La Sergio Bonelli editore sta affrontando la crisi dell’editoria fumettistica in maniera decisa, ampliando e diversificando le proprie pubblicazioni. Tra le varie strategie adottate dalla casa editrice milanese si annoverano le uscite in libreria di numerosi volumi con le storie più rappresentative di vari personaggi, non più “appaltati” ad altri editori, nelle classiche serie da edicola si utilizza sempre più spesso il colore, con il proposito di avvicinare lettori fino ad ora recalcitranti, e sono ormai numerose, come negli Stati Uniti, le copertine variant, chicche imperdibili per i collezionisti che escono in occasioni dei Saloni del Fumetto per i numeri celebrativi di varie collane.
In questa sequela di novità è passata quasi inosservata nel 2015 la trasformazione temporanea dei Romanzi a Fumetti. Tale collana ha debuttato nel 2007, con corposi volumi da 300 pagine realizzati dai migliori autori della scuderia Bonelli impegnati con personaggi inediti, uno dei quali, Dragonero, creato da Luca Enoch e Stefano Vietti ha avuto poi l’onore di una collana mensile vera e propria. Probabilmente per problemi di vendite troppo basse, dal 2013 i volumoni avevano smesso di apparire in edicola, per lasciare il posto dal 2015 e per pochi mesi alle miniserie, storie avventurose che si sono dipanate e concluse nel giro di una manciata di numeri, in un formato, le classiche 94 pagine, che avrebbe dovuto apparire maggiormente attraente per i classici lettori bonelliani.
Dopo l’esordio con Coney Island, avventura in tre albi ambientata negli Stati Uniti degli anni ’20, tra gangster e illusionisti, realizzata dal consolidato trio Gianfranco Manfredi, Giuseppe Barbati e Bruno Ramella, storia che forse pagava lo scotto di essere realizzata ipotizzando la pubblicazione in un unico volume, la collana è proseguita con Tropical Blues, vicenda ambientata anch’essa curiosamente nello stesso periodo storico ma nel lontano Oceano Pacifico. La storia che si svolge nuovamente in 3 albi è stata realizzata dall’esperto Luigi Mignacco ai testi e da Marco Foderà ai disegni, e narra la ricerca del giovane ereditiere Michael Somerset III, scomparso durante le sue ricerche etnologiche vicino alla Nuova Guinea, da parte di un curioso gruppo di avventurieri, guidato da Ray Harvest, un detective americano reduce dalle battaglie sindacali degli anni ’20, dalla cugina dello scomparso, da un ex soldato tedesco, e da un simpatico maori.

Si tratta di un’avventura che miscela bene le influenze e le atmosfere della letteratura classica del genere, da William Somerset Maugham a Dashiel Hammet, a citazioni fumettistiche, che riguardano soprattutto Hugo Pratt e la sua Una Ballata del Mare Salato, dove debutta Corto Maltese, ma anche il bonelliano Mister No, di cui Mignacco è stato a lungo il principale sceneggiatore. Si tratta quasi di un omaggio alla grande Avventura, esotica e ammaliante, narrata in maniera classica, cercando di mutuarne ritmo e ambientazioni.

I paesaggi esotici sono stati ben rappresentati dalla felice matita di Marco Foderà, in grado di trovare la giusta sintesi tra gli scenari tropicali e il ritmo di un’avventura mozzafiato con inserti inquietanti che rendono bene l’atmosfera noir ricercata dalla vicenda creata da Mignacco. Anche se forse non tutti i personaggi ricevono il giusto approfondimento, il gioco delle citazioni prende un po’ troppo la mano agli autori, e il finale spiazzante lascia interdetti, non è guastato il piacere della lettura di una storia realizzata con l’intento di far ritrovare la tradizione della grande Avventura Bonelliana.

La miniserie seguente, Hellnoir, è realizzata in quattro “nerissimi” albi dalla coppia di ferro Pasquale Ruju ai testi e Giovanni Freghieri ai disegni, forgiatasi sulle pagine di Dylan Dog. Il titolo degli albi già svela tutto, con l’unione del Noir classico al tipico Horror bonelliano, con le disavventure di un investigatore privato vecchio stampo, Melvin Soul, che alla propria morte finisce in un inferno non ben definito, che potrebbe richiamare le ambientazioni tratteggiate da Frank Miller in Sin City. Questo inferno particolare, che somiglia molto alla realtà contemporanea, è abitato da chi muore di morte violenta, destinato ad essere perseguitato dai Daem, diavoli che paiono unicamente interessati a coltivare il loro potere, basato sulla corruzione e la violenza. Un inferno di cui tutti sembrano essersi dimenticati, e dove governano, in connubio con i Daem, i morti più antichi che sono riusciti a stringere preziose alleanze con chi dovrebbe schiavizzarli. Un inferno dal quale il detective protagonista riesce a mantenere un contatto con la realtà, grazie all’aggancio con la figlia, che ha assistito bambina alla morte del padre, e che ora è una combattiva ispettrice di polizia, pronta a sfruttare le informazioni che riceve del padre per cercare di risolvere il mistero della giovane figlia di un importante politico, uccisa durante quello che sembra un rito satanico. Il nostro protagonista riuscirà ad aiutarla svelando la verità legata agli intrighi demoniaci del girone infernale.

Perfetto connubio tra una storia noir e una dell’orrore, sottilmente angosciante, dato che l’inferno ritratto sembra riverberare le inquietudini e il disagio contemporaneo, la vicenda è splendidamente illustrata da Giovanni Freghieri che lontano dalle pagine di Dylan Dog sembra trovare nuova linfa, e realizza alcune delle pagine migliori della sua lunga carriera, infarcendo la storia non soltanto delle sue tipiche eteree bellezze, ma anche di inquietanti chiaroscuri che riescono a rappresentare al meglio l’inquietante vicenda.

Le miniserie sono poi proseguite e concluse con il controverso Ut, realizzato anch’esso da autori dylandoghiani, Paola Barbato e Corrado Roi e che pur essendo stata presentata come la miniserie evento del 2016 ha lasciato qualche dubbio in più di un lettore.

Anche con questa nuova formula l’accoglienza del pubblico non deve essere stata tra le migliori, dato che la casa editrice milanese ha deciso ben presto di ritornare alle origini, riportando la foliazione della collana ai corposi volumoni d’orgine, che escono con periodicità varia, e che hanno già visto prima la riapparizione di Greystorm, personaggio protagonista di una serie nel 2012 e poi con nuovi personaggi come il fantascientifico Pionieri dell’ignoto realizzato da Stefano Vietti e Alessandro Bignamini.
Un esperimento durato pochi mesi quello della serializzazione dei Romanzi a Fumetti che, nonostante la buona qualità delle storie realizzate, non ha evidentemente colpito l’attenzione dei lettori, rappresentando alla fin fine esclusivamente un’altra peculiarità all’interno del vasto panorama delle pubblicazioni bonelliane.