoperte sono molto importanti per gli Stati Uniti per motivi bellici: lui e Laura, ora cittadini americani, sono in vacanza a Cuba e vogliono approfittare dell’occasione per scappare verso una sconosciuta isola dei Caraibi, poiché l’uomo è un pacifista e non accetta che le sue scoperte vengano sfruttate per scopi bellici. Gli americani, tuttavia, non sono affatto intenzionati a privarsi della sua preziosa collaborazione e lo sorvegliano. Una inversione dei ruoli rispetto al film, con gli Stati Uniti che da ultimo baluardo della libertà sono ora diventati il posto da cui fuggire.
Nel film e nel fumetto, i due coniugi vedono sfumare il loro piano originario per lasciare Casablanca/Cuba, poiché la persona che doveva favorire la loro fuga viene uccisa (nel secondo caso si tratta proprio dell’uomo ammazzato al cinema).
Nel film, a quel punto, Victor e Ilsa sono costretti a “corteggiare” Rick, poiché quest’ultimo è in possesso di preziose lettere di transito che possono consentire a chiunque le abbia di volare verso Lisbona. Nel fumetto, invece, è Mister No ad essere diventato “papabile”, grazie al suo mestiere di pilota.
In entrambi i casi, inizialmente, sia Rick che Mister No sono più che riluttanti a volere aiutare i coniugi, in un misto di gelosia e vecchie delusioni non ancora smaltite, causati dalla presenza della donna e, nel caso di Mister No, anche dall’antipatia per l’uomo (che, erroneamente, crede un mero “fabbricante di armi”).
“No, professore… non è una questione di prezzo. Io sono in vacanza… e i voli notturni verso luoghi segreti sanno tanto di guai!”
“Posso spiegarvi tutto, Drake…”
“Non vi ho chiesto di farlo, Ginori… e ho abbastanza esperienza da sapere che le eventuali rogne si attaccano più facilmente a un pilota spiantato come me che a un famoso scienziato come voi.”
Quanto alla situazione irrisolta con le donne, nel film Rick ed Ilsa si erano conosciuti ed amati durante la seconda guerra mondiale, a Parigi, subito prima che la capitale venisse occupata dai tedeschi.
Nel fumetto, anche Mister No e Laura si sono conosciuti durante la guerra, ma a Roma, dove Jerry era arrivato con l’esercito americano. Qui i due giovani passarono insieme una romantica settimana.
“Era giugno… il giugno del ’44. Tutto il mondo era ancora in guerra, ma io, per una volta, avevo ben altro a cui pensare!”
Ed fu allora che Jerry le fece una proposta “innocente” che si sarebbe rivelata una “maledizione” per lui.
“Domani sera ti porto al cinema. Il comando ha organizzato la proiezione di ‘Casablanca’, un film nuovissimo… è una storia d’amore…”
“Allora mi piacerà!”
Ma la ragazza diede il “bidone” al pilota, che dopo un’ora di attesa gettò via i biglietti, furioso. Poi il giorno dopo Jerry venne trasferito altrove e non vide più Laura. Nel film, invece, Rick attese invano Ilsa alla stazione dell’ultimo treno che li avrebbe portati via dalla Francia occupata, ricevendo soltanto un suo biglietto in cui la donna gli scriveva di amarlo ma che non poteva seguirlo.
In entrambi i casi, il “tradimento” è legato ai mariti delle due donne, come Rick e Mister No scoprono anni dopo. Ilsa, in realtà, era già sposata con Victor, ma lo credeva morto, e proprio il giorno della partenza programmata con Rick aveva avuto sue notizie e non poté fare a meno di raggiungerlo, senza spiegare la situazione a Rick perché temeva che si sarebbe rifiutato di lasciare la Francia mettendosi in salvo (l’uomo era nella “lista nera” della Gestapo).
Laura, invece, non si presentò all’appuntamento perché i suoi genitori non le permisero di uscire di casa: quella sera avevano come ospite un amico di famiglia, Davide Ginori, dopo anni di esilio.
“Quel giovane magro e occhialuto non mi piaceva affatto: io avevo una cotta tremenda per te! Mi chiusi in camera mia e vi restai per due giorni. Poi venni a cercarti, ma mi dissero che eri stato trasferito. Piansi per una settimana intera…”
“… e poi ti sei dimenticata di me, com’è giusto!”
“Niente affatto! Quell’appuntamento mancato ha cambiato la mia vita, ma io non ti ho mai dimenticato… e quando ti ho rivisto mi sono sentita esattamente come allora… Sono una sciocca?”
“No. A me è successa la stessa cosa… come se il tempo non fosse passato.”
Sia Rick che Mister No, dopo aver parlato con i loro antichi amori, decidono infine di aiutare le coppie, ma l’informazione è celata agli spettatori-lettori, in cui viene invece insinuato il sospetto che i due uomini si stiano comportando in modo ambiguo: Rick sembra pronto a favorire la fuga del solo Victor, oppure a farlo arrestare, per tenere Ilsa con sé (con la quale è riesplosa la passione), mentre Jerry informa il funzionario dell’ambasciata americana che sta sorvegliando i Ginori delle intenzioni della coppia. Ma in entrambi i casi si tratta di un depistaggio.
Rispetto alla pellicola, la trama di Mister No prende una piega più avventurosa, a causa della presenza del killer che vuole ucciderlo e di un complotto internazionale per consegnare Ginori ad una potenza straniera (non nominata, ma facilmente identificabile dato che siamo nel periodo della “Guerra Fredda”). Jerry riesce a salvare i Ginori e a condurli fuori da Cuba, e come Rick rifiuta di essere pagato per l’aiuto prestato, ma neppure lui potrà sapere dove Davide e Laura andranno a vivere.
Nel film Rick rinuncia all’amore di Ilsa e la lascia partire con il marito pur di non farle correre pericoli, dopo uno struggente addio nella nebbia dell’aeroporto di Casablanca.
Nel fumetto la possibilità che la donna potesse essere in bilico tra due pretendenti non è stata neppure suggerita, ma il momento dell’ultimo saluto tra Mister No e Laura, sull’idrovolante con cui Jerry li ha condotti fuori da Cuba, è ugualmente molto intenso.
“Ci ha voluto lasciare soli… un gesto davvero apprezzabile.”
“Davide è un uomo molto intelligente e sensibile…”
“Sì. Ma questa notte mi sono reso conto che è anche coraggioso. Lui… merita una donna come te, Laura.”
“Jerry, tu hai saputo dire di ‘no’ ai prepotenti molto prima di lui… e non avevi accanto una donna a darti coraggio!”
E dopo un ultimo bacio…
“Addio Jerry…”
“Laura… hai detto che la tua vita è cambiata per quell’appuntamento mancato… beh, io credo che anche la mia vita sarebbe stata diversa.”
Un’affermazione impegnativa, da parte di un incallito dongiovanni come Mister No, ma tutt’altro che gratuita: nella parte in prosa del volume “Mister No come un romanzo”, scritto da Luigi Mignacco e pubblicato nel 2015 per il quarantennale della serie, il pilota parla di Laura come della “donna della mia vita”.
Al rientro a Cuba, Mister No deve vedersela con il funzionario dell’ambasciata americana, furioso nei suoi confronti perché le informazioni che il pilota gli aveva riferito hanno depistato gli americani.
“Dove siete stato questa notte, Drake? E con chi?”
“Io sono un libero cittadino e non devo rendere conto a nessuno della mia vita notturna… tantomeno a voi!”
“I ‘liberi cittadini’ del vostro stampo noi li passiamo al tritacarne. Parlate senza farci perdere tempo!”
Jerry si era preparato un alibi per la notte della fuga, che poi è un’altra citazione di “Casablanca”: una partita a carte al “Pappagallo”, l’altro bar frequentato dal pilota all’Avana (come nel film il “Pappagallo blu” era l’altro locale che si vede oltre al “Rick’s Café Américain“).
Il funzionario è così costretto a lasciarlo andare, ma non senza minacciare il pilota.
“Vi ‘invito’ a lasciare Cuba immediatamente… Se a mezzogiorno di oggi sarete ancora sull’isola, troverò il modo di farvi sbattere in galera!”
A chi ha seguito il ciclo di articoli che abbiamo dedicato al “nuovo corso” di Mister No, questo modus operandi forse sarà suonato familiare. Infatti il funzionario è proprio Hiden, qui al suo debutto, che in seguito si rivelerà un agente della CIA e procurerà non pochi problemi al nostro eroe.
Mister No decolla così in tutta fretta da Cuba e, con sua sorpresa, il suo aereo si avvia al primo colpo, senza bisogno del classico calcione al cruscotto.
“Anche il mio piper ha fretta di lasciarsi dietro questa storia… gli intrighi, i tradimenti, gli omicidi… ma, dopotutto, ne valeva la pena… vero, Laura?…”
E mentre nella sua mente rivive i momenti salienti della sua storia con Laura, Mister No sorride e conclude così.
“Già… e neanche stavolta… sono riuscito a vedere Casablanca!”
Laura ritornerà fugacemente nella sequenza finale di uno dei primi albi del “nuovo corso” (n.244, pubblicato nel 1995), in cui, nel corso di un delirio, Jerry rivede tutte le donne più importanti della sua vita.
Per conoscere la soluzione del piccolo “mistero”, mai chiarito nelle storie a fumetti, su come mai Mister No non vide “Casablanca” al rientro a Manaus (come prometteva il finale del n.166), sarebbe stato necessario aspettare l’aprile 2017 ed un articolo pubblicato sul sito Bonelli, scritto sempre da Mignacco facendo esprimere Mister No in prima persona, come nel volume autobiografico del 2015. In quell’occasione “il pilota” ha affermato che, arrivato a Manaus, si presentò subito al cinema, ma le “pizze” non arrivarono mai da Bogotà.
Gli ultimi accenni
I successivi utilizzi del tema “Mister No e Casablanca”, sempre ad opera di Luigi Mignacco, sono poco più che accenni, senza un peso rilevante per la trama degli episodi.
Nel marzo 1998, appena rientrato a Manaus dopo la trasferta in Nord America del “nuovo corso”, Mister No deve togliere dai guai Esse-Esse ed ha appuntamento con un informatore al cinema dove, finalmente, stanno proiettando “Casablanca” (“Intrighi e veleni”, n.274, di Mignacco e Di Vitto).
Mister No acquista il biglietto con rassegnazione, sapendo già che neppure questa volta riuscirà a vederlo per intero.
“Ciao Ilsa. Il tuo cinema oggi ritrova il suo cliente più affezionato!”
“Bentornato a Manaus, Mister No! Festeggi rivedendo ‘Casablanca’?”
“Niente affatto: ti sembrerà incredibile, ma io questo film non l’ho mai visto per intero… e temo che non ci riuscirò neanche oggi!”
Cosa che puntualmente avviene. Notare il nome della ragazza, che è naturalmente un omaggio al personaggio interpretato dalla Bergman.
L’ultimo riferimento a “Casablanca” è nel giugno 2007, nello speciale n.16 (“Il tesoro maledetto”, di Mignacco e Busticchi-Paesani), il primo di alcuni fuoriserie con cui Mister No ha continuato a vivacchiare, per alcuni semestri, dopo la conclusione della serie regolare.
Mister No e il suo cliente, inizialmente diffidenti l’uno nei confronti dell’altro, hanno scoperto una certa sintonia dopo avere preso le difese di un indio oggetto di discriminazione. E il suo cliente cita la famosa frase finale della pellicola “maledetta”, riaprendo la “ferita” di Mister No.
“Ci siamo sbagliati tutti e due! Forse questo è l’inizio di una bella amicizia, come diceva Humphrey Bogart in ‘Casablanca’.”
“Non parlatemi di quel film! Tutti lo conoscono, tutti lo citano… e io non sono mai riuscito a vederlo!”
E nella scena successiva, durante un volo, scopriamo che Mister No si è fatto raccontare la trama del film dal suo cliente, questa volta senza obiezioni né picchiarlo come aveva fatto con Esse-Esse ;-).
E questo gli ha riaperto i “cassetti della memoria”, con la sua vecchia avventura cubana.
“… E così è questa la trama del famoso ‘Casablanca’!? Davvero una bella storia, ma… ti dirò che anche a me sembra di aver vissuto una vicenda del genere!”
Il cliente di Mister No, un uomo maturo, chiude il “tormentone” con saggezza e acume: è l’umanità a fare la differenza nelle storie entrate nell’immaginario collettivo.
“È il segreto dei grandi film e dei grandi romanzi: raccontano sempre qualcosa che sembra riguardarti di persona!”
Per terminare questo articolo, tuttavia, voglio tornare all’inizio e ad un altro volo sul piper di Mister No, quando il passeggero era la ragazza che aveva fretta di arrivare a Bogotà ed il tema “Mister No e Casablanca” era stato appena introdotto.
In quel momento i due si stanno allontanando dalla capitale della Colombia e la ragazza è dispiaciuta che Mister No non abbia potuto vedere il film a causa dei suoi guai, ma vuole togliersi una curiosità che probabilmente avranno avuto anche i lettori della serie. E pone la fatidica domanda.
“Ma perché ci tenete tanto a vedere quel film?”
La risposta di Mister No centra perfettamente il fascino dell’antieroe ideato da Guido Nolitta, sempre sospeso tra allegria, romanticismo, memoria e, talvolta, malinconia.
“Non lo so. Forse è davvero un brutto film, come dice il mio amico Esse-Esse. Ma è uno dei miti della mia generazione, come certe canzoni degli anni ’40, certi libri, e gli occhi, la bocca, i capelli di certe donne… tutte cose che forse non significheranno nulla per le generazioni che verranno…”
Una dimostrazione che anche i colleghi ed eredi di Nolitta sono stati capaci di entrare nel personaggio e di dargli spessore ed umanità. Più spesso di quanto si sia disposti a credere con il trascorrere dei decenni e con l’inevitabile relegarsi in ricordi nostalgici sempre più lontani del Mister No di Nolitta, “mentre il tempo passa” (“as time goes by”).
Le immagini a fumetti sono (c) Sergio Bonelli Editore, mentre quelle di “Casablanca” sono (c) Warner Bros.