Se dovessi indicare, personalmente, cosa ho apprezzato di più nella recente edizione di Lucca Comics & Games non avrei alcun dubbio: l’uscita del DVD “Noi, Zagor” di Riccardo Jacopino, a lungo atteso dai fan dello Spirito con la Scure dopo la fugace proiezione in alcuni cinema italiani il 22 e 23 ottobre 2013 – proiezione alla quale, ahimè, non ero riuscito a partecipare per problemi logistici. Da allora, come tanti altri zagoriani, aspettavo l’edizione in DVD e finalmente l’attesa è stata premiata.
[ATTENZIONE: contiene spoiler sul film – per quanto, naturalmente, si possa parlare di spoiler per un documentario]
Chiariamo subito le cose: i fan più sfegatati troveranno ben poco di “inedito” nel contenuto del film, in quanto già profondi conoscitori del personaggio, degli autori, delle tematiche e soprattutto degli aneddoti via via affrontati nei 70 minuti abbondanti di interviste e immagini. Sono (quasi) tutte informazioni già conosciute da chi ha seguito Zagor in tutti questi anni e ha partecipato a fiere e raduni e/o ha seguito i forum zagoriani in rete e il blog di Moreno Burattini e/o le pagine della posta negli albi cartacei. Detto questo, basterebbe l’intervista a Gallieno Ferri che apre il film a giustificarne la visione: sentirlo parlare del personaggio che ha creato insieme a Sergio Bonelli / Guido Nolitta (e a cui si è dedicato per 55 anni, fino alla sua scomparsa avvenuta ad aprile 2016) provoca un’emozione indimenticabile. La voce del Maestro che, sull’onda dei ricordi, parla dei suoi esordi, degli anni trascorsi in Francia, dell’approdo alla casa editrice di Tea Bonelli e dice “…lo Zagor”, “…il Cico”, “…il Tex” impreziosisce il primo “capitolo” del film, intitolato semplicemente e programmaticamente “Ferri G.” e giustamente dedicato all’artista ligure.
L’intervista e le immagini vengono accompagnate in sottofondo dalle canzoni tratte dal CD “Zagor King of Darkwood” di Graziano Romani, che costituiranno il “background sonoro” di tutto il film fino alla sfilata finale di copertine – ma non anticipiamo troppo.
Anche il nome del secondo “capitolo” del film è tutto un programma: “Perché inventare solo un personaggio, quando posso creare un intero universo?” È una citazione di Sergio Bonelli e da sola dà un’idea chiarissima del processo creativo che portò il figlio di Tea e Gian Luigi Bonelli a occuparsi non solo delle incombenze editoriali e redazionali ma anche a dedicarsi alla scrittura e alla creazione di un personaggio che si differenziasse dalle tematiche “adulte” e dagli atteggiamenti granitici del Tex di suo padre. In Zagor, Bonelli/Nolitta riversò le sue letture giovanili e soprattutto le sue passioni cinematografiche, creando un microcosmo in cui (quasi) tutto è possibile con, al centro, l’immaginaria foresta di Darkwood: niente che, come dicevo all’inizio, l’appassionato zagoriano non conosca già a menadito, ma esposto in modo gradevole grazie soprattutto al montaggio del regista (coadiuvato nell’opera da Stefano Cecchi), salvo forse il “doppiaggio” di alcune vignette, con voci non sempre azzeccate.
Nei “capitoli” successivi si alternano altre analisi e testimonianze su Zagor (ad esempio, l’importanza del contributo di Cico non solo come personaggio comico ma come vero e proprio “contraltare” dell’eroe) grazie alle parole di numerosi intervistati: la parte del leone, naturalmente, la fa l’attuale curatore e autore più prolifico, Moreno Burattini, ma particolarmente interessanti risultano i contributi del giornalista Luca Boschi e quelli del filosofo Giulio Giorello e del critico Pier Luigi Gaspa (autori del saggio “La scienza tra le nuvole” e probabilmente contattati dal regista in quanto relatori di un convegno su Bonelli – a poche settimane dalla sua morte – nell’edizione di Lucca Comics del 2011). Non mancano, inoltre, i primi interventi dei fan zagoriani: chi ha speso un sacco di soldi per la collezione completa o si è tatuato un’aquila sulla spalla, chi ha inserito Cico nello scontrino fiscale che rilascia ai clienti della sua farmacia…
L’inizio del quinto “capitolo” gareggia – sul piano delle emozioni – con l’intervista a Ferri: in un suggestivo bianco & nero, possiamo vedere e ascoltare Sergio Bonelli che spiega la scelta del nome d’arte Guido Nolitta per evitare qualsiasi accostamento con suo padre, nonché tra Zagor e Tex. Peccato (a mio modesto parere, naturalmente) che questo spezzone sia l’unico che ci mostri il creatore dello Spirito con la Scure: speravo proprio che, in un docu-film di questo tipo, fossero presenti più interviste o spezzoni d’epoca dedicati all’autore… e sotto questo aspetto non può certo bastarmi il librino allegato al DVD, che ripropone a colori il primo incontro di Zagor con Guitar Jim e soprattutto un’intervista “ideale” a Sergio Bonelli in cui vengono raccolte, citazione testuale, alcune “domande e risposte estrapolate da varie pubblicazioni”. Ma, ripeto, questo è solo il mio parere.
Dopo un altro “capitolo” interessante sulla cosiddetta “fabbrica di Zagor”, in cui viene mostrato quante persone (sceneggiatori, disegnatori, letteristi…) contribuiscano a far arrivare concretamente l’albo in edicola, quali siano i ritmi di realizzazione di un fumetto seriale e come, negli anni, sia cambiato radicalmente il processo produttivo (documentazione più accurata, uso del computer, importanza del lavoro in redazione…) si arriva – finalmente, sempre secondo me – al “capitolo” che davvero giustifica il nome del DVD “Noi, Zagor”, tramite l’ennesimo titolo programmatico: “Zagoriani”.
Le immagini e le interviste in questo “capitolo” danno un’idea di quanto Zagor, ancora oggi, riesca ad appassionare i suoi lettori, che colgono qualsiasi occasione – mostre, convegni, raduni, soprattutto cene/pizzate e altre occasioni conviviali – per ritrovarsi tra di loro e/o con gli autori. Il denominatore comune di tutti gli interventi è l’importanza che Zagor ha avuto nella loro vita: non solo un fumetto, con avventure più o meno belle, ma un vero e proprio “compagno di vita” (come detto dal filosofo Giulio Giorello) che li accomuna e li rende Zagoriani irriducibili. Anzi, “ci” accomuna perché, come i fan presenti nel docu-film, ho visitato più volte la redazione della SBE, ho partecipato a incontri zagoriani di vario tipo e ho conosciuto di persona molti dei suoi disponibili autori.
Il docu-film si conclude, simpaticamente, con l’intervista a Donatella e Vittorio (raro esempio di coppia zagoriana, anzi fumettara tout court: spesso le mogli non seguono la passione dei mariti, lasciandoli “liberi” in occasione dei raduni…) e soprattutto con il saluto di Davide Bonelli, figlio di Sergio, prima di lasciare il posto a una lunga – forse un po’ troppo lunga – carrellata di copertine di Gallieno Ferri e ai titoli di coda.
Lo schermo adesso è vuoto, le immagini sono terminate. Si poteva fare di più? Forse sì: come scrivevo all’inizio, per l’appassionato irriducibile (spesso cinquantenne, come me…) questo DVD aggiunge ben poco alla conoscenza di Zagor. Ma le sensazioni lasciate dalle parole e dalle immagini degli indimenticabili creatori, degli autori contemporanei – oltre a Burattini, spiccano gli sceneggiatori Boselli e Rauch e numerosi disegnatori, tra cui Verni, Sedioli, Mangiantini, Laurenti… – e dei tanti fan zagoriani sono talmente piacevoli che questa piccola insoddisfazione scivola via. D’altra parte, per chi avesse di Zagor solo una conoscenza superficiale, questo DVD potrebbe costituire una piacevole sorpresa, con la scoperta di tanti “dietro le quinte” interessanti. Chi, infine, avesse abbandonato Zagor tanti anni fa (magari al solito grido di “dopo Nolitta, il diluvio”), potrebbe invece essere invogliato a riscoprire questo eroe che ha superato abbondantemente i 600 numeri mensili e non si è certo fermato al 1980 e all’ultima storia sceneggiata dal suo creatore. E scoprire il mondo che c’è dietro a Noi, Zagor(iani irriducibili).
Le immagini sono tratte dal DVD. © degli aventi diritto