Pubblicato in Italia da J-Pop in tre eleganti volumetti e cofanetto, “your name.” (rigorosamente con il punto finale) è la versione manga dell’omonimo film d’animazione del 2016 con cui Makoto Shinkai ha sbancato i botteghini di tutto il mondo e insidiato in Giappone i record di incassi delle opere del leggendario Studio Ghibli. Numeri che hanno portato lo stesso regista, classe 1973, a dichiararsi imbarazzato nei confronti del maestro Hayao Miyazaki.
Per spiegare le ragioni di un tale successo occorre andare oltre le premesse iniziali di “your name.”, che potrebbero ingannare le aspettative (nel mio caso è andata così, dato che ho visto l’anime per puro caso e senza sceglierlo, prima di interessarmi anche alle sue trasposizioni in manga e romanzo), ma nel farlo dovrò purtroppo essere molto vago, pena rovinare irrimediabilmente la prima fruizione di questa storia.
“your name.” è un seinen manga, vale a dire un fumetto rivolto a giovani adulti, ed ha per protagonisti due studenti liceali giapponesi di sesso opposto.
Lei è Mitsuha, che vive in un piccolo paese rurale di montagna e che conduce le sue giornate nella malinconia, in un luogo che non ha nulla di interessante per i più giovani e dove deve portare avanti, suo malgrado, le antiche tradizioni del tempio scintoista di famiglia. Il suo più grande desiderio è vivere un’altra vita come maschio in una metropoli, per non doversi più preoccupare degli sguardi della gente.
Lui è Taki, studente di Tokyo, dal carattere riservato ma attaccabrighe, che divide il suo tempo tra gli amici e il lavoro come cameriere in un ristorante italiano, dove è al servizio di un’affascinante caposala con la quale non osa spiccicare parola. Con le ragazze lui è infatti un imbranato totale.
Le due vite parallele sono destinate a convergere quando, inspiegabilmente, due o tre volte a settimana l’uno si risveglia nel corpo dell’altra, conducendo la sua vita per un giorno, sino al momento di andare a letto. Al risveglio i ricordi di quanto accaduto sono vaghi, ma le reazioni delle altre persone fanno comprendere a Mitsuha e Taki che lo scambio è reale. E il resoconto della giornata che i due si trascrivono sui reciproci smartphone li fa “impazzire”, poiché entrambi stanno modificando le relazioni dell’altro: Taki (in realtà Mitsuha) si avvicina molto alla caposala, quest’ultima sorpresa dai lati femminili del ragazzo, mentre Mitsuha (in realtà Taki), con la sua irruenza, diventa notevolmente più popolare nel suo liceo, sia tra i ragazzi che tra le ragazze.
Il primo volume dell’edizione manga è dedicato alla presentazione dei protagonisti e dei comprimari e ha un registro da commedia brillante, con i classici equivoci e gaffe che una tale premessa provoca inevitabilmente. Un’imprevedibile svolta dà tuttavia una decisa sterzata agli avvenimenti negli altri due volumi.
Lo scambio di corpi è infatti soltanto lo strumento narrativo per una vicenda intricata, avvincente e spettacolare che alterna con disinvoltura toni da commedia, fantastici, sentimentali e drammatici (seppure sempre con un tocco di leggerezza). Non si possono proprio spoilerare le circostanze della svolta, ma non mancherà di emozionare e sorprendere chiunque non abbia una pietra al posto del cuore. E giunti alla fine, sarà bene avere a portata di mano i fazzoletti.
“your name.” necessita di un certo impegno per assimilare i vari risvolti della trama, e una seconda lettura (o visione, a seconda dei casi) si rende doverosa per cogliere quei particolari che nella prima richiedono una forte “sospensione dell’incredulità” o sembrano “buttati lì” in modo casuale. In questo può essere d’aiuto anche la lettura dell’omonimo libro (edito da J-Pop Romanzi), che come il manga è stato scritto dal regista Makoto Shinkai.
Quello che alla fine emerge è un puzzle in cui ogni elemento è sì fantastico, ma perfettamente coerente, anche se il quadro complessivo trova una spiegazione di natura “spirituale” che è molto lontana dal pensiero occidentale. La natura degli scambi tra Mitsuha e Taki è infatti fortemente legata alla tradizione scintoista, ma questo non inficia la potenza e la suggestione del racconto che, tramite momenti di grande emozione e la riuscita metafora dei fili intrecciati nelle corde di kumihimo (“i fili si torcono e si intrecciano, a volte si sciolgono e si uniscono di nuovo”), diventa una parabola universale sul legame che si instaura tra due persone che si incontrano, si “riconoscono”, si modificano e si completano l’uno con l’altra, si perdono e si ritrovano.
Rispetto al film d’animazione, la versione manga, illustrata da Ranmaru Kotone in modo autonomo rispetto alle scene cinematografiche ma rispettando il character design dei personaggi, ricalca in massima parte la storia e i dialoghi visti sul grande schermo, con alcuni adattamenti per via dei differenti media di comunicazione e dell’approfondimento di alcune situazioni che nell’anime sono appena accennate. C’è tuttavia un dettaglio in più che è fondamentale per comprendere un momento chiave della trama che nel film d’animazione è rimasto vago: lo ripropongo nella tavola successiva, che sarà illuminante per chi conosce già la storia ma incomprensibile per tutti gli altri.
Per concludere, la lettura di questo manga riesce nel compito di restituire, nella cornice di un racconto avvincente, le forti emozioni del film sul significato più puro e assoluto dell’amore tra due persone e sulla lotta che richiede. Aspetti che, grazie alla loro universalità, sono probabilmente il segreto del successo che questa storia ha avuto a livello internazionale. Se poi vi concederete anche la visione dell’anime ne guadagnerete nelle splendide scenografie dei paesaggi rurali del Giappone e nelle notevoli musiche della rock band nipponica dei Radwimps, che accompagnano in modo ora scatenato, ora intimo e toccante, i vari registri e momenti della storia di Mitsuha e Taki. E, forse, anche della vostra.
Tutte le immagini dell’articolo sono © Ranmaru Kotone 2016 e © 2016 TOHO / CoMix Wave Films / KADOWAKA / JR Kikaku / AMUSE / voque ting / Lawson HMV Entertainment, Inc.