Guida per neofiti e senza spoiler alle storie essenziali della serie.
Individuare, per un personaggio come Martin Mystère (archeologo, studioso, divulgatore, onnisciente ed esperto di tutti i misteri che la scienza non prende seriamente in considerazione, tanto da essere soprannominato “Detective dell’Impossibile”), un numero limitato di storie “essenziali” per neofiti ha richiesto un approccio differente da quello utilizzato per Zagor, con cui ho già fatto il “gioco”. Laddove, grazie alle caratteristiche della serie dello Spirito con la Scure, era stato possibile selezionare tipologie di episodi “a compartimenti stagni”, senza troppe ridondanze tra loro e con graduatorie di approfondimento, la cosa non è stata infatti congeniale per il Detective dell’Impossibile.
E il motivo è presto detto: la serie del BVZM ha avuto molteplici evoluzioni che hanno riguardato non solo la caratterizzazione dei protagonisti ma anche la sensibilità con cui le tematiche ricorrenti sono state affrontate nel tempo. Tematiche che, tra l’altro, spesso e volentieri si sono intrecciate tra loro, mentre sullo sfondo delle storie si possono cogliere i cambiamenti sociali, politici, tecnologici ed economici intercorsi in decenni (gli avvenimenti si svolgono nel “presente” dei lettori sin dal 1982).
Ho quindi optato per l’individuazione di dodici ideali tematiche con cui ho costruito due selezioni parallele (per un totale di 24 episodi): i “Classici”, vale a dire episodi pubblicati nei primi dieci anni della serie (la fase “mitica” che si è impressa nel cuore dei lettori storici), e gli “Sviluppi” dei decenni successivi.
Gli spoiler che potrebbero rovinare il piacere della prima lettura sono banditi dalla trattazione che segue, ad eccezione naturalmente di quelli strettamente necessari per poter dare conto di come sono cambiati serie e personaggi nel corso del tempo. E dopo questa premessa (ma credetemi, se fossi logorroico come è diventato negli anni il BVZM starei ancora parlando del parallelo iniziale con Zagor 😉 ) ora andiamo ad iniziare.
1 – Gli Uomini in nero
Gli oscurantisti “Uomini in nero” sono stati i primi avversari affrontati da Martin Mystère: un’organizzazione misteriosa diffusa a livello mondiale, il cui scopo è distruggere tutto quello che potrebbe provocare uno “shock culturale” (dalle prove dell’esistenza degli alieni a quelle di civiltà avanzatissime che in un lontano passato si sono autodistrutte in una folle corsa agli armamenti) che metta in discussione lo status quo e la gestione del potere. Rappresentano pertanto il nemico naturale di uno studioso come Martin che si è sempre battuto per la conoscenza.
Il classico di riferimento per rendersi conto della diffusione degli Uomini in nero e dei metodi con cui perseguono i loro scopi è “Incontri ravvicinati” (n.26-27, di Castelli & Alessandrini, 1984). In questo episodio gli Uomini in nero sono tratteggiati come gli indubbi cattivi della situazione e Martin scopre dolorosamente che l’organizzazione ha condizionato in modo irrimediabile la sua vita ancora prima di venire a conoscenza della sua esistenza.
Con il passare degli anni la rappresentazione degli Uomini in nero si è fatta più ambigua: abbiamo scoperto che l’organizzazione è stata fondata subito dopo la distruzione di Atlantide e Mu dal guerriero Adam e dal mutante Korg, che i suoi scopi originari erano nobili (salvare l’umanità dalle conoscenze pericolose che avrebbero potuto distruggerla di nuovo) e che con i secoli si è corrotta, spaccandosi internamente tra “falchi”, che perseguono il proprio egoistico interesse di potere occulto, e “colombe”, rimaste fedeli agli scopi originari.
Lo sviluppo che si può leggere al riguardo è “Martin Mystère: uomo in nero” (n.235-237, di A.Russo & F.Russo, 2001) , in cui il BVZM si ritrova a collaborare ancora una volta, più o meno volontariamente e nonostante le differenti vedute, con Philip Erikson, uomo in nero appartenente alle “colombe”, per affrontare una minaccia risalente ai tempi di Adam.
2- Orloff
Sergej Orloff, in gioventù collega e grande amico di Martin Mystère, è stato nella prima fase della serie la storica nemesi del Detective dell’Impossibile, al quale imputava la colpa per il suo aspetto sfigurato.
Il classico da leggere è “La spada di Re Artù” (n.15-16, di Castelli & Alessandrini, 1983) , una delle avventure fanta-archeologiche più affascinanti e rappresentative dei primi anni della serie e che ha inaugurato diversi filoni di storie (da quello “arturiano” a quello del “nazismo magico”). In questo episodio Orloff, alla sua seconda apparizione ufficiale, è del tutto privo di scrupoli e non esita a uccidere i testimoni dei suoi piani.
In seguito si sarebbe scoperto che agli occhi del mondo Orloff non è un criminale, ma il potentissimo, benvoluto e intoccabile imprenditore a capo del colosso delle telecomunicazioni S.O. Communications (un’evoluzione che può ricordare quella di Lex Luthor, il nemico numero uno di Superman, che nelle storie a fumetti è addirittura diventato il presidente degli Stati Uniti).
Lo sviluppo più sorprendente è però quello che è avvenuto a partire da “Xanadu” (Gigante 2, di Castelli & Morales, 1996) . Se le opportunità narrative che offriva la storia di due nemici mortali che un tempo erano amici fraterni non erano mai state pienamente sfruttate, limitandosi ad un pugno di vignette in flashback nei primi albi, con “Xanadu” si scopre finalmente qualcosa in più sul rapporto tra Martin e Sergej. Nell’episodio i due tornano dal loro maestro spirituale, Kut Humi, laddove anni prima la loro amicizia aveva iniziato ad incrinarsi (una lamasseria appartenente al leggendario centro spirituale di Agarthi) e dove ricevono rivelazioni dopo le quali hanno smesso di essere nemici.
3 – Gli antichi Doni
In decenni di storie di Martin Mystère abbiamo visto un certo sovraffollamento tra creature mitologiche, vere e proprie divinità, civiltà perdute e visitatori alieni che hanno determinato l’evoluzione dell’uomo.
L’episodio classico per non perdere l’orientamento in questo universo narrativo è “Orlando il paladino” (n.94-96, di Castelli & Esposito Bros, 1990) , ideale seguito de “La Spada di Re Artù”, nonché racconto che traccia le linee essenziali di riferimento per il passato misterioso del pianeta Terra, poi ulteriormente sviluppatesi negli anni. Si va dalla remota “Età dell’Oro” (una sorta di “paradiso terrestre”, in cui l’uomo viveva in perfetta armonia con la natura, e la scienza e la magia andavano a braccetto) ai quattro Doni potentissimi rilasciati da antichi visitatori all’umanità (una Lancia, una Pietra, una Spada e una Coppa), dalla fine dell’Età dell’Oro causata dalle dispute per il possesso dei Doni (ciascuno di essi venne diviso in sette versioni più piccole e meno potenti, che diedero origine a leggende nelle principali culture come Excalibur o il Graal) alla nascita di Agarthi e al conflitto apocalittico tra Atlantide e Mu.
Uno sviluppo di questo universo narrativo è in “La vendetta di Loki” (n.244-246, di Recagno & Esposito Bros, 2002) , dove la perfida e capricciosa Morgana (proprio quella di Re Artù, introdotta tra le righe ne “Orlando il Paladino”) inizia una lunga ricerca, ancora in corso, per riunire le sette spade ed ottenere il potere dell’originale, in storie dal tono decisamente sopra le righe.
E poiché le tematiche di Martin Mystère tendono a incrociarsi spesso, in entrambi gli episodi di questa tematica è presente anche Sergej Orloff, in due fasi molto diverse della sua vita: nella prima è ancora avversario di Martin Mystère, che con un immane sforzo di volontà è costretto dalle circostanze a recarsi alla sede della S.O. Communications (introdotta in quell’occasione ai lettori) per avere un’informazione vitale dal suo nemico, mentre nella seconda lo ritroviamo nel dopo-Xanadu, non più carogna ma comunque ambiguo ed impegnato a fare i conti con il proprio passato, seppure in storie che spesso sono sfociate nella soap opera, come abbiamo già scritto.
4 – Diana
Diana Lombard è stata a lungo l’eterna fidanzata di Martin. Presente sin dal primo numero, inizialmente era caratterizzata come la compagna gelosissima del protagonista, ai limiti dell’antipatia (sebbene non avesse tutti i torti, dato che inizialmente il nostro non era affatto insensibile al fascino femminile), ma nel tempo è diventata non solo la moglie del BVZM, ma anche una donna vera e ricca di sfaccettature, nonché la voce della coscienza del suo uomo, dimostrando di conoscerlo molto meglio di quanto lui conosca se stesso.
Non sono mancate incomprensioni e litigi in questi decenni. La prima tensione di coppia di una certa serietà si è verificata nel classico racconto “Operazione Dorian Gray” (n.62-64, di Castelli & Freghieri, 1987) , dove l’innesco è determinato dall’egocentrismo di Martin, in crisi d’identità per l’avanzare degli anni (e pensare che all’epoca ne aveva appena 45), e al termine di un litigio Diana preferisce cambiare aria per un po’, salvo ripresentarsi in uno dei momenti peggiori mai vissuti dal Detective dell’Impossibile, colpito dalla terribile vendetta di Mister Jinx. Quest’ultimo è una sorta di moderno e affarista Mefistofele, pronto a esaudire i desideri impossibili dei suoi clienti, ricevendone in cambio non l’anima, ma (tanto) denaro. Lo spunto di questo episodio, in particolare, è tra i più geniali mai visti su queste pagine e avrebbe avuto conseguenze anche nel futuro di Nathan Never, la testata bonelliana di fantascienza, con cui Martin vivrà un “impossibile” incontro nel futuro.
Lo sviluppo che riflette sul rapporto tra Martin e Diana in termini maturi ed egualitari è contenuto in “D’improvviso una notte” (n.217-218, di Morales & Zancanella, 2000) . I due sono sposati già da qualche anno, ma ai lettori, per “scaramanzia”, è stato rivelato soltanto nel 2002, nell’ambito dei festeggiamenti per il ventennale della serie. Nell’episodio sia Martin che Diana sono profondamente turbati dall’incontro con una persona dell’altro sesso, portandoli a interrogarsi sull’evoluzione dei propri sentimenti. Nel racconto trova inoltre la sua conclusione un’antica minaccia che pendeva su Diana, risalente al proprio passato precedente l’incontro con Martin.
5 – Java
Java, il muto e forzuto assistente ed amico neanderthaliano di Martin Mystère, nei primi anni della serie è rappresentato soprattutto come una forza della natura, con un istinto e dei sensi che in certi momenti lo avvicinano più all’animale che all’uomo, ma comunque dotato di una spiccata ironia e una certa disinvoltura con le donne.
Il classico che va letto su di lui è “Java contro Java” (n.111-113, di Castelli & Esposito Bros, 1991) , che ne svela il passato precedente l’incontro con Martin nel suo luogo d’origine, l’isolata “Città delle Ombre Diafane” in Mongolia, chiarendo inoltre i motivi che lo hanno spinto a seguire il Detective dell’Impossibile nella civiltà. Particolarmente gustoso è il racconto delle difficoltà di inserimento e della battaglia legale per regolarizzare la posizione di Java negli Stati Uniti, con il quale scopriremo che la sua vicenda è strettamente intrecciata con quella di Martin e Diana, avendo avuto il neanderthaliano un ruolo determinante nel farli mettere insieme.
Java è tuttavia un personaggio non semplice da affrontare. Nel tempo ha finito troppo spesso con il diventare una sorta di “maggiordomo” sullo sfondo, privo di una propria dimensione, ed è emblematico che faccia solo una minuscola comparsata nella miniserie reboot in dodici episodi del giovane Martin Mystère.
L’eccezione al declino narrativo di Java, nonché lo sviluppo più interessante negli ultimi vent’anni, si deve al ciclo di episodi iniziato con “La regina di Saba” (n.187-189, di Morales & Morales-Grimaldi, 1997) , in cui Java ha vissuto un’intensa e delicata storia d’amore con Maria Ossowiecki, giovane ragazza dotata di poteri paranormali e legata all’uomo di Neanderthal da una profonda connessione, che li unisce in modo invisibile anche quando i due sono lontani. Storie in cui Java viene tratteggiato con grande dolcezza e sensibilità, ma che purtroppo sono rimaste un lampo isolato nella serie.
6 – Angie & Co.
Gli speciali estivi di Martin Mystère hanno rappresentato per decenni una sorta di universo “parallelo” di storie dalla struttura ripetitiva, con la presenza fissa della svampita e sexy Angie, spesso affiancata dai loschi e pasticcioni Dee e Kelly, e di “Altrove”, la misteriosa base governativa statunitense comandata da Chris Tower, vecchio amico di Martin. L’ “oca giuliva” per eccellenza e i suoi compari hanno ben presto trasformato gli speciali estivi in storie dal taglio ironico-comico, sebbene con un’evoluzione nel tempo.
Nel classico racconto “Il flauto di Mozart” (Speciale 8, di Castelli & Alessandrini, 1991) il registro è infatti quello della commedia brillante, con un Castelli al suo apice nell’affiancare a un racconto fondamentalmente serio un tono di narrazione umoristico. Qui Martin Mystère è ormai ben diverso dal serioso archeologo dei primi anni di pubblicazioni ed è diventato a tutti gli effetti il “Buon Vecchio Zio Marty”, un po’ pantofolaio, pieno di nevrosi e umanissimi difetti, come la logorrea che stordisce letteralmente gli interlocutori o l’essere in perenne ritardo nel consegnare gli articoli al suo editore, con conseguenze imprevedibili.
La ripetitività del cast degli speciali estivi ha portato ad una vera e propria continuity al loro interno, con personaggi minori come l’impacciato assistente di Chris Tower (Max Brody) che nel tempo hanno avuto sempre maggiore spazio, mentre il tono umoristico è passato dalla tecnica di narrazione agli eventi stessi, e la commedia da brillante si è avvicinata sempre più alla farsa, portando spesso a risultati discutibili.
Uno sviluppo ancora godibile è quello contenuto ne “La ragazza nella torta” (Speciale 18, di Pasini-Castelli & Torti, 2001) , dove alcune trovate esilaranti assicurano il sorriso e l’esasperazione dei ruoli dei personaggi è ormai ai massimi livelli, con gli stessi sempre più ossessionati dalla “coincidenza Mystère” o dalla “coincidenza Altrove” (a seconda del punto di vista), cioè dal fatto che ogni estate, “puntuali come la morte e le tasse”, si ritrovano tutti insieme.
(Continua)